Gli indovini intuiscono qualcosa: ieri parlavamo di ore contate, oggi parlano di trattative. Sottilissimo equilibri potrebbero imporre di "aggiustare, ammorbidire, rinviare..." il piano industriale. A trattare ci pensa direttamente Salvini con Salini (riferisce oggi Repubblica). Nella forma siamo al capolavoro: un capo di Governo interviene a gamba tesa. Nella sostanza siamo alla confusione, al delirio. Sempre nella sostanza: oggi interviene Carlo Rognoni a ricordare che questo piano industriale nientepopodimeno é figlio di un progetto precedente datato oltre 20 anni a firma di Renato Parascandolo. Con tutto il rispetto e la stima, ma durante questi 20 anni è successo qualcosa di nuovo di devastante in Italia e nel mondo o no? Una ipotesi "tecnica" che non trova riscontro nella politica, nella regolamentazione, nella definizione e nella assegnazione delle risorse economiche è come immaginare una bicicletta senza pedali. Concentrarsi sui contenuti, sulla "riforma" interna, sulla ristrutturazione endogena, appare come una toppa peggiore del buco. Per non dire degli aspetti connessi (quelli che Laganà definisce correttamente legsti slla trasparenzs) cioè chi e come vengono nominste le figute che gestiscono i contenuti ? Il direttore del "genere" viene nominato senza alcun criterio, ad insindacabile giudizio dell'AD, esattamente come ha fatto con le nomine dei nuovi direttori. Troppo. Troppo potere nelle mani di una sola persona.
Il nuovo piano industriale è già operativo: sufficiente ricordare la capacità di spesa fino a 10 mln da parte dell'AD.
Comunque, la politica come è noto, realizza quanto è possibile più che ciò che è auspicabile.
La partita è tutta in corso e il ritorno dell'idea Ciannamea in quota Lega come DG la dice lunghissima.
Oggi, per chiudere il cerchio dei consiglieri, interviene Giampaolo Rossi. Se la prende con Fazio e difende il PI.
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