mercoledì 10 luglio 2019

MediaFlix

Anzitutto una doverosa premessa: leggete attentamente l'articolo di Marco Mele:


Citiamo una sola frase utile per proseguire: " ... perdita nei bilanci 2019 e 2020 ma, soprattutto, una posizione finanziaria netta negativa che arriva a 525 milioni nel 2020 e resta tale nel 2021. Quanto al canone, che doveva tornare al 100% nei bilanci di Viale Mazzini a partire dal 2019, andrà invece al 50% allo Stato, come negli ultimi anni, nella parte che supera la cifra indicata nel bilancio dello Stato."

Stamattina tutta la stampa è dedicata alla presentazione dei palinsesti di ieri a Milano. Diciamo subito che non interessa gran che sapere se tizio, caia o sempronia avranno una loro trasmissione. Tantomeno se la somma di loro tre e qualche altro potrà far sostenere che la Rai è diventata "sovranista". 
Interessa molto di più leggere e capire due titoli: il primo è del Sole 24 ore: "RaiPlay adesso sfida Netflix - Show e film solo per il Web". Dichiara Salini "Una Rai che vuole cambiare passo ... essere digitale e contemporanea ...editore, produttore e distributore unico a livello mondiale ". chiuse virgolette. A capo. senza commento.

Il secondo titolo è di MF: "Tutta Mediaset sbarca su Tim Vision" cioè tutte le reti in streaming. Che differenza c'è tra i due titoli, tra le due notizie? la prima corre il rischio di essere una bufala, tecnicamente una fake news, la seconda è vera e di prossima attualità. 
Ricordate, nei giorni scorsi abbiamo riportatola "bomba" del Total Audience dove la Rai è indietro di tanti punti rispetto agli altri editori. Una distanza difficile da riprendere in condizioni di mercato, tecnologiche e normative che non sembrano affatto rendere competitivo il Servizio Pubblico.  
Ieri a Milano è proseguita la tarantella di Fiorello indicato come il motore del "lancio" della piattaforma web di Viale Mazzini dove, però, abbiamo letto che alla presentazione era assente l'avvocato Spadafora, direttore Affari legali, perchè impegnato a Roma per chiudere il contratto con Fiorello, appunto. Come pure, il tanto strombazzato Luttazzi su Rai Due non si farà perchè costoso.

Torniamo a bomba: il crocevia, la madre di tutte le battaglie prossime venture per il Servizio Pubblico di Viale Mazzini sono le risorse come ricorda bene il citato articolo di Mele. Rai Play vorrebbe produrre contenuti originali? Magari ... con quali soldi? Inoltre, avete mai visto qualche prodotto Netflix e avete idea di cosa significa in termini di costi di produzione e di quale impegno c'è nella scrittura e nella sceneggiatura? le spalle solide di Alberto Sironi, regista di Montalbano, oppure Don Matteo piuttosto che L'Amica geniale, sono in grado di reggere il confronto per intercettare quel pubblico "giovane" che la Rai sembra perdere progressivamente? 

Veniamo ai generi: stiamo cercando, con scarso risultato, analisi studi o ricerche sui palinsesti delle altre televisioni pubbliche in Europa. Tanto per capire se e in che modo il modello di funzionamento cui si ispirano per la produzione sia modellato sui diversi generi. Finora non abbiamo trovato nulla di significativo e recente.

Ultima notizia che nessuno (a parte Dagospia ieri alle 16.23) ha riportato: Forza Italia ha presentato una risoluzionein Vigilanza che impegna l'AD Rai a non procedere a nuove nomine fintano che la stessa Vigilanza prima e il MISE dopo si siano pronunciati sul Piano industriale. Esattamente una zeppa (o una zappa) sui piedi di Salini e, si legge nella notizia, che potrebbe vedere anche altre forse politiche concordare sulla mozione. Attenzione: non si tratta solo di nomine di serie B, c'è il ballo il Tg1, il canale istituzionale e Rai News24. 

Fiorello ieri a Milano: "Confido nel fatto che saltino i vertici Rai così salta anche il programma". Se lo dice lui che è un comico.

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