sabato 31 agosto 2024

RAI: accordo si ...accordo no ... accordo forse ...


“Tranquillo Bloggorai ... stai sereno: l’accordo c’è e il 12 settembre si vota!” ci diceva fino a ieri il nostro autorevole lettore (molto autorevole e "destro destro"). E invece, ieri mattina di accordi sulla RAI non ci sono tracce. Sul Post di ieri lo abbiamo scritto chiaro e tondo “ … quando sapremo gli esiti del confronto Meloni/Salvini/Tajani in corso questa mattina. Se li sapremo, perché non è escluso che non si sappia nulla perché il famigerato accordo sulla RAI potrebbe non essere stato trovato”. Bloggorai non ha sfere di cristallo e non consulta chiromanti: propone semplici e banali ragionamenti, connette i punti e gode di una buona rete di fonti e qualificati e attenti lettori con i quali spesso e volentieri ci confrontiamo.

Allora, per cercare di capire già dal pomeriggio di ieri abbiamo convocato d’urgenza il Comitato Scientifico Bloggorai (CSB) dopo aver chiesto e cercato notizie su quanto successo al vertice Meloni/Salvini/Tajani per quanto riguarda la RAI. Tutti brancolano nel buio, le agenzie hanno taciuto e questa stessa mattina nessuno è in grado di sapere nulla di preciso se non generici titoli e poche righe su Repubblica, Messaggero e Fatto.

Cominciamo dal principio: il comunicato ufficiale parla di “intesa su tutti i dossier”. Una balla clamorosa e il primo dossier non inteso è quello sull’Ucraina che, nonostante le correzioni, lascia intendere benissimo la diversità di pensiero tra Salvini e i suoi alleati. Sui tanti dossier aperti la sola cosa che è emersa dal vertice è che non è emerso nulla. Dunque, apparentemente, anche sulla RAI: silenzio totale, il dossier sembra scomparso nonostante cha mancano solo pochi giorni al 12 settembre.

Cosa è successo? Il CSB ha sintetizzato tre ipotesi.

Accordo si. I governanti hanno trovato l’accordo ma non lo fanno sapere. Meglio giocare a carte coperte, sottotraccia. Nella trattativa di ieri mattina qualcuno ha rinunciato a qualcosa ed è più “garbato” non farlo sapere o, viceversa, qualcuno ha ottenuto quello che voleva ed è “carino” non strombazzarlo in giro, non si sa mai, gli invidiosi sono sempre dietro la porta. Forse, ci dicono, mancano dettagli da affinare. Si tratterebbe allora, secondo questa ipotesi, di arrivare prima al 10 settembre (capigruppo al Senato) e poi al 12 alla Camera e fare il blitz, con o senza l’opposizione in Aula (posto che sia possibile, sono in corso accertamenti). Questo teorema regge, o dovrebbe reggere, se nel frattempo non si avvertono strappi e se, nel frattempo, si riesce a mettere in cantiere la trattativa sulla Presidenza. Cosa non facile e non immediata. Quando si sostiene “accordo si” si dovrebbe chiarire se questo riguarda solo il Governo oppure anche quello con l’opposizione che, sul tema, a quanto sembra, non manda segnali di fumo. “Fumo”.

Per quanto abbiamo capito e saputo, questa ipotesi non gode di grande consenso. Ci risulta che la Lega non si è mossa da un palmo dalla sua posizione e lo stesso hanno fatto gli altri. Punto. Vediamo dunque l’ipotesi completare ed opposta.

Accordo no. Sembra essere l’ipotesi prevalente. L’accordo non c’era già dai giorni precedenti e non poteva essere trovato ieri mattina last minute. Gli scogli da superare e le difficoltà sono tante e pure interne agli stessi partiti di maggioranza. Sappiamo, ad esempio, da tempo che il destino di Sergio/Rossi non è per nulla scritto sul granito, anzi, più passano i giorni e più la sabbia sotto i loro piedi è mobile e pericolosa. La Lega si impunta sul DG? Si, forse ma non solo. E pure il “suo” uomo (Marano o Ciannamea che dir si voglia) non è ancora chiaro chi possa essere il predestinato ad assumere un ruolo “pesante” e quale. Il tema è dare un segno tangibile del suo peso a Viale Mazzini, quale che sia. Altrimenti, minaccia, il canone lo decidiamo noi.  Il capitolo FI/Berlusconi poi sembra un caso a parte: apparentemente si sono impuntati sulla Agnes (leggi Letta) ma, a quanto sembra solo apparentemente: dipende … dipende dalle poste di scambio e ce ne sono tante sul tavolo. A proposito: divertente leggere il quadretto pubblicato ieri da Dagospia sul personaggio.

Accordo forse. Parliamo di un accordo sottinteso, e magari che vede coinvolto un “pensiero” di una parte dell’opposizione secondo il teorema “prima la riforma della governance e poi le nomine”. Tutti sanno però (e forse temono) che il prossimo 23 ottobre ci sarà l’udienza al TAR che potrebbe mescolare le carte qualora venisse accolta la richiesta di applicare criteri aperti, trasparenti e non discriminatori secondo quanto richiesto dal MFA. Potrebbe allora essere opportuno comunque prendere tempo e rinviare a tempi migliori e quindi, secondo alcuni (una teoria che va molto in voga all’interno di Viale Mazzini) meglio lasciare questo Cda in prorogatio almeno per un anno ancora. Una ipotesi plausibile che gode di un grande vantaggio: poggia sulla granitica confusione e incertezza generale (cosa far del Servizio Pubblico) e in particolare su tutti i fronti, su tutti i dossier aperti. Chi ha la forza e la capacità di affrontare il tema risorse? Chi ha la forza e la capacità di affrontare il tema Piano Industriale? Chi ha la forza e la capacità di affrontare il tema ascolti? E così via.

Prima di chiudere, ci sono tre cosette da riferire. L'altro ieri Le Monde ha pubblicato un ampio articolo/inchiesta con il titolo “L’offensiva della destra sulla RAI”. Si tratta di un documento molto interessante che è raro leggere sulla stampa nazionale. A gentile richiesta, lo possiamo fornire ai nostri lettori. Poi, nei giorni scorsi, ci siamo dilettati a vedere due trasmissioni: Noos di Alberto Angela e Newsroom di Monica Maggioni. Meriterebbero di qualche riga, in particolare la seconda. Oltre la noia (segnalata da ascolti da prefisso telefonico) c’è di più, molto di più. Prima vedere e poi credere.

bloggorai@gmail.com

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