sabato 20 aprile 2024

La Zona Grigia della RAI prossima ventura

Foto di Claire Francis da Pixabay

Con la settimana che si sta per chiudere inizia la stagione della confusione e dell’incertezza per la RAI e per il Servizio Pubblico. Si defila all’orizzonte una zona grigia, una terra di nessuno dove tutto e il contrario di tutto sarà possibile, si intravvede una palude nebbiosa dai confini indeterminati. Tra l’altro si chiude con le pagine più oscure e ignobili dell’informazione del Servizio Pubblico: la puntata di Porta a Porta condotta da Bruno Vespa dove si è trattato il tema aborto con "soli" sette uomini e la cancellazione del monologo di Scurati previsto per questa sera su RAI sul tema del 25 aprile. Qualcuno ne ha grandi responsabilità.

Anzitutto prepara i bagagli l’attuale Cda di Viale Mazzini e vedremo la gloria con cui verrà ricordato. Oggi scadono i termini per la presentazione delle candidature e, ribadiamo forte e chiaro:

CANDIDIAMOCI TUTTI

https://www.rai.it/portale/CDA-Rai---Avviso-elezione-componenti-espressi-dalla-Camera--b3018035-319d-4869-9e8a-9c41bbba7afd.html

Facciamolo, è facile e occorrono solo 5 minuti, poi pronti a dare battaglia, a non dare per scontato che le segreterie dei partiti possano fare uscire dal cilindro i nomi a loro piacimento come avvenuto nel passato. Nessuno di noi sarà eletto e nemmeno preso in considerazione ed è proprio per questo ci sentiamo liberi di impegnarci e affrontare il cuore della battaglia. 

Ci candidiamo per sostenere e ribadire un principio democratico fondamentale: chi governa il bene pubblico, chi rappresenta gli interessi collettivi non può e non deve essere frutto di accordi sottobanco, di inciuci della “politica”, ancor più se questo avviene sotto il giogo del controllo di Governo per come dispone la nefasta Legge 220 del 2015. 

Ci deve essere, come prevede il MFA e prima ancora il TUSMA una procedura di selezione chiara, aperta e trasparente, in grado di far emergere candidati autonomi, forti, autorevoli, esperti e credibili. Dopo di che il Parlamento è sovrano: elegge e non nomina i migliori. Alla vecchia Legge 220 ci si può opporre e sarà necessario farlo, ora, subito, per cecare di rompere il giocattolo prima che Camera e Senato, forse già dal prossimo 20 maggio, possano votare con i criteri di una Legge ormai considerata superata dall’MFA. Opporsi e farlo tra 15 mesi sarà troppo tardi, inutile e dispersivo di attenzioni, di forza e di interesse: se venisse nominato un nuovo Cda con i vecchi criteri questo porterà tranquillamente a compimento il suo mandato fino alla vigilia del rinnovo della Concessione a marzo 2027 ed avrà tutto il tempi di fare i  danni necessari per mettere la RAI e il Servizio Pubblico in ginocchio più di quanto già non lo è. Non regge l’argomentazione secondo cui “Tanto il Cda non decide nulla”: invece è il braccio esecutivo delle volontà politiche, i due momenti sono intimamente e funzionalmente congiunti. Non può nulla la “politica” se non ha a disposizione il suo strumento operativo.

Ci sono ragionevoli e fondate motivazioni per sostenere un ricorso in opposizione subito, ora, domani.  Lo faremo mettendo pure nel conto la possibilità che ci possa essere una prorogatio dell’attuale Cda qualora venisse accolto. Potrebbe dare tempo a mettere in campo la possibilità di proporre una nuova Legge, come richiesto dal MFA. Fermo restando una nostra personale convinzione che abbiamo scritto più volte: non ci sono al momento accordi politici all’interno della maggioranza e tantomeno all’interno dell’opposizione. Nessuno è uscito allo scoperto (salvo la Floridia del M5S che ha dichiarato chiaro e tondo che il prossimo cda rischi di essere illegittimo. Nessuno può dormire sonni tranquilli a partire dal “filosofo di Colle Oppio” come viene chiamato sulla stampa il prescelto della Meloni per arrivare alla “pupilla di Gianni Letta”. La battaglia sarà complicata ma merita di essere affrontata. Ogni altra possibilità è come una partita persa in anticipo, ancora prima che di toccare il pallone. Si può fare, si deve fare.

Tanto per avere le idee chiare su quali sono le poste in palio oggi, tra qualche settimana, che il Cda dovrà affrontare questo un piccolo elenco appena abbozzato.

A - rinnovo del bond di 300 mln che non sarà più al tasso dello 0,75 come quando venne sottoscritto. Occorrono soldi per rinnovarlo subito.

B - Vendita di una quota di RAI Way: il Governo ha nel cassetto un DPCM per avviare il famigerato “polo delle torri” che NON è quanto invece prevede l’attuale vertice Rai che, al contrario e contro gli interessi dei “fondi” vorrebbe chiudere subito la partita cedendo il 13% di Via Teulada..  

C - Piano industriale: vedi sopra. Dove si trovano i 215 mln necessari per metterlo a terra?

D - Canone. Forse ma solo forse, per quest’anno la fiscalità generale sarà così gentile da tirare fuori i 430 mln sottratti dalle casse Rai con la riduzione del canone. Dopo, per i prossimi anni? Nessuna certezza, anzi.

E – Contratto di Servizio: arma di ricatto. Non se ne sa nulla: ad esso si lega il Piano industriale e al suo interno si cela la grande trappola della transizione al DVB-T2 che, si dice ma nessuno lo può affermare con certezza, potrebbe avvenire il 1° settembre, cioè dietro l’angolo.

F – ascolti in calo, inesorabili e progressivi. Non c’è scampo e non ci sono i salvatori della Patria all’orizzonte: i “volti” buoni della RAI scappano e quelli che rimangono (Giletti, Insegno etc etc) non fanno dormire sonni tranquilli a nessuno. La Meloni sembra aver detto “legate Fiorello, almeno lui non lo fate andare via …”. Ciao ‘core.

bloggorai@gmail.com

 

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