Prendetevela comoda, molto comoda (qui non si usa Twitter).
Da tempo ci stavamo chiedendo perché non si legge più sui muri, sui balconi, nei disegni dei bambini che “andrà tutto bene” e non si canta più “Azzurro” tutti insieme. No, non è andata e non va per niente tutto bene e temiamo pure che possa andare peggio. Tutti tacciono, tacciamo, attoniti e dalle finestre non si vedono le bandiere arcobaleno della pace. Verrà un giorno in cui ci domanderemo perché? Cosa è successo? Ci siamo assuefatti all’orrore, abbiamo “sdoganato” la guerra alle porte di casa, ci siamo ricordati improvvisamente che le bombe atomiche ci sono e che potrebbero venire utilizzate? Abbiamo “dimenticato” che l’Italia produce, vende e regala armi ai migliori acquirenti (Russia compresa): siamo al 6° posto vedi https://www.infodata.ilsole24ore.com/2022/03/17/chi-sono-i-paesi-che-esportano-piu-armi-nel-mondo-il-caso-italia/ . Proprio nei giorni scorsi, in pieno conflitto, si è svolto in Arabia Saudita (paese noto nel mondo per il regime particolarmente “democratico” che taglia la testa in un solo giorno ad 81 persone perché “camminavano sulla strada di Satana”) dal 6 al 9 marzo il World Defense Show 2022 dove hanno partecipato le note aziende italiane “pacifiste” del calibro di Leonardo, Fincantieri, Beretta etc. Beninteso, tutti producono e vendono armi a fin di bene … per la Pace of course si fa questo ed altro (alcuni aggiungono per tanti posti di lavoro ovvero bisogna pur difendersi). Si capisce bene poi perché il Parlamento prima vota l’invio delle armi “aggratisse” e poi decide l’aumento delle spese militari oltre il 2% del PIL… vuoi mettere… sempre per la Pace. Giusto o sbagliato che sia… parliamone...fateci conoscere come stanno le cose.
E invece … di tutto questo non c’è traccia sull’informazione pubblica. Lo sforzo disperato e sovrumano che facciamo per capire, sapere e riflettere e sostenere la ricerca di una possibile soluzione viene “bombardato” anch’esso sotto il fumo di una comunicazione di guerra televisiva che informa ma non spiega, attacca e colpisce frontalmente le emozioni con le immagini di bambini e donne feriti ma che offende la ragione.
Ma le risposte ci sono, basta cercarle. Anche il vuoto cognitivo, lo smarrimento della memoria, la distrazione delle percezioni hanno un loro specifico riferimento e un loro perché. La risposta ai grandi quesiti che ci poniamo è sempre nel principio fondamentale della fisica: il vuoto non esiste, è una “entità” puramente concettuale. Aggiungiamo: da tenere sempre bene a mente la Terza Legge della dinamica ovvero il principio di azione e reazione dove si stabilisce che a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
Per tutto questo, ribadiamo, il Tg1 potrà anche “crescere” di qualche numero rispetto alla concorrenza del Tg5 ma non è di questo di cui si parla o si dovrebbe parlare.
Ieri sera due nostri lettori ci hanno scritto commentando i post della giornata: il primo “… si sta preparando gli italiani ad accettare il conflitto. E’ un bombardamento psicologico che cerca di agire sulle coscienze. La narrativa e le immagini sono finalizzate a questo, per condizionare le persone” e il secondo “…questo genere di narrazione provoca una grande ansia nel pubblico perché sembra che l'obiettivo sia l'ineluttabilità della guerra anche per noi...”. I due lettori non si conoscono ma quasi allo stesso tempo hanno scritto le stesse cose.
Bene, veniamo alle vicende Rai. L’informazione del Tg1 sembra essere a mezzo servizio: talvolta succede che una notizia possa essere divisa a metà, una parte confermata e una parte invenzione.
Piccolo passo indietro: mercoledì 16 marzo viene bombardato il Teatro di Mariupol (inaccettabile e gravissimo). Il Tg1 delle 20 di quel giorno titola “ …un’altra strage…il bombardamento del Teatro di Mariupol … salvo poi leggere un dispaccio ANSA: “Kiev, nessun morto nel teatro di Mariupol. Primo bilancio ufficiale dell'attacco. 18 marzo, 20:27” e sul Corriere della Sera leggiamo che c’è stato un solo ferito. È vero certamente che il teatro è stato bombardato ma sembra altrettanto vero che non ci sia stata nessuna strage (per fortuna). Perché dire che c’è stata una strage nel Teatro quando non c'era alcuna conferma di quanto realmente avvenuto? A cosa serve?
Andiamo avanti, lo stesso giorno ci accorgiamo di un fatto bizzarro: è nata una nuova figura di giornalista di guerra, il corrispondente a mezzo servizio. Mezzo servizio nel senso che metà lo fa per la Rai, Il Tg1, e l’altra metà per una emittente concorrente, La7. Guardate questi due servizi: il primo va in onda lo scorso 16 marzo intorno alle 13 nella trasmissione condotta da Myrta Merlino su LA7 e il secondo alle 20 sul Tg1. Stesso luogo, stesse immagini, stesso commento. Chissà se verrà pure pagato al 50% con La7, per RAI potrebbe essere un affare. Questi i link: vedere per credere.
Infine, dobbiamo chiedere scusa ai nostri lettori. Ieri abbiamo scritto che “il Tg1 va male e lo ribadiamo e, aggiungiamo, non è vero che RaiNews24 va meglio, anzi”. Non è del tutto vero: Rai News24 va meglio rispetto allo scorso anno perché passa, in prime time, da 43 a 57 mila telespettatori e dallo 0,16% allo 0,24% (ieri sera, sabato 19 marzo, in quella fascia oraria ha fatto 48 mila con lo 0,21%). È un grande successo, non c’è dubbio. A giudicare da quante risorse vengono impegnate per ottenere un risultato del genere siamo certi che si tratta di un grande fatto positivo … vorrei ben vedere ... magari.. sarebbe pure lecito attendersi qualcosa di più con quasi 200 giornalisti che ci lavorano … però … tant’è … si fa qual che si può con quello che passa il convento. Se anche Bloggorai avesse lo 0,016% delle risorse umane ed economiche di RaiNews24 …lo giuriamo, potremmo fare quasi quasi meglio della BBC e garantire che se non ci riusciamo promettiamo di restituire tutto.
Ci viene però obiettato da un nostro attento osservatore di numeri “… si va beh …però …sempre polemico … ci sono mattine in cui supera anche 200 mila telespettatori e il 4-5% di share…”. Acciperbacco, interessante … fammi andare a vedere tutto ‘sto successo che era sfuggito. Siamo andati a spulciare gli ascolti di qualche giorno indietro per capire bene come potrebbero stare le cose. In effetti, abbiamo trovato alcuni giorni in cui, nella fascia oraria 09.00-11.59 sono stati superati i 200 mila telespettatori con uno share superiore al 4% ma si è trattato di un fenomeno di brevissima durata. Nella stessa fascia oraria pre guerra non si andava quasi mai sopra il 2,5% e quando, superata una fase acuta, si è tornati alla “normalità” di questi giorni, cioè 150/170 mila con il 2,5-2,7 % di share. Ma non interessa dibattere sui numeri che crescono o meno del quanto più sulla “natura” di una testata giornalistica che non riesce ad essere quello che invece potrebbe e dovrebbe essere se fosse parte di un progetto editoriale e giornalistico del Servizio Pubblico che non c’è, non esiste e quello che invece potrebbe esistere (il famoso Allegato 4 del Piano Industriale) giace narcotizzato in qualche cassetto. Chissà se Fuortes ha avuto mai qualche minuto per leggerlo. Semmai si fosse smarrito in qualche meandro del VII piano ci possiamo impegnare a ritrovarlo e farglielo avere.
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