giovedì 22 agosto 2024

Il Governo e la "Variante RAI". Il peso della Regina

Foto di PIRO da Pixabay

Da oggi e, verosimilmente, per i prossimi giorni non ci saranno notizie di rilevo sulla RAI. Almeno fino al 30 agosto quando, verosimilmente, ci potrà essere il “vertice” tra la Meloni, Salvini e Tajani dove, verosimilmente, potranno decidere cosa vorranno fare della RAI in vista del, verosimile, voto del 12 settembre alla Camera e solo alla Camera perché il Senato non ha ancora deciso cosa fare.

Dunque, oggi solo supposizioni, illazioni, sentito dire, pare, sembra, forse e probabile nonché, appunto, verosimile. Non è un banale gioco delle parti ma solo pretattica in vista della grande Partita. La domanda che poniamo è semplice: sarà la RAI la buccia di banana sulla quale il Governo potrà scivolare? Oppure si tratta solo di una partitella di Serie B rispetto a quelle di ben altro livello che la maggioranza dovrà giocare?

Allora, ne approfittiamo per proporre una riflessione sulle “varianti indeterminate” che si dovranno prendere in considerazione immaginando di trovarci di fronte ad una partita di scacchi. Abbiamo chiesto prima ad un qualificato lettore un parere su quante mosse è ragionevolmente prevedere in relazione a come si muoveranno i pezzi sulla scacchiera: “In una partita dove le posizioni dei due giocatori sono cosiddette chiuse, cioè bloccate, con grandi catene di pedoni al centro, un campione può prevedere anche 20 mosse. Al contrario, quando la partita si forma in posizioni aperte, cioè con pochi pedoni al centro e i pezzi importanti che proiettano la propria gittata sono prevedibili poche mosse, circa 6 o 7, perché le varianti subordinate possono essere anche 5 o 6 e ognuna di queste può prevedere una decina di mosse successive”. Ci fa pensare che anche un’ottima AI scacchistica potrebbe andare in difficoltà.

Bene, allora divertiamoci ad esaminare le “forme indeterminate” (memo per gli appassionati di matematica: sono cosiddette le operazioni che coinvolgono infiniti e infinitesimali nel calcolo ei limiti per le quali NON è possibile determinare un risultato a priori e sono 7: zero su zero, infinito su infinito, zero per infinito, uno alla infinito, infinito meno infinito, zero alla zero, infinito alla zero.

Dunque, ci “limitiamo” ad esaminare sette possibili “forme indeterminate”.

1 . Fratelli d’Italia (Meloni). Idee pochissime e molto confuse: anzitutto Rossi si o Rossi no? Da tempo si legge sui dubbi che corrono a Palazzo Chigi e, per ultimo, il caso dei giornalisti RAI in Ucraina non ha rallegrato l’ambiente. Canone, privatizzazione e ascolti sono spine nel fianco non facili da togliere. Una parte del partito (Fazzolari?) sembra spingere alla prudenza mentre altri (Montaruli?) spingerebbero in direzione opposta. Cosa faranno il 12 settembre? Proveranno il colpo di mano e voteranno o accetteranno più miti consigli interni alla maggioranza e in accordo con una parte dell’opposizione?

2 . Lega (Salvini o Giorgetti). All’interno della Lega ci potrebbero essere due anime riconducibili ai due personaggi. Il primo, per comodità lo definiremo “popolare” guarda appunto al “popolo” che ha in uggio il canone e guarda oltre le beghette di Viale Mazzini. Gli interessa l’elettorato e, da questo punto di vista, tutto ciò che mira a sottrarre voti alla sua alleata di governo va bene, benissimo. Il secondo più “istituzionale” va più al sodo e si sporca volentieri le mani sulla RAI, non foss’altro perché è l’azionista di maggioranza: vedi il recentissimo endorsement su Rossi. Tanto è stato chiaro sull’attuale uomo della Meloni candidato AD  quanto non ha detto una parola su Sergio che pure, dicono, la stessa Lega vorrebbe in stand by almeno per un anno come AD e Presidente (pro tempore dopo le dimissioni della Soldi).

3 . Forza Italia (Letta o Tajani). Anche in questo caso le anime, le culture e gli interessi rappresentati possono essere diversi. Però, a differenza della Lega, qui c’è il “collante” Berlusconi con i suoi interessi aziendali che è ancora molto, molto forte. Come pure ha scritto Bloggorai, la manovra di disturbo e relativo spostamento del partito verso un centto più moderato e meno “destro destro” e magari con un occhiolino verso il PD è in corso da tempo. Il perno della manovra è la variabile tempo: quanto tempo potrà reggere la coalizione di Governo? Quale e quanto ci potrà essere un punto di rottura? In queste ore si parla di Ius Scholae, ovvero due prospettive politiche divergenti. Sula Rai poi il conflitto è più aperto e marcato: il canone deve rimanere e il tetto pubblicitario non si tocca: ovvero il contrario di quanto sostiene la Lega. Che farà il 12 settembre?

4 . Il PD (Schlein e tanti altri). Per questa “forma incondizionata” la questione è assai più complessa. Di quale PD vogliamo prendere in considerazione le mosse e le prospettive? Non è facile districarsi tra lontani parenti del “franceschinismo”, gli amici e parenti di Boccia (do you remeber le sui dichiarazioni sul canone RAI?) e altre “correnti 2.0”. Tutto molto complicato. Sulla RAI la posizione ufficiale recentissima è “prima la riforma e poi le nomine”. Ci riferiscono che alcuni autorevole esponenti del partito si sono “scocciati “ per questa improvvida uscita, ben consapevoli della sua difficilissima praticabilità e però preferiscono tacere. Se mai il 12 settembre si votasse ancora non è chiaro cosa farà il partito: uscirà dall’aula, voterà contro? Non è dato sapere con certezza e precisione.

5 . Il M5S (Conte ed altri…). Per quanto ne sappiamo e leggiamo, sembra un partito sull’onda di una crisi di nervi. Gira aria di scissione tra Grillo e Conte. Sulla RAI, lo abbiamo scritto chiaro e tondo, non abbiamo visto grande lucidità già da come è stata gestita la partita del Contratto di Servizio. In Cda poi abbiamo visto operazioni discutibili. Al momento, anche il M5S ha sottoscritto l’appello “prima la riforma della Governance e poi le nomine”. Anche per loro, la variabile indeterminata del 12 settembre è tutta aperta: cosa faranno? Sul candidato in Cda, da tempo si legge che la scelta sembra fatta. Non una parola sui criteri di scelta. Corre un dubbio: la Floridia, presidente della Vigilanza, che partita sta giocando? Negli ultimi tempi si è registrato un suo certo “dinamismo”.

6. AVS (…). Una forma indeterminata molto indeterminata. Sul 12 settembre vale quanto detto per gli alleati di cui sopra. Per tutto il resto si sa poco ai limiti del nulla: canone etc.

7 . I cosiddetti, fantomatici, “poteri forti”. Non sono poi tanto occulti, hanno nomi, cognomi e indirizzi. Si annidano dentro e fuori la RAI. All’esterno, si tratta di gruppi di interesse, lobby e congreghe varie: la lista inizia con ha a cuore il dossier Rai Way e termina con le varie società esterne di vario genere e tipo. Spesso hanno interessi comuni, altre volte divergenti. Tutti però mirano al “malloppo” e non mollano la presa. All’interno le trame e i complotti sono assai accesi: per alcuni si gioca il destino, specie per molti prossimi alla pensione. Le “variabili” Sergio ancora per un anno o Rossi subito (sempre che la “fortuna” di Palazzo Chigi gli sia amica) per alcuni significa la sopravvivenza o l’oblio. Si capisce bene che la tensione è alle stelle.

Per quanto scritto prima e posti i pezzi sulla scacchiera, sembra di poter affermare che le “posizioni” appaiono “aperte” e dunque la quantità di mosse possibili sono talmente ampie che è oggettivamente difficile, almeno per Bloggorai, poter fare ragionevoli previsioni.

La posizione della Regina, ovvero la presidenza della RAI, sarà la variante determinante.

bloggorai@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento