Ci avviciniamo lentamente, molto lentamente, ad un momento in
cui i partiti, piccoli o grandi che siano, dovranno iniziare a gestire intorno alla RAI relazioni clandestine e pericolose, molto pericolose. Si tratterà di capire per
un verso i limiti di tenuta di una maggioranza che sembra, forse solo sembra,
dare flebili e visibili segni di sofferenza e, per altro verso, i limiti di
prospettiva di una minoranza dove uno dei componenti, il M5S, potrebbe
implodere al suo interno. Come abbiamo scritto più volte, un possibile campo di
battaglia sarà il prossimo Cda della RAI. Forse non il solo e forse nemmeno il
più rilevante ma certamente non sarà una scaramuccia di secondo piano.
Nel dettaglio, come noto, la relazione clandestina (il voto
è segreto) e pericolosa si svilupperà in Vigilanza RAI dove il Governo se, come
forse probabile, volesse fare la forzatura di votare il prossimo 12 settembre,
dovrà poi passare le foche caudine per l’elezione del/la presidente. Ribadiamo l’interrogativo:
chi sarà il tradito e chi il traditore? Ovvero, chi si presterà a fornire i 4
voti necessari alla maggioranza? Nei giorni scorsi abbiamo letto e poi
confermato dai nostri contatti (i soliti quattro amici al bar) che si possono
intravvedere almeno tre orizzonti di relazioni clandestine e pericolose riferite al
futuro della RAI.
La prima è quella che vede FI (Berlusconi forse più che Tajani)
occhieggiare al centro, al mondo cattolico, al PD. La seconda invece è quella
che vede FdI, la Meloni, occhieggiare al M5S. Brrrrr … che brividi … che
intense emozioni si provano.
Relazione clandestina n. 1. Le sottili trame e gli sguardi
languidi e desiderosi sono in corso da tempo in ambito politico/elettorale generico
e generale e, ancor più, in ambito televisivo. Berlusconi ha ben chiaro in
mente che lo schiacciamento a destra operato dalla Meloni gli toglie il fiato e
taglia il suo terreno elettorale sotto i piedi. Il suo grande interesse aziendale,
Mediaset, si proietta meglio in uno scenario di RAI stabile e con il canone
certo che non con il suo concorrente alla ricerca affannosa di spazi pubblicitari
sempre più magri. La sua “candidata” presidente Agnes potrebbe avere difficoltà
ad essere eletta se prima non si raggiungono fasi di “pre accordo contrattuale”
che, al momento, non sono per nulla definite. Ma, attenzione, la candidatura Agnes,
in questa fase è solo “merce di scambio” pronta ad essere rivista e corretta al
primo stormir di fronda utile e vantaggioso. Il principio generale, unico ed
universale, che sembra guidare il pensiero di FI è lo stesso che vale anche per
tutti gli altri soggetti: opportunità, necessità e convenienza. Berlusconi non
sembra aver messo gli occhi sulla poltrona di AD però … però … non è un segreto
per nessuno che un “suo” candidato ombra, alla bisogna, si trova facilmente.
Relazione clandestina n. 2. Due giorni addietro La Stampa ha
pubblicato un lungo retroscena, a firma Ilario Lombardo, dal titolo “Nomine
Rai, Meloni cerca sponda nel M5S per sbloccare il Cda e Agnes presidente”. Il
passaggio interessante è il seguente: “L'indiziato principale è il M5S.
Lollobrigida ne ha discusso con il capogruppo Stefano Patuanelli, con cui il
rapporto è ottimo. Ancora una volta è sulla Rai che gli interessi della
premier e di Giuseppe Conte tornano a convergere. Con un credito in più,
che dicono di vantare da FdI: il patto che lo scorso aprile ha portato l'ex
ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a essere nominato dalle Camere
consigliere laico del consiglio di presidenza della giustizia tributaria. Un
favore che Lollobrigida e Meloni si aspettano venga ricambiato”. Da rimarcare il
punto sugli interessi convergenti sulla RAI che già in passato sono emersi. Allora,
la semplice domanda che si pone è: fino a che punto Conte e la Floridia sono interessati ad una “Liaisons dangereuses” con chi e disponibili a trattare? Per avere cosa in
cambio? Entrambi, in epoca pure non sospetta, hanno immaginato una sorta di “stati
generali” senza mai specificare dove, come, quando e con chi farli. Solo tra i
partiti di opposizione oppure “dialogando” con la maggioranza”. Altro che
relazioni pericolose: cambiamo genere ed entriamo nella pura fantascienza.
Relazione clandestina n. 3. La più misteriosa e alquanto
sospetta si riferisce al PD. Non sfugge a nessuno che la recente e intemerata uscita “prima la
riforma e poi le nomine” è tanto fiocca quanto inutile. Quale riforma, con chi
realizzarla e in quanto tempo? Cosa ha voluto celare? Quale oscuro pensiero
lascia intravvedere? Poco o nulla. Si era letto, spesso e volentieri, di una
presunta candidatura di Di Bella come “presidente di garanzia” poi smentita. Smentito
il nome ma non completamente l’idea.
Conclusione. Il frutto delle relazioni clandestine e
pericolose è e sarà solo uno: il passaggio in Vigilanza dove fare uscire i
quatto voti necessari alla maggioranza, al governo. Ne potrebbe valere la sua
sopravvivenza qualora la partita Rai diventasse centrale.
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