lunedì 20 maggio 2024

La RAI: la democrazia televisiva, il voto per il Cda e l'amianto


Non conosciamo bene la vicenda giudiziaria di Chico Forti e ce ne guardiamo bene da fare valutazioni nel merito della sua situazione giuridica. Conosciamo però qualcosa, seppure sommariamente, della Meloni e di come e di quanto vuole rappresentare televisivamente se stessa di fronte agli italiani. Conosciamo qualcosa di come si affrontano tanti casi di italiani nelle prigioni di altri paesi: vedi l’ultimo di Matteo Falcinelli. L’immagine fotografica della presidente del Consiglio sorridente all’aeroporto mentre accoglieva il rientro di Forti enfatizzando il  successo della “sua” diplomazia e la copertura televisiva che ne avuto ci ha posto qualche riflessione. Conosciamo qualcosa, seppure sommariamente, della giustizia penale americana a partire dal fatto di essere uno dei paesi che applica la pena di morte come strumento di giustizia sommaria per arrivare fino alla vergogna giuridica di Guantanamo. Leggiamo Riccardo Noury di Amnesty International “Attraverso Guantánamo, gli Usa hanno legittimato la detenzione senza accusa né processo in nome della presunta minacciosità di un individuo. Hanno perfezionato il sistema della tortura, arruolando medici, giuristi e psicologi per “individuare i punti deboli del nemico”, aggredendone l’onore e il pudore… C’è poi stata la “guantanamizzazione” dei centri di detenzione. Il primo direttore di Guantánamo Bay, il generale Geoffrey Miller, ha poi diretto il carcere statunitense di Abu Ghraib, in Iraq: quello reso tragicamente famoso dalle fotografie di un detenuto trasformato in albero di Natale e di prigionieri nudi e impilati gli uni sugli altri. Guantánamo è diventato anche sinonimo di negazione completa dei diritti umani: ad esempio, è chiamata “la Guantánamo d’Inghilterra” la prigione di massima sicurezza dov’è detenuto Julian Assange”. La somma delle tre considerazioni con Meloni, giustizia made in USA e spettacolarizzazione televisiva ci lascia alquanto perplessi. C’è bisogno di vederla ancora in un confronto su RAI Uno?

Oggi si vota in RAI per l’elezione del rappresentante di dipendenti in vista del prossimo Cda di Viale Mazzini. Questa figura nasce con la famigerata Legge 220 del 2015 e non è mai stata oggetto di particolare riflessione sul suo ruolo e sul suo “peso” nel meccanismo di governance dell’Azienda. I primi due mandati sono stati assolti da Riccardo Laganà che, con la sua figura e la sua statura morale, ha messo relativamente al riparo questo dibattito. Di fatto però non è mai stato ben chiaro il compito e il mandato del rappresentante dei dipendenti ovvero in che modo si relaziona ad essi e, più ingenerale, alla formazione della politica aziendale. Si tratta di una figura prevalentemente parasindacale e/o di una figura di “amministratore”?  La Legge citata non fa distinzioni e fa solo cenno alle modalità di presentazione delle candidature “Le singole candidature possono essere presentate da una delle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo o integrativo della RAI-Radiotelevisione italiana Spa o da almeno centocinquanta dipendenti e devono pervenire almeno trenta giorni prima della nomina” dove si evince una prevalenza assegnata alle Organizzazioni sindacali. Cosa che, finora, non è avvenuta. Oggi concorrono solo tre nomi: Alessandra Clementini (CGIL), Davide Di Pietro (Snater, vicepresidente dell'associazione Rai Bene Comune – IndigneRai) e Pietro Muratori (CISL). A detta di molti, il risultato appare scontato. Domattina sapremo. Sappiamo di certo che il tentativo di proporre una figura unitaria è fallito e ancora non è chiaro per colpa di chi … o forse lo è benissimo.

Infine la questione amianto. Nei giorni scorsi ci pervenuto un documento (datato 19 aprile 2024) dove leggiamo che “Come per gli anni precedenti anche nel corso del 2024 sarà effettuato il programma degli interventi di bonifica monitoraggio e controllo sull’amianto in matrice friabile presente lo stabile di Viale Mazzini 14” che  conclude “Si evidenzia come i risultati dei sui indicati monitoraggi ambientali sistematicamente trasmessi alla ASL ed ai  RLS palesino l'assenza di fibre di amianto aereodisperse e tutti i valori di portati sono di sotto del limite inferiore di sensibilità dello strumento di misura”. A noi inesperti qualcosa appare difficilmente comprensibile: se si ammette in premessa che l’amianto è presente, come è poi possibile sostenere che si palesa l’assenza di fibre? Come dire: l’amianto c’è ma non si vede e fintanto che non si vede non è pericoloso. Poi: “interventi di bonifica” cosa significa esattamente? Se è, è stata, necessaria una “bonifica” porta a significare che era necessario farla altrimenti si sarebbe detto altra cosa? O no??? Cosa c’era nelle stanze “bonificate” prima della bonifica? In sintesi: l’amianto a Mazzini c’è, c’è sempre stato e sarebbe meglio starne lontano. Se ha provocato danni alle persone non è dato sapere. Quello che non sappiamo è: chi ha effettuato le rilevazioni? È possibile che, per quanto si legge è l’Azienda che certifica se stessa e ne da informazione alla ASL ed ai RLS?   

Proprio ieri sera abbiamo avuto notizia di una ex collega deceduta nei giorni scorsi, per quanto ci hanno riferito, a causa di un tumore polmonare fulminante. Non sappiamo nulla di più. Cercheremo di sapere e verificare.

bloggorai@gmail.com


 

Nessun commento:

Posta un commento