giovedì 18 luglio 2019

note

Intervista a Primo Di Nicola, vicepresidente M5S in Vigilanza Rai oggi su La Verità: "Solo canone e zero pubblicità: Così la Rai è vero Servizio Pubblico".
Come dire: una proposta "leggermente" diversa da quella formulata da Di Maio un paio di giorni prima. Vedremo

Ieri, su Dagospia, ha scritto un "pensionato" Rai (molto esperto) Tra le concessionarie pubbliche spagnole, francesi, inglesi e tedesche, la RAI è il servizio pubblico che può mostrare i migliori livelli di efficienza alla luce del finanziamento pubblico che riceve attraverso il canone. In termini comparativi, la RAI dispone di risorse pubbliche inferiori alle altre concessionarie: nel 2017, la RAI ha potuto beneficiare di 1.776 milioni di euro di risorse pubbliche, contro i 4.729 milioni di euro della BBC, i 3.378 milioni di euro delle concessionarie francesi e gli 8.122 milioni di euro delle televisioni e radio pubbliche tedesche.
In Italia il valore unitario del canone, pari a € 90, è inoltre il più basso se comparato al Regno Unito, alla Francia e alla Germania, dove il canone è pari rispettivamente a circa € 175, € 139 e € 210. A ciò va aggiunto che lo Stato italiano non destina alla RAI l’intero importo della raccolta canone, infatti solo l’87% dei  90€ viene versato alla concessionaria.

Confrontando la RAI con i più importanti editori pubblici europei, come BBC, ARD, ZDF, RTVE, France Télévisions, risulta evidente che l’offerta di canali della concessionaria italiana è la più ampia e con i migliori risultati di ascolto: nel 2017 lo share televisivo di RAI è stato pari al 36,5%, della BBC il 31,5%, di France Télévisions il 28%, di ARD il 26,1%, della ZDF il 18,2% e della RTVE il 16,7%.

La RAI possiede inoltre complessivamente meno dipendenti dell’inglese BBC, delle tedesche ARD e ZDF e di France Télévisions, ma investe in programmazione più di ogni altra concessionaria:  nel 2017, gli investimenti in programmazione in RAI hanno superato il valore complessivo di tutto il finanziamento pubblico ricevuto mentre, ad esempio, in comparazione, France Télévisions ha investito un valore pari solo all’84% del proprio finanziamento pubblico, la spagnola RTVE il 77%, la BBC il 63% e l’editore tedesco ZDF il 68%.

Un nostro attento lettore, invece, ci ha scritto: "Diciamo che SKY viaggia su una media di 50€/mese. Troppi per parecchie persone…
DAZN, che offre “poco”, non ha un palinsesto “LIVE”, non offre informazione, non ha radio, non offre musica e non ha un sito web meritevole. Tutto questo per 9,99€/mese.
NETFLIX, diciamo che costa 10€/mese (anche se alla fine dei conti costa di piu’…) e non offre SPORT, tantomeno il CALCIO, ne’ eventi LIVE. Si regge con le sue apprezzabili produzioni e col suo palinsesto pieno zeppo di film e serie TV. Non ha NEWS, non offre radio.
SPOTIFY poi e’ un mistero: offre solo MUSICA ad un prezzo stratosferico se paragonato con gli altri di cui sopra.
E poi viene RAI: Offre NEWS, approfondimenti, fiction, film, eventi LIVE, la NAZIONALE Azzurra, fino allo scorso anno una partita di Champions League, offre musica ed un palinsesto radio di prim’ordine. Ha anche diversi siti web. Il tutto per miseri 7,5€/mese.
Un altro invece ci scrive e osserva "una differenza fondamentale, lo scopo di un'impresa: ci sono imprese che fanno business e altre senza scopo di lucro. Da questo semplice punto di partenza nasce la dicotomia. Rai deve trasformare le entrate in servizi per la collettività allargata, consentendo iniziative che le imprese  con scopo di lucro non possono permettersi.
Aggiungiamo noi: il numero abbonati Sky è oltre 5 milioni (fonte MF), quelli di Netflix oltre 1,5 mln (stimati), quelli di DAZN 1,3 mln. Non parliamo di quanti milioni di persone usufruiscono di servizi audiovisivi (informazione, intrattenimento, fiction, musica etc) attraverso lo streaming tv. Il tutto compone una platea considerevole, propensa a pagare una cifra certamente superiore a quella del canone Rai, in cambio riceve un prodotto che Rai, evidentemente, non fornisce. 

bloggorai@gmail.com

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