lunedì 7 dicembre 2020

La Supercazzola

Il post di ieri ha avuto grande successo di lettori: grazie !!! 

Alcuni hanno commentato con sgomento, altri infastiditi dall’ennesima e consueta storia di nefandezze di varia natura e provenienza, altri ancora attoniti come se la vicenda fosse scritta da una fervida mente maligna, infine altri ancora incuriositi per sapere come andrà a finire.

Andiamo avanti. Non ci sono notizie rilevanti. La riflessione di oggi riguarda l’incertezza e la confusione. Anzitutto quella sanitaria, visto che ci attacca da vicino e ci coinvolge nelle vita di ognuno di noi. Non sappiamo se, quando e come finirà la pandemia. Non sappiamo se e quando arriverà un vaccino e anzitutto di quale vaccino si dovrà fare uso. Tutto questo si accompagna al quadro politico che vive costantemente sotto minaccia e, di fatto, ne indebolisce oggettivamente la sua credibilità. Dopodomani in Parlamento ci potrebbe essere una prova decisiva, dentro o fuori o forse. In tale contesto qualcuno ha voglia di parlare di Rai? Poco e quel poco con scarsa convinzione e di quella che ne rimane con un malcelato senso di disagio che si trova quando si avverte una sottile quanto spiacevole sensazione di immunità, di impunità, di relatività complice e talvolta colpevole. Una domanda si pone ricorrente: come e quando se ne potrà uscire? Gli ottimisti, ai quali spesso mi associo, ritengono che sia possibile intanto e subito rescindendo i legami con la politica per poi avviare il ripensamento totale del suo ruolo, della sua missione. I pessimisti sono ormai rassegnati: la malattia è profonda e inguaribile, è solo questione di tempo, il destino di questa Rai, di questo Servizio Pubblico è segnato.   

Succede un po’ a tutti di essere indotti a pensare che un piccolo episodio sia più grande della storia che lo contiene. Succede pure che ci si accorge facilmente di un granello di sabbia nell’occhio e non del trave che incombe minaccioso. Così anche a questo Blog succede di essere indotto a scrivere di qualche argomento che sembra occupare uno spazio maggiore di quanto in verità non merita. Forse ha ragione un nostro autorevole lettore quando ha commentato la storia della piattaforma della cultura italiana proposta del Ministro della Cultura: “E’ una boiata pazzesca... la supercazzola di questo dannato fine anno…”. Già, forse ha ragione e finiamola qui. Certo, da non dimenticare e non sottovalutare le stranezze che sono intervenute su questa vicenda, da tutte le parti che, purtoppo nessuno chiarirà mai e resteranno avvolte nelle nebbie. Questa vicenda ha semplicemente evidenziato intere le lacune, le debolezze strutturali, i ritardi che da tempo incombono su Viale Mazzini e che tuttora gravano minacciosi. I problemi di oggi non nascono ieri ma vengono da lontano.

Alla fin fine, si è tratta dell’ennesima arma di distrazione di massa sui temi del Servizio Pubblico con la quale si è posto, ad esempio, in secondo piano il problema delle sue risorse, del canone e della pubblicità, che si vorrebbero ridurre più o meno contestualmente. E così via.

bloggorai@gmail.com

 

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