domenica 27 dicembre 2020

Tanta infamia e poca lode

Quello che si appresta a terminare, per fortuna, è un anno con molta infamia e poca lode. Ci si aggrappa con rassegnazione o disperazione alla speranza, agli auguri, alle previsioni meteo, agli oroscopi, ai maghi e fattucchiere, agli scongiuri di ogni tipo … a qualsiasi argomento che possa farci immaginare un anno migliore di quello che abbiamo trascorso. 

La domanda ormai stanca “andrà tutto bene?” ha trovato definitiva risposta: NO! Non è andato tutto bene, nemmeno per idea. Per il futuro, vedremo, speriamo, chissà, forse. Poi, ci possiamo “riconsolare con l’aglietto”: siamo stati sufficientemente bravi, diligenti, scrupolosi e rispettosi e allo stesso tempo impauriti e minacciati. Per molti aspetti siamo stati solidali e volenterosi, come pure mascalzoni e egoisti, nel più puro genio italico.

Anche per la Rai, per il Servizio Pubblico, è ora di trarre qualche bilancio di quest’anno e provare a intravvedere cosa ci aspetta per il 2021. Cominciamo intanto a chiudere in bellezza il 2020 con l’inizio della tarantella su Sanremo, il solo argomento di oggi sui giornali, il che è tutto dire. Come noto, la notiziola dei giorni scorsi è stata l’uscita di scena della Rai di Antonio Marano, responsabile della pubblicità. Ci ha lasciato però un simpatico regalo: l’idea di una nave crociera, una specie di Titanic, dove rinchiudere cantanti, ospiti, pubblico, giornalisti e ambaradam vario tutti sigillati e garantiti antivirus. Un genio!!! Uno come lui la Rai se lo doveva tenere legato al cavallo di Viale Mazzini!!! Di uno così si potrebbe dire che potrebbe vendere ghiaccioli agli esquimesi e minestrine calde agli africani. Ce ne faremo una ragione e forse la Rai potrà sopravvivere anche senza di lui. Intanto il Cda ci pensa e qualche consigliere chiederà chiarimenti, magari prima o poi gli verranno forniti.

Ma il tema è un altro: è necessario Sanremo? Se ne può fare a meno? Si può saltare un giro? In ordine: il Papa ha rinunciato a tutte le sue cerimonie, lo stesso Natale è stato celebrato in forma dimessa; tutto il mondo dell’arte e della cultura sono in quarantena con musei, cinema e teatri chiusi e sprangati; gli stadi di calcio sono deserti; le passeggiate sono limitate; le visite ai congiunti contingentate; nelle RSA non si può dare una carezza ad una persona cara; ai nipoti è fatto tassativo divieto di avvicinare i nonni; nelle aziende, fabbriche e uffici, si avverte aria di crisi e di possibili licenziamenti e così via. In tali circostanze si può pensare a Sanremo? 

Facciamo fatica solo ad immaginarlo. Però è stato scritto (Repubblica.it):  Amadeus: "Vogliamo che sia l'edizione della rinascita". Coletta (direttore RaiUno): "All'Ariston e col pubblico". Come pure lo scorso anno qualcuno si avventurò nella collocazione del Festival tra i fenomeni che generano ”coesione sociale”. Fiduciosi e visionari nella migliore delle ipotesi e verrebbe proprio da augurare che possa essere così. Certo, in epoca e in momenti in cui il solo tema che desta attenzione e allarme è se e quando ci sarà una terza ondata e se i vaccini saranno in grado di fronteggiarla, si fatica ad immaginare i primi di marzo con le canzonette di Sanremo. Viene facile ricordare l’attentato a Togliatti del 14 luglio 1948. L’Italia era sull’orlo di una guerra civile e al Tour de France Bartali stava per vincere la gara. Molti storici mettono in relazione i due avvenimenti perché, in qualche modo, la sfida ciclistica distolse le attenzioni sul dramma politico. Che Sanremo 2021 possa assolvere questo compito, che sia in grado di distrarci per qualche sera dalle umane vicende della pandemia non siamo in grado di sapere. Che Sanremo possa generare tanta pubblicità per le pingui casse di Viale Mazzini potrà pure esser cosa buona. Ma nessuno mi toglie dalla testa il pensiero che si potrà sopravvivere anche senza il Festival e magari al suo posto, mandare in onda una maratona di repliche di Montalbano oppure un ciclo di partite storiche della Nazionale di calcio. Gli ascolti sarebbero garantiti e i contratti pubblicitari pure. Gli italiani (una parte, non tutti) potrebbero non accorgersi della differenza. Il 2021 potrebbe anche essere diverso.  

Per i lettori più affezionati: nei prossimi giorni sarà disponibile un Report Rai 2020 con una sintesi, mese per mese, dei principali argomenti e fatti raccontati da questo blog. Il Report sarà disponibile su richiesta inviando una mail al solito indirizzo:

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