mercoledì 3 aprile 2024

RAI: la lunga notte del Commissario Santamaria


Quando non sa più che pesci prendere, quando le piste si intrecciano e si confondono, in una Torino nebbiosa e confusa (“In Via dei Rododendri non c’era nessun rododendro”), il Commissario Santamaria si chiede sconsolato: 
“A che punto è la notte?”.

Già, a che punto è la notte RAI? Buio, buio profondo, silenzioso e pure ammantato da una fitta nebbia che confonde i profili, stempera i colori e attutisce i rumori. Ogni tanto proviamo ad accendere una luce e chiediamo, con scarso risultato, qualcuno appare financo maleducato e nemmeno risponde più alle nostre garbate richieste di notizie e chiarimenti. “Ci rendiamo conto” diceva il giardiniere Chance. Ci rendiamo conto che forse non si tratta di banale maleducazione ma di semplice ignoranza. Nessuno sa nulla e quei pochi che sanno (poco e frammentato) se ne guardano bene da riferirlo.

Questo manto di oscurità avvolge il panorama del Servizio Pubblico e impedisce di immaginare un futuro possibile, prossimo e lontano. Parliamo di temi e di persone. I temi sono noti, ricordarlo è ai limiti del noioso e pedante seppure rilevante. Qualcuno è a conoscenza del Contratto di Servizio e della sua clandestinità? Ieri abbiamo saputo a mezza bocca che potrebbe essere pubblicato in GU questa settimana …sic! Ma è importante sapere perché tanto ritardo. Noi abbiamo una nostra plausibile ipotesi: non c’è accordo sui dettagli del passaggio al DVB-T2, inizialmente previsto lo scorso 10 gennaio ed ora, forse, rinviato al 1° settembre. Già, forse, proprio forse. Non sembra per nulla scontato che pure questa data possa venire rispettata. In ballo, per quanto riguarda RAI, ci sono i numeri dei televisori che “si perdono” con la nuova tecnologia di trasmissione. Pochi e nei pochi canali residuali come sostengono alcuni? O molti, si parla di milioni di famiglie? Un accordo su questo tema è di assoluto e immediato rilievo strategico per il Cda quale che esso sarà in carica nei prossimi mesi.

Giusto appunto parliamo di Cda: ancora buio totale su cosa intendono fare  partiti, di maggioranza e di opposizione. Mancano una manciata di giorni alla scadenza della presentazione delle candidature (entro il 20 aprile) e nessuno si è sbilanciato a dire una parola su come intendono procedere: o con la vecchia Legge 220 del 2015, ormai di fatto superata dal MFA, oppure prendere atto che le disposizioni comunitarie impongono una nuova procedura ed avviare il processo di “elezione” e non nomina con criteri aperti,  trasparenti e non discriminatori. È essenziale che almeno PD, M5S e AVS escano allo scoperto subito e dicano chiaro e tondo se intendono fare “ammuina” a concordare i nomi sottobanco oppure procedere in modo diverso come possibile e doveroso. È divenuto intollerabile, insopportabile  continuare a leggere un po’ dovunque il totonomine dove molti  danno per scontato, ineluttabile, che siano Tizio o Caia. Che poi i trappoloni li possano architettare i partiti di Governo si può anche comprendere, ma a che a questo gioco si prestano pure le opposizioni no. E, a proposito di trappoloni, gira aria, si sente un soffietto niente affatto piacevole: la tanta sicumera che si intravvede su alcuni nomi, da una parte e dall’altra, nuovi o da riconfermare, sembra e lascia intendere che la trama dell’inciucio sia stesa e ora si tratta di capire se andrà in porto o meno e chi ne sarà artefice o vittima. La variante, come abbiamo scritto, saranno le elezioni europee.  

Possiamo continuare a piacere su altri temi “notturni” che interessano la RAI: le risorse e quindi il Piano Industriale e quindi RAI Way, gli ascolti (Rai Tre che sprofonda nel PrimeTime) etc etc. Non c’è verso, non ci sono lampioni lungo i giardini di Viale Mazzini. Questo periodo somiglia tanto a quel venerdì di febbraio a Torino quando esplose la bomba che uccise il parroco in chiesa. Alla fine del romanzo, si svelarono tutti gli intrecci perversi e malmostosi tra “la cerchia della Torino bene” e “La cerchia della Torino male” ovvero il sacerdote e uomini della potente casa automobilistica piemontese. Da allora “a che punto è la notte” è diventato un ritornello.

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