domenica 18 agosto 2024

Il "centro" RAI


La battaglia del centro e il centro della battaglia. Capita raramente che in così poche parole si possano condensare così tante riflessioni che si addicono benissimo al presente e al futuro della RAI. Nei prossimi giorni si combatterà per conquistare il centro della politica e uno dei suoi centri sarà la presidenza di Viale Mazzini.

Lo spunto ci viene da un articolo comparso ieri sul Fatto Quotidiano a firma Wanda Marra sul tema delle "convergenze parallele" tra Tajani e Schlein. A volte ritornano: è un tema ormai passato agli annali di storia. Entrambi i soggetti, a quanto sembra, concorrono alla stessa gara: conquistare il "centro" ovvero sottrarre consensi alla "destra destra" della Meloni &C e infastidire Salvini. Lodevole iniziativa. se non che, se per il primo non si avvertono segni di complessità interna al partito, o dialettica che dir si voglia, per la seconda invece la questione è assai più complessa specie per quanto riguarda  quel partito reduce "di lotta e di governo" che ormai sembra tramontato in un epoca non più ripetibile. Il partito, come si legge, "dalle tante anime". Una tra queste guarda con tante simpatie da varie parti, comprese quelle di Renzi &C. Tante anime, tante, specie sulla RAI ... forse troppe.

La battaglia del centro è sempiterna in questo Paese. Il “centro” ovvero l’elettorato che oscilla, muta ragione sociale e si trasforma a seconda delle convenienze e necessità è sempre stato oggetto e soggetto di predazione politica. Sembra difficile governare questo Paese se non si passa per quelle parti, se non si conquista la sua anima profonda e il suo cuore (e portafoglio) di questo elettorato. È un Paese per sua natura e cultura di “centro” ovvero leggermente moderato e moderatamente conservatore, progressista quanto basta ma conformista al punto giusto. Un elettorato sobrio e ondivago, carico di garbo istituzionale, atlantista incondizionato e subordinato, sempre pronto al sacrificio economico (degli altri), aperto ai popoli migranti ma con equilibrio. Insomma, parliamo proprio del "centro" nella sua forma politica e sociale più compiuta.

Allora, vista la penuria post ferragostana di notizie, ci è venuta la curiosità di riflettere su come questa "assonanza" forse tattica tra FI e PD possa interessare il centro della battaglia sulla RAI e, in particolare sulla presidenza. E' una riflessione però monca: non sappiamo ancora tante cose (se il 12 settembre la Camera voterà, cosa farà il Senato etc) ma non sappiamo esattamente cosa farà il PD qualora il governo provasse a fare il colpo di mano e volesse votare i quattro consiglieri di fonte parlamentare. Al momento, sappiamo solo che il "campo largo"  vorrebbe "prima la riforma della governance e poi il voto". Un po' pochino pochino e dal futuro lontano, molto lontano e assai incerto. Possiamo solo limitarci e fare deboli congetture e fragili supposizioni. 

E se mai questa "entente cordiale" tra FI e PD si volesse proiettare sulla trattativa presente e futura per la presidenza RAI? E semmai si aprisse una trattativa per un/a "presidente di garanzia"? Necessario temere conto che comunque quella manciata di voti in Vigilanza da qualche parte dovranno pure venire dalle file dell'opposizione visto che la maggioranza non li ha. Chi si presterà a fornire il consenso necessario e cosa si metterà sul piatto della bilancia visto che, comunque, il/la presidente prima o poi ci dovrà pure essere? L'argomento è interessante e merita di essere seguito con grande attenzione.

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