martedì 6 agosto 2024

RAI: la riforma sotto l'ombrellone

Foto di Louise Dav da Pixabay
 

Buscar el Levante por el Ponente.

Care Lettrici, cari lettori, leggerete questo post quando il vostro Sole si leverà ad Oriente e qui sarà già alto nel cielo, implacabile. Da noi le notizie che giungono da Occidente arrivano tardi e quindi non sappiamo cosa scriveranno e commenteranno penne ben più autorevoli di Bloggorai.

Noi abbiamo poco tempo e la facciamo corta. Ieri, ad un certo punto della nostra sera, è arrivata una notizia ANSA : “Opposizioni unite, nomine Rai solo dopo la riforma della governance”. Apriti cielo! Subito si levano i peana di felicità: finalmente!!! Molto bene!!! E così via.

No, per come la vede Bloggorai è una proposta vuota e inconcludente e lo diciamo con grande rammarico. Ci spieghiamo ripetendo pure argomenti già esposti.

Una proposta organica e condivisa di “riforma della Governance RAI” al momento non esiste. Quelle esistenti (ben sette) sono molto diverse tra loro e si limitano prevalentemente, appunto alla sola “governance” dimenticando o mettendo in secondo piano la missione, le risorse e le tecnologie. Non ci sono tracce di Contratto di Servizio, di Piano Industriale e di rinnovo della Concessione previso per il 2027 nonché del MFA che, di fatto, azzera tutto (a quel tempo non era “previsto”). Non ci sono tracce di Digital Media Company, non ci sono tracce del futuro di RAI Way, non ci sono tracce di piattaforme. Non ci sono tracce di nulla.

Di quale “riforma della governance” parliamo?  Della proposta Fico M5S del 2015? Oppure di quella Orlando PD del 2020? Parliamo di “fondazione”? Parliamo di “consiglio degli Utenti” o di cosa altro? Al momento, per quanto ne sappiamo, solo una persona si è presa la briga di confrontare le sette (7) proposte esistenti (a gentile richiesta la forniamo) e non ci sono tracce di convergenze.

Una proposta di “riforma della Governance RAI” generica e senza contenuti è come una vettura cui mancano il volante e il serbatoio: cosa ci fanno i nuovi “governanti” seppure autonomi dalla politica se non sanno da che parte dirigersi e non hanno un pieno di benzina?

Una proposta di “riforma della Governance RAI” deve essere giocoforza approvata dal Parlamento. Quale? Quello dove la maggioranza è di “destra destra”? o di quale altro Parlamento parliamo o immaginiamo? Poniamo pure il caso che si voglia raccogliere la “buona intenzione” e che pure la Meloni dica si, facciamo la riforma. Qualcuno, ragionevolmente, è in grado di immaginare quanto tempo è necessario per mettere d’accordo tutti, maggioranza e opposizione?

Infine, invocare “una proposta di “riforma della Governance RAI” oggi, 6 agosto, e dimenticare o sottovalutare o almeno porre in secondo piano due punti fondamentali fa apparire, ad essere indulgenti, che si confonde qualcosa.  Primo punto: la maggioranza ha deciso che il 12 settembre si vota. Gli entusiasti di oggi tardo pomeriggio non ci hanno saputo dire cosa farà l’opposizione. È del tutto chiaro che se verrà insediato un nuovo Cda con i criteri della Legge 220 non risulta nessun meccanismo giuridico in grado di revocarlo. Torniamo al punto di prima: se questa maggioranza ha fretta di chiudere subito questa partita perché mai dovrebbe riaprila tra sei mesi, un anno o due. E arriviamo, peraltro, a marzo 2027 ovvero alla scadenza della Concessione.   

Ancora un’altra amenità estiva: gli “stati generali”. Di cosa parliamo? Ad essere generosi possiamo ricordare un programma Tv di Serena Dandini del 2019. Ad essere più aggiornati ricordiamo la proposta illustrata al Foglio dall’attuale DG RAI, Giampaolo Rossi, appena insediato a Viale Mazzini di settembre 2022. Provate solo ad immaginare: chi li promuove? Il Governo? La Presidente della Vigilanza Floridia (come ha recentemente dichiarato)? Chi altri? E quale sarebbe l’obiettivo? Fare uscire una proposta unanime di riforma sola RAI, condivisa? e come verrebbe approvata, all’unanimità, a maggioranza semplice? Provate solo ad immaginare i relatori, i gruppi di lavoro, gli esperti, i consulenti etc ettc eettc …Provate ad immaginare dove, quando, come e con chi. Provate ad immaginare, solo immaginare.

Chiudiamo con il secondo punto: la proposta di “riforma della Governance RAI” per come è stata enunciata ieri ancora una volta dimentica, vanifica o sottovaluta il solo fatto politico rilevante e significativo oggi tangibile: l’udienza del TAR del 23 ottobre. Se solo ieri avessero aggiunto questa postilla “… chiediamo di non procedere alle nomine Rai almeno in attesa del 23 ottobre…” il ragionamento poteva essere diverso. Invece no. Il temine “ricorso” è proprio indigesto: tutti lo conoscono ma nessuno ne vuole parlare. Chissà perchè?

Bloggorrai@gmail.com

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