lunedì 19 agosto 2024

RAI di Destra e Mediaset di Sinistra? (o viceversa)

Foto di succo da Pixabay

 Tutti noi ce la prendiamo con la storia

Ma io dico che la colpa è nostra

È evidente che la gente è poco seria

Quando parla di sinistra o destra… (G.G:)

La Storia e la Memoria talvolta fanno strani scherzi: confondono le idee, annebbiano i ragionamenti, e offuscano le prospettive. Succede che spesso si attinge al magazzino, agli archivi, ai faldoni dimenticati per cercare di riannodare qualche filo intrecciato. Succede, allora che riaffiorano antichi racconti: il “compromesso storico”, le “grandi alleanze”, le “larghe intese” che poi talvolta si traducono volgarmente in “inciuci” di vario genere, natura e cultura.  Succede che questi fenomeni possano interessare, come spesso e volentieri è successo, anche la RAI:

Succede che a Bloggorai, isolato e isolano, arrivano echi lontani di qualcosa di apparentemente inedito: si sente dire di un fenomeno curioso che, in sintesi, si sta verificando tra Viale Mazzini e Cologno Monzese. Più o meno, grosso modo, ci raccontano e si dice “Mediaset guarda a sinistra e Rai si ancora a destra: la pattuglia dei fedelissimi della Meloni non si tocca". 

Cerchiamo di chiedere, sapere e capire. Ieri il Fatto ha titolato “Mediaset, Pier Silvio ordina “Diamo più spazio al PD nei talk”. Difficile verificare e ancora più a priori. Però interessane osservare che da tempo, su alcuni temi e su uno in particolare, ad esempio il canone RAI, ci sia più attenzione da quelle parti piuttosto che nei vari “campi larghi”. Certo, si osserva, vorrei ben vedere: la RAI senza canone deve trovare risorse nella pubblicità e questo, di fatto, danneggia Mediaset. È forse un argomento banale ma sostanziale. Di converso, salvo deficit cognitivi dei quali Bloggorai potrebbe essere vittima, sul tema canone dal fronte dell’opposizione, non si sente battere un ciglio. Bizzarie della Storia e della memoria. Evidente però che non c’è solo questo, ci dicono. Si parla d’altro: ovvero, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, di un tentativo di aprire i giochi della ricomposizione politica guardando a quell’elettorato “televisivo” tendenzialmente più moderato e poco incline a sostenere l’offerta editoriale della “destra” accampata a Viale Mazzini che, a quanto sembra, da tempo non riscuote grandi consensi. Tanto per irrobustire e arricchire il ragionamento: ieri QN ha titolato “Manovre al centro. L'asse moderato agita la maggioranza” mentre il caso dei giornalisti RAI in Ucraina (tema del quale ci occuperemo, molte cose non tornano) evidenzia le fibrillazioni della Meloni.  

Non ultimo, FI che “dialoga” con il PD è pur sempre una spina nel fianco del Governo, sia verso la Lega sia verso FdI. Sottili e perfide minacce, ricattucci palesi e occulti, malumori, pensieri torbidi, trame sottili e di immediato e lungo periodo. La battaglia RAI del prossimo autunno, a partire dal 12 settembre alla Camera fino al 23 ottobre (udienza al TAR) potrà essere solo una scaramucccia ma, appunto, la Storia insegna che spesso è successo che si perde o si vince un grande conflitto proprio per piccoli “dettagli”. Basta solo attendere, come Bruto sulla Piana di Filippi.

bloggorai@gmail.com

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