sabato 19 dicembre 2020

Ahhhh ... la crisi ... la crisi

Ci sono crisi che si sentono e si vedono (quella del Covid) e altre che si avvertono incombenti (quella politica). Sulla prima c’è poco da dire se non constatare che il “modello Italia” non ha funzionato come avrebbe dovuto: non c’era un Piano pandemico aggiornato, il Covid ha trovato un sistema sanitario a pezzi (viene da lontano e pochi si possono ritenere del tutto innocenti) e la risposta all’emergenza è stata spesso improvvisata e poco strategica.

Sulla crisi politica invece c’è molto da ragionare. Anzitutto leggete le prospezioni elettorali di Pagnoncelli sul Corriere di oggi. Prima domanda: perché Renzi tira la corda proprio in questo momento? Non ne avrebbe nessuna convenienza ad andare alle urne, ne uscirebbe con un prefisso telefonico milanese. Lo fa per il bene della Patria??? Da ridere. Agisce “per nome e per conto”? Probabile: si presta ad essere il braccio armato dei molti che vedono Conte con sofferenza. Potrebbe essere un antagonista pericoloso alle prossime elezioni, in grado di raggranellare un gruzzolo di voti importanti. Tanto vale toglierselo dalla scatole subito e rimandarlo a fare l’avvocato. PD e M5S ringraziano Renzi. Potrebbe anche essere “per nome e per conto” di altri esterni al Parlamento: il primo indiziato è la nuova Presidenza Biden che, notoriamente, non sembra aver dimostrato grandi simpatie per il capo del Governo sospettato di eccessiva simpatia con Trump mentre il secondo potrebbe essere un certo Signor Mario Draghi, il Salvatore della Patria che da molte parti si vorrebbe in capo ad un esecutivo di transizione verso la nuova legislatura post 2023. In cambio di questo tutto suo operato, Renzi potrebbe avere laute ricompense: ci sono in gioco molte posizioni interessanti, per lui e i suoi sodali. Comprese quelle che si potrebbero rendere disponibili a Viale Mazzini.

Eh già … la Rai. Che c’entra la Rai con una ipotesi di crisi di Governo??? C’entra, c’entra. Per tanti buoni motivi. Il primo è antico: controllare l’informazione pubblica viene (forse erroneamente) ritenuta una leva strategica per acquisire/consolidare consenso politico. Non è una novità: avere un direttore di un Tg o di una rete come amico è meglio che averlo come nemico (tautologia) ma non tanto e non solo perché potrebbe mettere al riparo da attacchi e congiure, quanto più perché sono in grado di garantire un atteggiamento “amicale” (eufemismo) verso qualcuno o verso qualcosa. In altra epoca si sarebbero chiamate “marchette”, oggi in epoca digital potrebbe avere altra definizione.

Allora fatto sta che da alcuni giorni, in modo molto, molto strisciante, sotterraneo, occulto, sembra, pare, dicono che sia in corso un trattativa per uno “swap” (come piace dire al VII piano di Viale Mazzini) tra Salini e il suo fido (???) collaboratore Matassino. Sembra di capire che in modo più o meno palese che il primo sia sostenuto da una parte del M5S (quale?) e il secondo sia “vicino” ad una parte del PD (quale?). Un nostro lettore, qualificato ed esperto, oltre che navigato assai, ci ha detto “non si muove paglia se i Santi non ti vogliono in Paradiso” e questi altri non sarebbero che Zingaretti e Di Maio. Ieri una “cusiosa” nota di Dagospia: “… a Di Maio e Zingaretti non è piaciuta affatto la difesa dell'amministratore delegato Salini, compiuta peraltro durante l'intervista alla Gruber su La7. Oltre alla testa di Salini, dalla maggioranza chiedono a Di Maio di trovare un sostituto a Giuseppe Carboni alla direzione del Tg1, considerato troppo appiattito sulle veline di Casalino”.

Comunque, ha ragione il nostro lettore. Il PD, tramite il Ministro Gualtieri e non solo, ha fatto sapere chiaro e tondo che è necessario cambiare e di proroga non se ne parla proprio. Il secondo, Di Maio, sul tema negli ultimi tempi è stato più intanato e, sotto traccia, potrebbero aver agito alcuni dei suoi, forse non in modo omogeneo. Tanto per intenderci e ipotizzare qualche nome: Patuanelli e Spatafora. Ma, per quanto abbiamo potuto verificare e comprendere, la partita si è mostrata molto più complessa di quanto alcuni potevano immaginare per due buoni ordini di problemi. Il primo sono i tempi. Quando potrebbe avvenire una operazione del genere? Nei giorni scorsi, in modo tanto misterioso quanto confuso, è girata con insistenza la voce del prossimo 28 dicembre. Perché proprio questa data non è dato sapere se non che quel giorno si vota la Legge di Bilancio (e dopo aggiungiamo una nota in proposito). Fumo negli occhi, polpetta avvelenata, wishful thinking??? Forse, banalmente, una “sciocchezza” (eufemismo). Per fare un’operazione del genere occorrono passaggi lunghi e complessi, pressoché impossibili da attuare in questo momento. La sola possibilità potrebbe essere che Salini si dimetta, magari perché chiamato ad altre e più profittevoli imprese. Difficile, molto difficile. Il secondo ordine di problemi riguarda i tempi. E’ in questo preciso momento che si compongono gli schieramenti e la battaglia si appresta ad entrare nella fase cruciale. Torniamo un passo indietro. Se è vero come sembra che il governo Conte è pressoché cotto si tratta di accompagnare la sua uscita con “altri orientamenti” (da nostra fonte) come si legge pure su Repubblica questa mattina a firma di Emanuele Lauria: “È proprio un cambio di passo radicale quello invocato dall'ex sindaco di Firenze, che a corredo delle sue richieste avanza pure quella del rinnovo del vertici Rai”. Già, ma quando? Come abbiamo più volte scritto, cambiare tutto il vertice Rai, ora, non è possibile e, seppure fosse, dovrebbe avvenire con la vecchia Legge del 2015 che non è quello che richiede e propone il PD, in buona compagnia di tutti coloro (compreso il sottoscritto) che vorrebbero una modifica del modello di governance del Servizio Pubblico. Se non ora quando? A scadenza mandato, a fine giugno. Esattamente come ha proposto il Ministro Gualtieri nella ormai storica audizione in Vigilanza il mese scorso.

D’altra parte invece si sta cercando una “exit strategy” da applicare subito, in condizioni date e con quanto di meglio le mediazioni politiche possono raggiungere. Questa pista porta alle manovre più o meno occulte di cui abbiamo scritto: trovare il modo per “accompagnare” Salini fuori da Viale Mazzini e sostituirlo con …??? Un "esterno" come comunque è Matassino (ha un contratto a tempo determinato) oppure un interno??? Già, come abbiamo pure scritto, il Giulio Cesare di Shakespeare non lo abbiamo letto solo noi. Difficile immaginare che l’AD e chi gli è vicino si lascino fare le scarpe senza nulla in cambio. Allora, la trattativa continua. Esito molto incerto. Se dovessimo scommettere un caffè, il risultato è 0 a 0, almeno fino al prossimo 28 (dicembre, gennaio…???).

Notizie del giorno: ricordate la famosa storia dei 40+40 mln previso dalla Legge finanziaria 2019? Sembra, come scrive Andrea Biondi oggi sul Sole 24 Ore, che la prima trance sia in arrivo. Da ricordare però a “condizione che…” siano rispettati i vincoli previsti di finalizzazione agli adempimenti del Contratto di Servizio e rendicontazione periodica. Da rileggere attentamente quanto scritto da Aldo Fontanarosa nel dicembre 2019 su Repubblica.it: “Il Ministero dello Sviluppo Economico chiede che la televisione pubblica documenti in modo puntuale le spese che affronterà. La tv pubblica, dunque, dovrà comunicare al ministero dei "Piani operativi". Questi Piani conterranno: - la descrizione delle spese e la loro distribuzione nel tempo; - il livello del personale impiegato nel raggiungimento degli obiettivi; - le tecnologie in campo; - la tempistica necessaria a centrare gli "obblighi" che derivano dal Contratto di Servizio. Ma i "Piani operativi" non bastano. Prima di pagare i soldi stanziati dalla legge di Bilancio, il ministero dello Sviluppo riceverà dalla Rai una "Relazione consuntiva", entro il 30 aprile del 2020 ed entro il 30 aprile del 2021. Solo dopo aver letto le due Relazioni, il Ministero sbloccherà i milioni, in tutto o in parte”. Ora, questi “piani” sono stati forniti da Viale Mazzini nelle scadenze previste? Non ne siamo molto sicuri.

Ultima nota: Amazon è scesa in campo di calcio acquistando i diritti della Champion's League. Il nemico è alle porte e non prende prigionieri.

ps: dal Cda dei giorni scorsi ordinaria amministrazione e l'audizione di Salini in Vigilanza rinviata a causa del voto al Senato. Gli è andata bene, per ora. 

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