Quando come in questi giorni, succede che si parla poco di Rai, di Servizio Pubblico, se non per le rilevantissime questioni dei presentatori di Sanremo, dei Tweet dell'AD e compagnia cantando, c'è di che essere seriamente preoccupati. Non è un bene.
Fatta questa premessa, veniamo al mondo reale. Oggi è 15 gennaio e mancano esattamente 36 giorni alla scadenza prevista sugli adempimenti del Contratto di Servizio. Come noto, siamo in proroga perchè alcuni adempimenti erano già scaduti sei mesi or sono. Abbiamo cercato, con i pochi e limitati strumenti di cui disponiamo, di sapere qualcosa: a che punto siamo' Il piano industriale anzitutto, cioè la strada maestra lungo la quale avviare il "cambiamento" della Rai come sarà strutturato? quali obiettivi dovranno essere perseguiti? con quali risorse? Poi, il piano editoriale: le reti e le testate. Quante testate giornalistiche, il canale all news, il canale istituzionale, quello in lingua inglese, l'informazione regionale? Lo abbiamo scritto e lo ripetiamo: un muro di gomma spesso come il cemento armato con i tondini da 16 mm, oppure come dicono i poeti "un silenzio assordante" oppure ancora come hanno scritto Franco IV e Franco I "ho scritto t'amo sulla sabbia".
Tutto questo è di una gravità ASSOLUTA: il mancato adempimento ad obblighi di Contratto di Servizio potrebbe aprire scenari inquietanti. Non è necessario scomodare le minacce, più o meno velate, di revoca o ridiscussione della stessa Concessione. Ad essere ottimisti, c'è da sperare che qualcuno possa o debba chiedere una proroga: che finezza!!! veri strateghi!!!
Come molti lettori sanno, nel deserto totale di iniziative, di dibattito, di riflessioni, sul Servizio Pubblico e sul suo futuro, ci sono alcune persone che invece di portare a spasso il gatto provano ostinatamente ad incontrarsi, a dibattere e provare a cercare idee. Tutto molto difficile, complesso. Anche il solo organizzare questi incontri richiede una certa energia. Recentemente è stato pubblicato sulla rivista Il Mulino, a firma Francesco Devescovi, un articolo molto interessante dove si pone un drammatico interrogativo: questa Rai è riformabile? A nostro parere, la manovra congiunta tra politica e tecnologia insieme alla mancanza di risorse ha tracciato un solco difficilmente superabile. Il problema potrebbe essere non tanto se sia riformabile, quanto se sia giusto salvarla.
Il Servizio Pubblico è accerchiato per buona parte all'esterno, il nemico è accampato sotto i giardinetti di Viale Mazzini, per altra parte il nemico è già al suo interno. Le sue truppe sono composte,a sua volta, in parte da mercenari assoldati per l'occasione, da killer più o meno professionisti che, silenziosi ed occulti, si aggirano per i vari piani. Altri invece sono truppe scelte, con tanto di uniformi, cappelli e pennacchi, alabarde e lustrini e organizzano parate con tanto di cannoni e bombarde. C'è qualcuno che ha voglia di salvarlo? si intravvede all'orizzonte il VII Cavalleria? pare di no.
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