mercoledì 22 maggio 2024

RAI: 5 piccole storie ignobili che ci tocca raccontare


Storia n. 1. Sono trascorsi quasi otto mesi da quando la Vigilanza Rai ha votato (con improvvida premura imposta dalla presidente Floridia) il nuovo Contratto di Servizio RAI. Da allora, nessuno, nessuno tra i parlamentari, nessuno tra gli amministratori RAI si è preso la briga di chiedere, di sapere perché ancora non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, rendendolo, di fatto, un fantasma giuridico. Perché tanta fretta di chiudere allora e silenzio oggi? Allo stesso modo, siamo quasi a metà anno, e nessuno si è preso la briga di chiedere, di sapere cosa ne sarà del prossimo canone: se e come verrà riscosso e quale sarà l’importo. È comprensibile che gli attuali amministratori non ne sentano il carico per quanto sono già sull’uscio della porta però il rinnovato consigliere una parolina potrebbe pur dirla.

Storia n. 2. Questa mattina si riunisce il consiglio AgCom per esaminare il ricorso di Michele Santoro avverso alla trasmissione di Bruno Vespa con il suo comizietto livido nella “sua” trasmissione per l’annullamento del “suo” dibattito tra la Meloni e la Schlein. Ora vedremo se ci sarà una sanzione o meno e chi la pagherà. Si pone una domandina semplice semplice: qualcuno si prende la briga di esercitare un controllo editoriale su “Vespa artista” oppure “Vespa artista” accende la sua telecamera e si permette di dire quello che vuole senza che nessuno ne sia informato? Del resto, si sa, “Vespa artista” non nasce ieri. Infine, in caso di sanzione AgCom, come noto, gli “artisti” non pagano ma vengono pagati.

Storia n. 3. Il Popolo RAI ha votato il suo rappresentante nel prossimo Cda. Quando un dibattito si arena e non si sa come andare avanti c’è sempre la battuta pronta: il problema è politico. Già: cosa significa “politicamente” questa elezione? Oggi, tanto per capirci, il quotidiano Il Secolo d’Italia (di note simpatie sinistrorse marxiste leniniste) ha titolato “La sinistra battuta ancora una volta in RAI”. Molti la associano ad un’altra presunta “sconfitta” della sinistra con il recente sciopero dei giornalisti dove la “destra” di Unirai ha sostenuto il suo fallimento. Allora, la domanda che si pone è: da che parte si orienta “politicamente” il Popolo RAI? Per alcuni non ha colore, nel senso che vota pensando all’interesse dell’Azienda, come se il suo futuro dipendesse dallo Spirito Santo o dall’ONU. Per altri, questo voto è il frutto di accordi di successo oppure falliti, di ambizioni personali naufragate, vendette o ripicche e progetti gestiti male. Ci sono poi state circa 200 schede bianche: cosa hanno significato? Perché qualcuno si è  preso la briga di “andare” a votare senza esprimere un nome? Come sempre succede in ogni competizione, chi vince ottiene il risultato grazie alla sua forza/capacità o invece grazie alla debolezza/incapacità dell’avversario? Il dibattito è aperto e il Cda di Viale Mazzini ancora si deve formare. Vedremo.

Storia n. 4. Come noto da decenni, l’amianto a Viale Mazzini c’è sempre stato nel senso che il palazzo è stato costruito con l’amianto dentro come si “usava” a quel tempo. Nessuno ha mai potuto sostenere un rapporto tra causa ed effetto dell’esposizione delle persone alle particelle del minerale per un semplice e fondamentale motivo: richiede una superperizia di parte che di fronte ad un giudice possa sostenere la sua pericolosità. Una perizia del genere richiede molto tempo ed è costosa, molto costosa, a tal punto da scoraggiare ogni tentativo di adire in giudizio il problema e, di conseguenza, ci si deve attenere alla documentazione fornita dall’Azienda senza nemmeno sapere chi ha compiuto le rilevazioni. Ottenere un processo per l'amianto in RAI andrebbe sui libri di storia. Invece, tutto il resto, purtroppo, andrà scritto nei libri dei ricordi delle persone che ne possono essere state vittime incolpevoli.

Storia n. 5 (incerta ... del genere ahummm ahumm). Da alcuni giorni si intravvede camminare nei corridoi del VII una figura indistinta che nessuno ha mai visto prima tra i dipendenti RAI. Chi sarà e chi non sarà? Molti ci dicono che si tratta della nuova “portavoce” dell’attuale DG assunta con un contratto di collaborazione esterno. Dicono, pare … sembra che si tratta di questo e la cosa è talmente fumosa ed incerta che “nessuno” conosce il suo nome.  Ovvero, tanti sostengono di sapere che c’è ma nessuno sa come si chiama. O meglio, qualcuno la conosce e pure noi lo sappiamo ma fintanto che non ne siamo certi non lo scriviamo. Mistero misterioso. Alcuni ricordano che pure il precedente AD Fuortes ritenne opportuno dotarsi di un “portavoce” con  Maurizio Caprara. Già … che ci sarebbe di male: sarebbe solo un supporto allo Staff dell'AD (ooopps ... lapsus...forse volevamo scrivere attuale DG forse.. prossimo AD), all’Ufficio Stampa, alla Direzione Relazioni Istituzionali … all’Azienda stessa per intero.    

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