Per oggi ci limitiamo a segnale un importante articolo sul quotidiano Avvenire di Mario Morcellini , commissario AgCom, sul tema informazione. Il ruolo del giornalista come "arbitro di linea" ovvero garante delle nostre libertà come pure il confronto tra la quantità di tempo occupato in Tv dai leader di partito rispetto alle forze politiche sono gli argomenti affrontati. Siamo nel pieno di un dibattito cruciale per il presente e il futuro del nostro sistema democratico, sottoposto ad una pressione crescente sul fronte dello spostamento dell'asse di riferimento dalla fonte legislativa a quella esecutiva (vedi proprio la nuova legge di riforma della governance Rai). L'articolo riporta, inoltre, interessanti osservazioni sul tema dell'uso della "social information". Per quanto ci riguarda, condividiamo buona parte del ragionamento proposto da Morcellini mentre osserviamo che la riflessione sulla figura del "giornalista" sia carente dal suo presupposto editoriale, logistico, aziendale. Difficile, infatti, immaginare il giornalista "con la schiena dritta" in un giornale con la schiena piegata, o meglio, con la schiena rivolta ad una parte piuttosto che all'altra. Inoltre, allo stesso modo con cui si fatica a credere alla "neutralità della notizia" allo stesso modo, si fatica a credere a chi gestisce, manipola, le notizie come "arbitro neutro". Viceversa, è lecito credere che si pone una relazione funzionale tra la figura professionale del giornalista e il contesto dove questa viene esercitata, sia essa limitato alla sola testata giornalistica, sia essa svolta più in generale sul piano politico e culturale. Per intenderci, nessuno obbliga il redattore, quando scrive una notizia politica, a riportare l'ultimo Tweet di Salvini o Di Maio. E' proprio in questo momento che l"arbitro di linea" supera il suo ruolo e corre il rischio di diventare "ala tornante" della squadra in campo. Da questo punto di vista, il tema torna al campo centrale dove si gioca, per quanto ci riguarda, la partita più rilevante: il ruolo dell'informazione nel Servizio Pubblico Radiotelevisivo.
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