Ieri nel tardo pomeriggio abbiamo ricevuto il testo del DPCM con il quale il Governo Draghi autorizza la cessione del 30% della quota RaiWay. In attesa di chiarimenti di Fuortes oggi in Cda alle 14, questo il testo del provvedimento:
Articolo 1
1.
Le premesse costituiscono parte integrante e sostanziale del presente decreto.
2. Rai Spa
può ridurre la propria quota di partecipazione al capitale di RaiWay fino al
limite del 30% come effetto di una o più operazioni straordinarie incluse una o
più operazioni di fusione e di cessioni
effettuate mediante modalità e tecniche di vendita in uso sui mercati incluso
ricorso singolo congiunto ad un offerta pubblica di vendita e ad una trattativa
diretta.
3. In caso
di operazioni straordinarie Rai Spa assicura la definizione di appropriati
accordi di gestione e governance e al fine di garantire la massima diffusione
dell'azionariato dovrà essere assicurato il mantenimento delle quotazioni delle
azioni di RaiWay o della società risultante dall'operazione
4. In caso
di offerta pubblica di vendita al fine di favorire la partecipazione
all'offerta dei dipendenti del gruppo Rai potranno essere previste per gli
stessi forme di incentivazione tenuto conto anche della prassi di mercato e gli
precedenti operazioni di privatizzazione in termini di quote delle offerte riservate
e/o di prezzo e/o di modalità di finanziamento.
5. In caso
di trattativa privata Rai Spa assicura procedure competitive trasparenti e non
discriminatorie.
Articolo 2
1. Il perfezionamento dell'operazione di cui
all'articolo 1 è condizionata all'ottenimento della necessaria autorizzazione
da parte delle Autorità di Garanzia e di Vigilanza fermo restando quanto
disposto dal decreto legge 15 marzo 2012 numero 21 del relativi regolamenti
attuativi.
Bene, anzi male! A questo punto si pongono domande fondamentali:
A) quali sono i motivi di necessità e urgenza che hanno reso indispensabile ora questo DPCM?
B) è materia sottoposta all’ambito normativo parlamentare in
quanto si riferisce alla Legge 112 del 2004 (vedi art.21 poi fatto salvo dal
successivo Dlgs 208 del 2021) ?
B) quale è il suo obiettivo sostanziale oltre al generico “…favorire
i piani di sviluppi di Rai e Rai Way …”?
C) in che termini si pone nel contesto del nuovo piano Industriale
RAI che si dovrebbe varare del quale, finora, sono note solo le linee guida (la Vigilanza, scrive ieri Barachini, è ancora in attesa di conoscere) ?
C) come si lega questa iniziativa con la cosiddetta società della
Rete e la situazione di TIM?
Veniamo ora alla lettura del testo e iniziamo dalla fine laddove
si legge all’art. 2 che “il perfezionamento dell’operazione … è condizionata
dall’ottenimento della necessaria autorizzazione delle Autorità di Garanzia e Vigilanza
..” cioè Consob, AgCom e Commissione parlamentare
di Vigilanza Rai. Come al solito, il veleno è sempre nella coda. Perché sottoporre
un DPCM alla successiva “autorizzazione”? Quando mai si è visto una cosa del
genere? Peraltro di ben tre organi di vigilanza e controllo? Appare assolutamente
evidente che si legge nel provvedimento una clausola di “tutela” o cautela preventiva qualora non reggesse la forza che il Decreto in se potrebbe non contenere poiché altrimenti avrebbe avuto
maggiore potestà normativa nonché impositiva.
Ieri abbiamo provato a fornire alcune chiavi di lettura. Oggi emerge
quella forse più rilevante che è tutta “Politica” con la P maiuscola. Il Sole
titola “RaiWay: la Vigilanza chiede
chiarezza” e MF invece “La politica
insorge su RaiWay”. Da osservare che la Vigilanza ha richiesto all’unanimità
la convocazione urgente dei ministri interessati, di Rai e di RaiWay per la
prossima settimana (dal 15). Cioè, tutti partiti, compresi quelli che si dovrebbero
ritenere “amici” del Servizio Pubblico che quando necessario tacciono come
criceti.
Bene, anzi male… questi i fatti e ora l’opinione. Appare una
operazione fortemente sospetta per volere essere indirizzata più verso il
salvataggio di quel che resta di TIM che a vantaggio della Rai (quale? fare
cassa?). Della cosiddetta “società della rete” da tempo non si parla e questa
potrebbe essere una buona occasione per rivitalizzarla in un solo disegno che vede le infrastrutture strategiche
di TLC di interesse nazionale sotto lo stesso tetto. Rimane sempre il solito e
insoluto problema: chi comanda? È lo scoglio sul quale finora si sono infrante
le precedenti ipotesi di lavoro.
Infine, ma questo è un ragionamento molto complesso, sul fondo di
questa operazione rimane il grande disegno perseguito da Draghi sin dai primi
giorni del suo insediamento: una sottile e strisciante opera di privatizzazione
e/o cessione delle quote di maggioranza nelle società controllate partecipate dallo
Stato.
Che poi, infine, tutto questo possa avvantaggiare Mediaset e il “suo
Partito” di riferimento può anche essere un dettaglio irrilevante … tanto di questo
problema, da anni, tanti, sembra non curarsene nessuno. Anzi.
Infine,
attenzione, notizia di ieri: in Francia il Governo ha intenzione di abolire il
canone e far entrare i finanziamento del Servizio Pubblico nella fiscalità generale.
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