lunedì 14 dicembre 2020

Rai, di meglio, di più: dimissioni!

Andare all’edicola, prendere i giornali, dare un occhio veloce ai titoli mentre prendo il solito caffè al bar sotto casa e farsi prendere dallo sconforto è un tutt’uno. “Mai ‘na gioia” commenta il barista. In effetti, pare di vivere un momento presente tutto evanescente mentre si prospetta un futuro assai inconsistente.

Il Governo è appeso alle parole dei tanti che ricattano, minacciano, tramano  e complottano in ogni direzione. In ballo ci sono i seggi in Parlamento, il Sindaco di Roma, le elezioni del Presidente della Repubblica e, buon ultimo, il nuovo Cda Rai che, prima o poi, si dovrà rinnovare con la vecchia o con una nuova Legge. Su tutto questo grava la pandemia che altera e confonde tutto, capovolge le prospettive e le visioni. Sarebbe sufficiente chiarire la vicenda del Piano pandemico falso, taroccato, scaduto come uno yoghurt ammuffito in frigorifero per chiedere che qualcuno debba andare a casa, di corsa, prima che facciano altri danni.  

Oggi c’è poco da leggere. Il solo spunto interessante lo ha offerto la consigliera Rai Rita Borioni. Leggiamo dal suo FB: “… in Rai si preferisce usare la stampa, le veline, le indiscrezioni invece delle comunicazioni ufficiali per informare il CdA anche su temi che, a mio modestissimo avviso, sono di competenza del Consiglio o di cui, almeno, il Consiglio nel suo insieme dovrebbe essere informato prima della stampa… Lo sprezzo e la sufficienza con cui il CdA (o almeno parte di esso) è trattato questi vertici dimostrano che manca terzietà e garanzie minime per svolgere un sereno e informato lavoro in CdA”. Verrebbe da essere solidali con i Consiglieri che esprimono queste considerazioni ma ci dobbiamo limitare a constatare che sono almeno un paio di anni che avviene quanto denunciano e non è cambiato nulla, anzi! Si può fare di meglio e di più: dimettersi! Potrebbe essere un gesto forte, di rottura, di denuncia che non passerebbe inosservato e potrebbe mettere a nudo tutti i nodi drammatici che interessano la Rai e il Servizio Pubblico. Metterebbe la politica, o una sua parte importante, con le spalle al muro e costringerebbe molti ad assumersi responsabilità verso le quali sfuggono come anguille. Il PD ha da fare obiezioni su Salini (come avvenuto ieri con le dichiarazioni di Michele Bordo, vice capogruppo alla Camera: “"La vicenda 90° minuto dimostra che la Rai di Salini sia ormai un'azienda senza controllo. Mancanza di pluralismo quasi totale che vede penalizzato quasi sempre il Partito Democratico. Non si capisce più chi controlla quello che accade nel servizio pubblico…”. Se il PD vuole “capire” ha tutti gli strumenti per farlo.

Si potrebbe obiettare che le dimissioni di due consiglieri potrebbero lasciare libero il campo ad una maggioranza “inconsueta” (M5S con la fantasmica Coletti, FdI con Rossi e il padano DeBlasio) di fatto già presente in Cda che si troverebbe totalmente libero di fare quello che meglio crede consapevole di non avere testimoni scomodi. Obiezione debole: tutto questo e quanto denunciano Laganà e Borioni già avviene, da tempo, con l’implicito ed esplicito accordo di Salini e Foa. Dunque? A loro vantaggio gioca anche la contingenza temporale: mancano pochi mesi alla scadenza e ci sarebbe tutto il tempo per affrontare e risolvere il grave problema del futuro prossimo dell’Azienda che non potrebbe, non dovrebbe essere lasciato in balia degli eventi determinati dall’evoluzione del quadro politico. L’obiettivo potrebbe essere, appunto un Cda nuovo subito, con la vecchia o con una nuova legge, purché sia in grado di gestire il prossimo anno meglio di come avvenuto finora.

Tanti anni di lavoro in Rai mi hanno insegnato una semplice verità, valida forse dovunque: gli spazi di credibilità, di agibilità, di autorevolezza, non te li regala nessuno. Devi prenderteli a suon di sportellate. 

bloggorai@gmail.com

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