domenica 6 dicembre 2020

Una piccola storia ignobile

“Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare, così solita e banale come tante, che non merita nemmeno due colonne su un giornale o una musica o parole un po' rimate, che non merita nemmeno l' attenzione della gente, quante cose più importanti hanno da fare…”            (Francesco Guccini, 1976)

Alcuni lettori potranno non appassionarsi a quanto stiamo per scrivere. Molti di loro apprezzano di più racconti “alti” (per quanto nelle nostre limitate possibilità), distaccati da queste umane vicende da retrobottega del Servizio Pubblico. Siamo però convinti che i grandi disegni si apprezzano meglio dai piccoli dettagli e questo è un dettaglio di cronaca politica contemporanea non di poco conto.

Mettetevi comodi e leggete con attenzione.

Iniziamo da qui per riprendere una vicenda che si fatica a raccontare, a scrivere, a trovare i pezzi che la compongono. Una storia che da qualsiasi parte la racconti fa acqua da tutte le parti. Cerchiamo di mettere in fila qualche notizia. L’argomento è la cosiddetta “Netflix della cultura” promossa dal Ministro Dario Franceschini. Idea non nuova e tantomeno originale, in Italia e in Europa. Comunque, su sua iniziativa è stata costituita una società (ancora senza nome) che dovrebbe proporre “la visione live e on demand di concerti e opere teatrali… tour virtuali dei musei italiani… mostre, festival e fiere …”. A questa iniziativa non partecipa Rai (almeno per ora) che all’inizio è sembrata entusiasta (Salini: “idea bellissima”) ma poi si tira indietro con comunicato del 3 dicembre che già di per se la dice lunga sulla vicenda: “Al progetto Viale Mazzini ha scelto di non partecipare, secondo quanto apprende l'Adnkronos, perché non solo dispone già di  una piattaforma on demand, RaiPlay, che veicola prodotti culturali gratuitamente oltre a valorizzare i propri programmi ma anche perché non può produrre contenuti a pagamento”. Anzitutto la forma della comunicazione: chi è il soggetto che parla? L’AD, il Presidente, il Consiglio di Amministrazione? C’è stato un dibattito? Sono state valutate tutte le opzioni? Non è dato sapere. Ci limitiamo a generiche dichiarazioni all’ADN, “solitamene bene informata” come si usa dire. Fin qui, robetta.

Se non che ieri pomeriggio veniamo informati di una notizia interessante: “Parisi vince l’appalto e rientra in Rai grazie alla sua Chili Tv. La società, nel cui Cda siede ancora l'ex candidato sindaco di Milano, si aggiudica una concessione da 691 mila euro per un servizio su RaiPlay. Una boccata d'ossigeno per i conti in rosso… L'azienda dell'attuale consigliere comunale, oggi guidata dall'amministratore delegato Giorgio Tacchia, si è infatti aggiudicata un appalto (tramite procedura negoziata) da 691 mila euro per il servizio di recommendation (ovvero il sistema che suggerisce contenuti a seconda delle preferenze dell'utente sulle piattaforme digitali) sulla piattaforma RaiPlay”. Articolo firmato da Luca Rinaldi su Lettera43 e pubblicato il 31 luglio 2017.

Leggiamo ancora, e questo un passaggio di particolare interesse: “Chili, che fornisce video on demand, è stata scelta perché, si legge tra le carte della gara, è l'unica «a soddisfare positivamente tutti i driver della piattaforma avendo a disposizione la tecnologia e il know-how, anche in ambito editoriale e di marketing, sui sistemi di recommendation». Tanto che per la Rai la società fondata da Parisi è la sola sul mercato a poter fornire il servizio”. 

Allora, un piccolo passo indietro all’anno scorso: chi vi scrive ha partecipato al Prix Italia 2019 a Roma. In ambito del Prix e, più ancora, in ambito EBU, venne esposto il progetto di “recommandation system” PEACH. In alcune occasioni a ricordarlo è stato Ulrich Wilhelm, l’ex presidente dell’ARD tedesca. Leggete questo: “User personalization – delivering relevant content to the right user, at the right time, on the right device – is becoming essential for broadcasters to reach their audiences”, says Michael Barroco, Head of Software Engineering at the EBU” pubblicato sul sito EBU (consorzio di Servizi publici europei di cui Rai fa parte) nel novembre 2017  (https://tech.ebu.ch/news/2017/11/peach-project-expands-as-broadcaster-br-deploys-co-developed-personalisation-system ). In soldoni, chiediamo: che bisogno c’era di comprare all’esterno quello che già era disponibile, gratis, all’interno?

Ancora un passo indietro. Leggiamo su IlTempo.it del 03 settembre 2020: “Ottavo bilancio consecutivo in perdita per Chili, piattaforma di tv on demand su internet presieduta da Giorgio Tacchia e lanciata da Stefano Parisi, dove iniziano a emergere divergenze fra i soci: qualche giorno fa l’assemblea degli azionisti ha infatti deciso di riportare a nuovo la perdita di oltre 19,5 milioni di euro registrata nel 2019, quasi identica al precedente esercizio e che si somma al rosso pregresso di 52,5 milioni circa”. 

Passano solo pochi mesi e con una procedura ancora non del  tutto chiara (nel comunicato CdP si legge che “Per la realizzazione e la gestione della piattaforma il MIBACT e CDP hanno avviato un’interlocuzione con la Rai ed i principali operatori presenti nel mercato italiano, all’esito della quale è stata indetta una procedura competitiva aperta per l’individuazione del partner industriale”. I termini “interlocuzione” e “procedura competitiva aperta” si prestano ad interpretazioni complesse. Il primo non dice nulla: chi ha interloquito con chi, come e quando? Il secondo termine invece trova maggiori appigli: secondo l’art. 60 D.lgs. 50/2016 e s.m.i.) si definiscono “aperte” aperte quelle procedure in cui qualsiasi operatore economico può presentare un’offerta in risposta ad un avviso di indizione di gara, fornendo le informazioni richieste dall'amministrazione aggiudicatrice ai fini della selezione qualitativa. È stato fatto un avviso di gara? Forse a noi è sfuggito. Ma alla Cdp e al Mibact forse si, oppure no???

Lo ammettiamo, noi non siamo esperti di diritto amministrativo, di gare, di procedure di appalto, di trasparenza negli atti della Pubblica Amministrazione e magari può essere pure che tutto si sia svolto nel migliore e più corretto dei modi. Ci piacerebbe saperne di più, sopratutto dall’interno di Rai e magari non generiche dichiarazioni del genere “Viale Mazzini fa sapere…” senza alcun riscontro ufficiale, tipo la "letterina" letta dall'Annunziata per presentare le scuse del "vertice Rai" a Morra. Già, quale vertice? 

È proprio una piccola storia ignobile che si fatica a raccontare. Il testo di Guccini si conclude con “… e i politici han ben altro a cui pensare”. Intanto è stata presentata un’interrogazione parlamentare. La storia prosegue, purtroppo.

bloggorai@gmail.com

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