sabato 31 agosto 2024

RAI: accordo si ...accordo no ... accordo forse ...


“Tranquillo Bloggorai ... stai sereno: l’accordo c’è e il 12 settembre si vota!” ci diceva fino a ieri il nostro autorevole lettore (molto autorevole e "destro destro"). E invece, ieri mattina di accordi sulla RAI non ci sono tracce. Sul Post di ieri lo abbiamo scritto chiaro e tondo “ … quando sapremo gli esiti del confronto Meloni/Salvini/Tajani in corso questa mattina. Se li sapremo, perché non è escluso che non si sappia nulla perché il famigerato accordo sulla RAI potrebbe non essere stato trovato”. Bloggorai non ha sfere di cristallo e non consulta chiromanti: propone semplici e banali ragionamenti, connette i punti e gode di una buona rete di fonti e qualificati e attenti lettori con i quali spesso e volentieri ci confrontiamo.

Allora, per cercare di capire già dal pomeriggio di ieri abbiamo convocato d’urgenza il Comitato Scientifico Bloggorai (CSB) dopo aver chiesto e cercato notizie su quanto successo al vertice Meloni/Salvini/Tajani per quanto riguarda la RAI. Tutti brancolano nel buio, le agenzie hanno taciuto e questa stessa mattina nessuno è in grado di sapere nulla di preciso se non generici titoli e poche righe su Repubblica, Messaggero e Fatto.

Cominciamo dal principio: il comunicato ufficiale parla di “intesa su tutti i dossier”. Una balla clamorosa e il primo dossier non inteso è quello sull’Ucraina che, nonostante le correzioni, lascia intendere benissimo la diversità di pensiero tra Salvini e i suoi alleati. Sui tanti dossier aperti la sola cosa che è emersa dal vertice è che non è emerso nulla. Dunque, apparentemente, anche sulla RAI: silenzio totale, il dossier sembra scomparso nonostante cha mancano solo pochi giorni al 12 settembre.

Cosa è successo? Il CSB ha sintetizzato tre ipotesi.

Accordo si. I governanti hanno trovato l’accordo ma non lo fanno sapere. Meglio giocare a carte coperte, sottotraccia. Nella trattativa di ieri mattina qualcuno ha rinunciato a qualcosa ed è più “garbato” non farlo sapere o, viceversa, qualcuno ha ottenuto quello che voleva ed è “carino” non strombazzarlo in giro, non si sa mai, gli invidiosi sono sempre dietro la porta. Forse, ci dicono, mancano dettagli da affinare. Si tratterebbe allora, secondo questa ipotesi, di arrivare prima al 10 settembre (capigruppo al Senato) e poi al 12 alla Camera e fare il blitz, con o senza l’opposizione in Aula (posto che sia possibile, sono in corso accertamenti). Questo teorema regge, o dovrebbe reggere, se nel frattempo non si avvertono strappi e se, nel frattempo, si riesce a mettere in cantiere la trattativa sulla Presidenza. Cosa non facile e non immediata. Quando si sostiene “accordo si” si dovrebbe chiarire se questo riguarda solo il Governo oppure anche quello con l’opposizione che, sul tema, a quanto sembra, non manda segnali di fumo. “Fumo”.

Per quanto abbiamo capito e saputo, questa ipotesi non gode di grande consenso. Ci risulta che la Lega non si è mossa da un palmo dalla sua posizione e lo stesso hanno fatto gli altri. Punto. Vediamo dunque l’ipotesi completare ed opposta.

Accordo no. Sembra essere l’ipotesi prevalente. L’accordo non c’era già dai giorni precedenti e non poteva essere trovato ieri mattina last minute. Gli scogli da superare e le difficoltà sono tante e pure interne agli stessi partiti di maggioranza. Sappiamo, ad esempio, da tempo che il destino di Sergio/Rossi non è per nulla scritto sul granito, anzi, più passano i giorni e più la sabbia sotto i loro piedi è mobile e pericolosa. La Lega si impunta sul DG? Si, forse ma non solo. E pure il “suo” uomo (Marano o Ciannamea che dir si voglia) non è ancora chiaro chi possa essere il predestinato ad assumere un ruolo “pesante” e quale. Il tema è dare un segno tangibile del suo peso a Viale Mazzini, quale che sia. Altrimenti, minaccia, il canone lo decidiamo noi.  Il capitolo FI/Berlusconi poi sembra un caso a parte: apparentemente si sono impuntati sulla Agnes (leggi Letta) ma, a quanto sembra solo apparentemente: dipende … dipende dalle poste di scambio e ce ne sono tante sul tavolo. A proposito: divertente leggere il quadretto pubblicato ieri da Dagospia sul personaggio.

Accordo forse. Parliamo di un accordo sottinteso, e magari che vede coinvolto un “pensiero” di una parte dell’opposizione secondo il teorema “prima la riforma della governance e poi le nomine”. Tutti sanno però (e forse temono) che il prossimo 23 ottobre ci sarà l’udienza al TAR che potrebbe mescolare le carte qualora venisse accolta la richiesta di applicare criteri aperti, trasparenti e non discriminatori secondo quanto richiesto dal MFA. Potrebbe allora essere opportuno comunque prendere tempo e rinviare a tempi migliori e quindi, secondo alcuni (una teoria che va molto in voga all’interno di Viale Mazzini) meglio lasciare questo Cda in prorogatio almeno per un anno ancora. Una ipotesi plausibile che gode di un grande vantaggio: poggia sulla granitica confusione e incertezza generale (cosa far del Servizio Pubblico) e in particolare su tutti i fronti, su tutti i dossier aperti. Chi ha la forza e la capacità di affrontare il tema risorse? Chi ha la forza e la capacità di affrontare il tema Piano Industriale? Chi ha la forza e la capacità di affrontare il tema ascolti? E così via.

Prima di chiudere, ci sono tre cosette da riferire. L'altro ieri Le Monde ha pubblicato un ampio articolo/inchiesta con il titolo “L’offensiva della destra sulla RAI”. Si tratta di un documento molto interessante che è raro leggere sulla stampa nazionale. A gentile richiesta, lo possiamo fornire ai nostri lettori. Poi, nei giorni scorsi, ci siamo dilettati a vedere due trasmissioni: Noos di Alberto Angela e Newsroom di Monica Maggioni. Meriterebbero di qualche riga, in particolare la seconda. Oltre la noia (segnalata da ascolti da prefisso telefonico) c’è di più, molto di più. Prima vedere e poi credere.

bloggorai@gmail.com

venerdì 30 agosto 2024

RAI: sta per iniziare il gioco pericoloso

Foto di Rick Brown da Pixabay

 “Il tempo che meditai sulla mossa da fare si staccò dolcemente dal tempo reale, non ebbe più nulla a che vedere con il computo dei minuti, con lo scandire delle ore, con il ticchettio degli orologi e il logorio dei meccanismi, poiché era puro presente: una navicella proiettata alla velocità della luce… e quanto poco contava allora se il resto, la terra stessa, il pianeta che aveva lasciato, continuava chissà dove a consumare velocemente i suoi secoli.”

P. Maurensig, La variante di Luneburg

Proviamo ad immaginare che la partita RAI sia simile ad una partita di scacchi o di dama, con una variante inedita: i giocatori non sono solo due ma invece siedono intorno alla scacchiera un numero variabile indeterminato, circa 6 o 7, dove ognuno gioca con una propria “filosofia”, un proprio progetto ed una propria finalità. Ognuno dei giocatori potrebbe avere vantaggi dall’agevolare un altro giocatore al fine di danneggiare un suo potenziale e più temibile avversario. Se nei giorni scorsi vi abbiamo accennato alle mosse che in una partita tradizionale si possono prevedere, pensate allora queste difficoltà moltiplicate per n combinazioni.

Il Post di oggi sarà completo quando sapremo gli esiti del confronto Meloni/Salvini/Tajani in corso questa mattina. Se li sapremo, perché non è escluso che non si sappia nulla perché il famigerato accordo sulla RAI potrebbe non essere stato trovato. Oppure, si potrà sapere, ragionevolmente, qualcosa circa la data del voto alla Camera e al Senato che potrebbe essere il prossimo12 settembre. Ma anche questo necessita di un se: la decisione potrebbe essere pure di votare ma di prendere ancora margini di tempo/trattativa per definire i dettagli dell’accordo che non sono poi tanto irrilevanti. Il centro della partita è la Regina ovvero il/la presidente come abbiamo scritto nei giorni scorsi ma anche l’AD non è del tutto un elemento subordinato.

Rimanete sintonizzati. Attendiamo e vediamo. I giocatori (solo alcuni perché altri ancora non hanno le idee chiare su cosa fare) stanno sedendo intorno alla scacchiera e già decidere chi muoverà per primo sarà decisivo. Per rimanere in tema: alcuni giocatori, per natura e cultura, prediligono un atteggiamento “difensivo” mentre altri sono decisamente orientati ad essere “aggressivi”. Citiamo ancora Maurensig: “Nei confronti del gioco, uno scacchista si trova ad avere lo stesso atteggiamento parziale che ha nei confronti del mondo: ha le sue preferenze e le sue antipatie, le sue convinzioni e le sue intolleranze”. Già, “atteggiamento parziale”… di questo si tratta.

Bloggorai@gmail.com

RAI: una partita terribile alquanto insolita sta per iniziare

Foto di PIRO da Pixabay

 

RAI: una insolita e terribile partita sta per iniziare

Foto di PIRO da Pixabay
 

“Il tempo che meditai sulla mossa da fare si staccò dolcemente dal tempo reale, non ebbe più nulla a che vedere con il computo dei minuti, con lo scandire delle ore, con il ticchettio degli orologi e il logorio dei meccanismi, poiché era puro presente: una navicella proiettata alla velocità della luce… e quanto poco contava allora se il resto, la terra stessa, il pianeta che aveva lasciato, continuava chissà dove a consumare velocemente i suoi secoli.”

P. Maurensig, La variante di Luneburg

Proviamo ad immaginare che la partita RAI sia simile ad una partita di scacchi o di dama, con una variante inedita: i giocatori non sono solo due ma invece siedono intorno alla scacchiera un numero variabile indeterminato, circa 6 o 7, dove ognuno gioca con una propria “filosofia”, un proprio progetto ed una propria finalità. Ognuno dei giocatori potrebbe avere vantaggi dall’agevolare un altro giocatore al fine di danneggiare un suo potenziale e più temibile avversario. Se nei giorni scorsi vi abbiamo accennato alle mosse che in una partita tradizionale si possono prevedere, pensate allora queste difficoltà moltiplicate per n combinazioni.

Il Post di oggi sarà completo quando sapremo gli esiti del confronto Meloni/Salvini/Tajani in corso questa mattina. Se li sapremo, perché non è escluso che non si sappia nulla perché il famigerato accordo sulla RAI potrebbe non essere stato trovato. Oppure, si potrà sapere, ragionevolmente, qualcosa circa la data del voto alla Camera e al Senato che potrebbe essere il prossimo12 settembre. Ma anche questo necessita di un se: la decisione potrebbe essere pure di votare ma di prendere ancora margini di tempo/trattativa per definire i dettagli dell’accordo che non sono poi tanto irrilevanti. Il centro della partita è la Regina ovvero il/la presidente come abbiamo scritto nei giorni scorsi ma anche l’AD non è del tutto un elemento subordinato.

Rimanete sintonizzati. Attendiamo e vediamo. I giocatori (solo alcuni perché altri ancora non hanno le idee chiare su cosa fare) stanno sedendo intorno alla scacchiera e già decidere chi muoverà per primo sarà decisivo. Per rimanere in tema: alcuni giocatori, per natura e cultura, prediligono un atteggiamento “difensivo” mentre altri sono decisamente orientati ad essere “aggressivi”. Citiamo ancora Maurensig: “Nei confronti del gioco, uno scacchista si trova ad avere lo stesso atteggiamento parziale che ha nei confronti del mondo: ha le sue preferenze e le sue antipatie, le sue convinzioni e le sue intolleranze”. Già, “atteggiamento parziale”… di questo si tratta.

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giovedì 29 agosto 2024

RAI: come color che son sospesi ...


A volte, succede, che le notizie sono più rilevanti per quanto non dicono piuttosto che per quanto si può leggere o sapere. Succede, che spesso è più importante poter intuire ciò che viene occultato piuttosto che per quanto viene rivelato.

Con questa premessa, il mondo RAI e i suoi satelliti sono un paradigma, un esempio, un caso da scuola. Succede che questo faticoso e costante esercizio di decifrazione, di interpretazione, di indovinello costituisce la parte più importante dell’impegno di Bloggorai.

Vedi il Cda dei giorni scorsi e vedi il caso dello switch off al DVB-T2 avvenuto ieri. Tanto rumore per nulla? Tanto tuonò che non piovve? Tutto il dibattito (in verità assai scarso), le lettere minacciose al Ministero (27 settembre 2023) per “quattro spicci di telespettatori … magari pure taccagni che non si sono adeguati comprando un nuovo televisore”? Tutto questo Trallalerò Trallallà per uno 0, 0000% di ascolti di RAI Scuola, Radio Due Visual e RAI Storia che si potrebbero perdere? Come è andata? “Tutto ok ... bene … benissimo ... un successo … si vede meglio di prima” ci dicono. Forse troppo presto per sapere qualcosa di più. Chiediamo, approfondiamo, ci informiamo e vi faremo sapere.

Allora, per tutto il resto l’appuntamento con la storia della RAI è tra poche ore quando domani si incontreranno i leader della maggioranza. Difficile fare supposizioni. Certo è che le rispettive posizioni e i diversi progetti su Viale Mazzini di ognuno di loro non sono facilmente componibili. Qualcuno dovrà cedere qualcosa: un accordo si definisce tale solo quando tutte le parti in causa ne traggono vantaggio. Tutto è in ballo, a partire dalla conferma del tanto strombazzato Rossi come prossimo AD per arrivare ai consiglieri semplici. A questo proposito, questa mattina abbiamo avuto un rapido scambio di battute con un nostro interlocutore, solitamente bene informato in ambienti “destri” che ci conferma quanto da tempo abbiamo intuito, letto e in parte condiviso con altri autorevoli colleghi. “A Palazzo Chigi sono ancora in preda ad un dubbio profondo: mantenere la candidatura Rossi e farsi ripetere la tiritera su TeleMeloni e i suoi amichetti di Colle Oppio, oppure cambiare cavallo per poter dire che loro hanno a cuore solo il bene dell’Azienda e proporre un manager esterno?”

Certo è che a nessuno conviene “rompere” l'equilibrio di Governo sulla RAI e che quindi, alla fin fine, uno straccio di accordo ci sarà e che non si potrà rinviare ancora. Certo è pure che mancano pochi giorni al 12 settembre quando la Camera (per il Senato si saprà, forse, qualcosa il 10) potrebbe votare i due consiglieri di sua competenza. Certo è, ancora, pure il fatto che il “campo largo” ancora è “campo oscuro”: nessuno è in grado di sapere cosa potranno fare PD, M5S e AVS per quel giorno, qualora mai si andasse a votare. Lasceranno il "campo aperto" alla maggioranza e usciranno tutti insieme o qualcuno rimarrà in Aula? Oppure voteranno scheda bianca? Certo è, infine, che qualcuno ne uscirà con le ossa rotte.  

bloggorai@gmail.com


ps: per chi volesse sapere e capire qualcosa sul "giornalismo d'inchiesta" del Servizio Pubblico può sempre andare a rivedere la puntata di ieri di NewsRoom di Monica Maggioni ieri sera su RAI Tre: un raro esempio di indipendenza e autonomia !!!

mercoledì 28 agosto 2024

RAI: il perfido venticello di fine agosto

Foto di Azmi Talib da Pixabay

Un sottile e perfido venticello di primo autunno comincia a soffiare. Si comincia ad avvertire il profumo dell’uva prossima ad essere raccolta. La Cantina Sociale ancora non è aperta ma si stanno preparando a ricevere le prime vendemmie.

Sotto traccia, messaggi e telefonate, incontri al baretto per un saluto di buon anno, tutto il mondo RAI sente l’aria fresca che tira e comincia lentamente a muoversi. Ieri c’è stato un piccolo passo, apparentemente insignificante: si è riunito il Cda di Viale Mazzini per poco o nulla. Però si è riunito, convocato con “riservatezza” ma si è riunito e proprio alla vigilia dell’appuntamento di Governo previsto per dopodomani. Nel nostro solito giro di telefonate e contatti abbiamo convenuto che “l’accordo nella maggioranza sembra raggiunto” e che il 12 settembre sia la Camera (che ha già in calendario) e sia il Senato (che ancora non lo ha messo in agenda) andranno al voto per eleggere i 4 rappresentanti in cda. Già, seppure fosse vero e non ne siamo affatto convinti, vediamo come potrebbero andare le cose.

Anzitutto “accordo di maggioranza”: vedremo cosa esce tra due giorni e se verrà raggiunta la pace tra i diversi polli nel pollaio. Non c'è nulla di scontato ma solo una ragionevole convergenza di interessi a rimanere saldamente al governo insieme. Ma c’è poi un accordo complementare che si deve raggiungere: quello con l’opposizione. L’improvvida sortita del campo largo fondata su “prima la riforma e poi le nomine” appare sempre più come un autogol megagalattico universale.  Cosa potrebbe succedere il 12 settembre qualora il Governo decidesse di andare avanti e nominare i suoi consiglieri? La Legge 220 del 2015 è chiara e all’art. 2, 6.a si legge che “I membri del consiglio di amministrazione sono così individuati: a) due eletti dalla Camera dei deputati e due eletti dal Senato della Repubblica, con voto limitato a un solo candidato” ovvero un parlamentare può votare una sola volta. La maggioranza potrebbe quindi votare i suoi due nomi (uno alla Camera e uno al Senato) che insieme ai due nomi indicati dal Governo (AD e Presidente, e vedremo poi in Vigilanza come si mette) e il consigliere eletto dai dipendenti potrebbe dar vita al nuovo Cda seppure con due consiglieri mancanti. Al “campo largo” resterebbe la responsabilità di rimanere con il cerino in mano e farsi pure addebitare il peso di far mancare alla Rai la necessaria guida in “un momento così importante della sua vita aziendale”. Vai a spiegare poi che si dovrebbe rimanere con questo Cda in proroga, con un presidente protempore e un consigliere in meno per ancora chissà quanto tempo. Allora, come si sente dire, il PD e il M5S il 12 potrebbero uscire dall’aula e lasciare il “campo aperto” alla maggioranza che, per il bene della RAI, procederebbe spedita verso la nuova governance.  Si fatica a comprendere come questo possa avvenire ma è una concreta possibilità. Al momento, ad oggi, non si avvertono segnali di fumo se non, come si legge su Il Riformista “L'Aventino di Schlein preoccupa i dem. Le barricate del Carroccio contro la nomina di Agnes infastidiscono Forza Italia. Anche FdI sbuffa per l'atteggiamento di Salvini. Sullo sfondo i moderati del Pd temono che Elly resti a mani vuote”. Lo ha scritto prima Bloggorai: ci risulta che all’interno del PD questa “confusione” si possa configurare come un danno importante.  

Infine, c’è un tema sottotraccia di enorme portata sul quale ancora si avverte silenzio (e confusione) totale: il canone RAI. Nei giorni scorsi si è letto che si vorrebbe intervenire nuovamente sul taglio già avvento lo scorso anno o per confermarlo (come vorrebbe fortemente la Lega) o per tornare indietro ai 90 euro (come piacerebbe a FI). Rimane il fatto che a pochi mesi dalla fine dell’anno su questo tema i ragionieri di Viale Mazzini non sanno che pesci prendere. Ma questo, evidentemente, è un pesce piccolo, una sardina. Nulla a confronto della paranza di nomine che si potrebbero fare con i criteri della vecchia legge Renzi.   

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lunedì 26 agosto 2024

RAI: questa mattina alle 10 ...

Le danze sulla RAI si apriranno questa mattina alle 10 con un Cda di Viale Mazzini convocato dal Presidente protempore e AD Roberto Sergio in gran “riservatezza”, in modo apparentemente anomalo e inconsueto. Pochi ne sapevano qualcosa e nessuno ne ha scritto nulla. Fini a ieri sera era difficile saperne di più come, ad esempio, l’ordine del giorno. Chi sa tace e chi non sa tace lo stesso. Comunque, qualche telefonata l’abbiamo fatta lo stesso, tanto per capire.

Di che si tratta? Per quanto è stato possibile sapere ci dovrebbero essere in discussione “… alcuni contratti che per importo devono passare dal Cda, nessuna nomina e forse un aggiornamento sulla gestione di San Marino Tv…” (da ilgiornaleditalia.it). Apparentemente robetta, quasi di ordinaria amministrazione tanto da rendere difficilmente comprensibile la necessità di questa convocazione. Perché allora e perché proprio alla vigilia del tanto atteso vertice di maggioranza previsto per il 30? Ci è stata data una possibile risposta: “E’ un segnale chiaro e forte, potrebbe essere stato raggiunto un accordo e il 12 si voterà”. Ipotesi plausibile seppure ancora non verificabile. Non è chiaro chi ha accordato cosa e con chi ma tant’è. Insistiamo: e allora perché questo Cda oggi? “per un buon motivo sottinteso: sostenere e dimostrare che l’Azienda deve essere governata e non può essere lasciata allo sbando per molto tempo ancora”. Risposta convincente. Quindi un Cda solo “formale” dove il sostanziale è tutto nel contesto di una situazione/trattativa in corso d’opera. La logica del “bene dell’Azienda”, ci aggiunge un’altra fonte, potrà essere il grimaldello con il quale si “scasseranno” gli accordi di maggioranza e di opposizione. Con buona pace di coloro che sostengono invece che “… ci vorranno tempi lunghi, mesi… ovvero lasciare questo Cda in proroga almeno per un anno…”. Cioè? Un Cda con un sostituto presidente e un consigliere in meno di fronte a problemi e sfide epocali? Intendiamoci, tutto si può fare e qualcosa del genere è pure avvenuto in passato ma tutto ha pure un limite. Questo il limite che la maggioranza, a quanto sembra, non ha alcuna intenzione di superare. Ecco l’accelerazione, ecco il Cda di oggi ed ecco profilarsi il prossimo 12 settembre come appuntamento con la storia di Viale Mazzini, per ora previsto solo alla Camera (al Senato il voto ancora non è stato calendarizzato). Se mai fosse vero questo teorema, per il “campo largo” si profilano sorci verdi. Forse, dipende.

Veniamo ora ad una notizia che riporta Italia Oggi che titola: “Tv, nuovo digitale terrestre al via. Da domani il passaggio di un mux Rai. Basterà risintonizzare. 5 mln di famiglie non pronte. Si legge poi “I grandi broadcaster nazionali non hanno mai visto di buon occhio questo passaggio per il timore di perdere ascolti (e di favorire il passaggio alla fruizione online): ancora oggi in Italia ci sono 12,6 milioni di tv non Dvb-t2 nelle prime case (il 28,9%), contro i 31 milioni di apparecchi già adeguati, secondo gli ultimi dati Auditel della rilevazione da gennaio a maggio 2024. In termini di famiglie, sono 5 milioni quelle i cui schermi diventerebbero neri se ci fosse un passaggio totale di tutti i canali al nuovo sistema”. Per RAI il passaggio previsto da domani si tratterebbe “solo” di rendere difficile la visione di Rai Storia, Radio2 Visual e RAI Scuola per chi non possiede ancora un apparato idoneo alla ricezione in T2. “Numeri insignificanti di canali marginali” ci dissero a suo tempo, quando abbiamo chiesto spiegazioni durante il dibattito sul nuovo Contratto di Servizio che imponeva questo passaggio. Non ne siamo convinti, vedremo quanto peseranno questi 5 milioni di famiglie non pronte. Ricordiamo sempre che questo obbligo del Contratto di Servizio è imposto solo a RAI.

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Ieri ci ha lasciato un caro collega: Bepi Nava.

Ciao!

RAI: le relazioni intime e pericolose, molto pericolose

Foto di Евгения da Pixabay

“Le illusioni dell’amore possono essere più dolci, ma chi non sa anche quanto siano meno durature? E come è pericoloso il momento in cui crollano! Allora i minimi difetti appaiono urtanti e insopportabili per il contrasto con l’idea di perfezione che ci aveva sedotto. Ciascuno dei due crede però che solo l’altro sia cambiato e che lui sia sempre rimasto come in un istante di smarrimento era stato giudicato. Si meraviglia di non suscitare più quel fascino che neppure lui prova per l’altro, e ne resta umiliato, la vanità ferita inasprisce gli animi, ingigantisce i torti, provoca il risentimento, genera l’odio; e così dei frivoli piaceri sono pagati con lunghe sventure.” Pierre Ambroise François Choderlos de Laclos (Les Liaisons dangereuses)

Ci avviciniamo lentamente, molto lentamente, ad un momento in cui i partiti, piccoli o grandi che siano, dovranno iniziare a gestire intorno alla RAI  relazioni clandestine e pericolose, molto pericolose. Si tratterà di capire per un verso i limiti di tenuta di una maggioranza che sembra, forse solo sembra, dare flebili e visibili segni di sofferenza e, per altro verso, i limiti di prospettiva di una minoranza dove uno dei componenti, il M5S, potrebbe implodere al suo interno. Come abbiamo scritto più volte, un possibile campo di battaglia sarà il prossimo Cda della RAI. Forse non il solo e forse nemmeno il più rilevante ma certamente non sarà una scaramuccia di secondo piano.

Nel dettaglio, come noto, la relazione clandestina (il voto è segreto) e pericolosa si svilupperà in Vigilanza RAI dove il Governo se, come forse probabile, volesse fare la forzatura di votare il prossimo 12 settembre, dovrà poi passare le foche caudine per l’elezione del/la presidente. Ribadiamo l’interrogativo: chi sarà il tradito e chi il traditore? Ovvero, chi si presterà a fornire i 4 voti necessari alla maggioranza? Nei giorni scorsi abbiamo letto e poi confermato dai nostri contatti (i soliti quattro amici al bar) che si possono intravvedere almeno tre orizzonti di relazioni clandestine e pericolose riferite al futuro della RAI.

La prima è quella che vede FI (Berlusconi forse più che Tajani) occhieggiare al centro, al mondo cattolico, al PD. La seconda invece è quella che vede FdI, la Meloni, occhieggiare al M5S. Brrrrr … che brividi … che intense emozioni si provano.

Relazione clandestina n. 1. Le sottili trame e gli sguardi languidi e desiderosi sono in corso da tempo in ambito politico/elettorale generico e generale e, ancor più, in ambito televisivo. Berlusconi ha ben chiaro in mente che lo schiacciamento a destra operato dalla Meloni gli toglie il fiato e taglia il suo terreno elettorale sotto i piedi. Il suo grande interesse aziendale, Mediaset, si proietta meglio in uno scenario di RAI stabile e con il canone certo che non con il suo concorrente alla ricerca affannosa di spazi pubblicitari sempre più magri. La sua “candidata” presidente Agnes potrebbe avere difficoltà ad essere eletta se prima non si raggiungono fasi di “pre accordo contrattuale” che, al momento, non sono per nulla definite. Ma, attenzione, la candidatura Agnes, in questa fase è solo “merce di scambio” pronta ad essere rivista e corretta al primo stormir di fronda utile e vantaggioso. Il principio generale, unico ed universale, che sembra guidare il pensiero di FI è lo stesso che vale anche per tutti gli altri soggetti: opportunità, necessità e convenienza. Berlusconi non sembra aver messo gli occhi sulla poltrona di AD però … però … non è un segreto per nessuno che un “suo” candidato ombra, alla bisogna, si trova facilmente.

Relazione clandestina n. 2. Due giorni addietro La Stampa ha pubblicato un lungo retroscena, a firma Ilario Lombardo, dal titolo “Nomine Rai, Meloni cerca sponda nel M5S per sbloccare il Cda e Agnes presidente”. Il passaggio interessante è il seguente: “L'indiziato principale è il M5S. Lollobrigida ne ha discusso con il capogruppo Stefano Patuanelli, con cui il rapporto è ottimo. Ancora una volta è sulla Rai che gli interessi della premier e di Giuseppe Conte tornano a convergere. Con un credito in più, che dicono di vantare da FdI: il patto che lo scorso aprile ha portato l'ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a essere nominato dalle Camere consigliere laico del consiglio di presidenza della giustizia tributaria. Un favore che Lollobrigida e Meloni si aspettano venga ricambiato”. Da rimarcare il punto sugli interessi convergenti sulla RAI che già in passato sono emersi. Allora, la semplice domanda che si pone è: fino a che punto Conte e la Floridia sono interessati ad una “Liaisons dangereuses” con chi e disponibili a trattare? Per avere cosa in cambio? Entrambi, in epoca pure non sospetta, hanno immaginato una sorta di “stati generali” senza mai specificare dove, come, quando e con chi farli. Solo tra i partiti di opposizione oppure “dialogando” con la maggioranza”. Altro che relazioni pericolose: cambiamo genere ed entriamo nella pura fantascienza.

Relazione clandestina n. 3. La più misteriosa e alquanto sospetta si riferisce al PD. Non sfugge a nessuno che la recente e intemerata uscita “prima la riforma e poi le nomine” è tanto fiocca quanto inutile. Quale riforma, con chi realizzarla e in quanto tempo? Cosa ha voluto celare? Quale oscuro pensiero lascia intravvedere? Poco o nulla. Si era letto, spesso e volentieri, di una presunta candidatura di Di Bella come “presidente di garanzia” poi smentita. Smentito il nome ma non completamente l’idea.

Conclusione. Il frutto delle relazioni clandestine e pericolose è e sarà solo uno: il passaggio in Vigilanza dove fare uscire i quatto voti necessari alla maggioranza, al governo. Ne potrebbe valere la sua sopravvivenza qualora la partita Rai diventasse centrale.

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sabato 24 agosto 2024

Ill "vuoto" della RAI e il "pieno" delle altre notizie

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Il vuoto e il pieno, il nulla e il tutto, il poco e il tanto e così via. Succede che spesso intorno a noi si possono verificare fenomeni inconsueti, anomali e imprevisti come pure, succede, che ci possono essere avvenimenti scontati, previsti e nella norma. Gli uni o gli altri occupano uno spazio di attenzione variabile a seconda delle necessità, opportunità e convenienze.

Allora, succede, che per quanto riguarda la RAI e il Servizio Pubblico, come prevedibile, in questi giorni siamo in presenza del consueto vuoto pneumatico, almeno ancora per pochi giorni. Tutto “normale”, tutto già visto.

Allora invece, succede, che il pieno notiziabile di questi giorni sia stato occupato dall’affondamento del veliero milionario Bayesian. L’avvenimento, per quanto drammatico, ha occupato una quantità di spazio televisivo e cartaceo talvolta pari o superiore a quello delle due guerre messe insieme. 

Poniamo però solo questo interrogativo: cosa giustifica tanta attenzione mediatica per una notizia che potrebbe interessare solo un ambito di lettori e telespettatori molto ristretto? La tragedia di sette vittime è certamente meritevole di avere spazio anche per la “rilevanza” delle persone coinvolte. Ma la "notizia" si estende ben oltre: si ipotizzano trame e complotti tra spioni di tutto il mondo: CIA, Mossad, MI5 insieme alla Spectre, ai Poteri Occulti megagalattici intercontinentali. “Punti oscuri”, “Misteri” “Cause occulte” e “Responsabilità dell’equipaggio” sono stati e sono tutt’ora i titoli prevalenti. Poi la "notizia" si estende in ambito strettamente marinaro: l’ormeggio in rada o alla banda, i portelloni aperti, il meteo, la chiglia retraibile, l’albero di 65 metri e così via. Tutti ad indagare e dibattere se le sartie dell’albero hanno contribuito alla stabilità della barca, se la tempesta era prevedibile e così via. Infine l’aspetto finanziario: compravendite milionarie di barche e Società offshore, software sofisticati per guidare bombe intelligenti, assicurazioni ciclopiche e studi legali dalle parcelle astronomiche.

La somma di questi tre ambiti quanto può interessare la stragrande maggioranza dei lettori/telespettatori? Difficile avere prove e numeri su quali ragionare. È pur vero che il nostro Paese sembra alquanto suscettibile di “tuttismo”: volta per volta tutti diventano esperti di tutto che sia la vela (Azzurra o Luna Rossa), di sport olimpici semisconosciuti (il curling) o tennisti sulla cresta dell’onda (Sinner). Ma qualcosa non torna: l’unica semplice, forse banale, spiegazione, è che quando si crea un vuoto (si crea perché altrimenti non esiste) qualcosa lo deve riempire necessariamente. Il problema è “come” si riempie. Lo spazio di un Tg o le pagine di un giornale, “devono” essere comunque riempite di qualcosa e allora il tema è la scelta redazionale dello spazio da occupare. Con quali temi, con quali notizie? E con quale “peso” da assegnare ad ognuna di esse?

Tv, radio e televisione hanno occupato questo spazio per questa notizia in modo, a nostro giudizio, anomalo, ingiustificato e sproporzionato rispetto ad altre tragedie del mare che, quotidianamente, avvengono nei nostri mari. Abbiamo provato a fare una ricerca su quanto rilievo ha avuto questa notizia sui “social” e non ne abbiamo ricavato gran che. Sulla carta stampata non ci sono tracce di commenti e riflessioni, abbiamo trovato un solo commento significativo sul Blog del Fatto Quotidiano ( https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/08/21/naufragio-bayesian-palermo-migranti-morti-mediterraneo-si-sanno-solo-numeri/7664808/ ). Conclusione: non abbiamo una risposta completa e convincente. Avvertiamo la dimensione del fenomeno ma non siamo in grado di spiegarlo compiutamente.

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giovedì 22 agosto 2024

Il Governo e la "Variante RAI". Il peso della Regina

Foto di PIRO da Pixabay

Da oggi e, verosimilmente, per i prossimi giorni non ci saranno notizie di rilevo sulla RAI. Almeno fino al 30 agosto quando, verosimilmente, ci potrà essere il “vertice” tra la Meloni, Salvini e Tajani dove, verosimilmente, potranno decidere cosa vorranno fare della RAI in vista del, verosimile, voto del 12 settembre alla Camera e solo alla Camera perché il Senato non ha ancora deciso cosa fare.

Dunque, oggi solo supposizioni, illazioni, sentito dire, pare, sembra, forse e probabile nonché, appunto, verosimile. Non è un banale gioco delle parti ma solo pretattica in vista della grande Partita. La domanda che poniamo è semplice: sarà la RAI la buccia di banana sulla quale il Governo potrà scivolare? Oppure si tratta solo di una partitella di Serie B rispetto a quelle di ben altro livello che la maggioranza dovrà giocare?

Allora, ne approfittiamo per proporre una riflessione sulle “varianti indeterminate” che si dovranno prendere in considerazione immaginando di trovarci di fronte ad una partita di scacchi. Abbiamo chiesto prima ad un qualificato lettore un parere su quante mosse è ragionevolmente prevedere in relazione a come si muoveranno i pezzi sulla scacchiera: “In una partita dove le posizioni dei due giocatori sono cosiddette chiuse, cioè bloccate, con grandi catene di pedoni al centro, un campione può prevedere anche 20 mosse. Al contrario, quando la partita si forma in posizioni aperte, cioè con pochi pedoni al centro e i pezzi importanti che proiettano la propria gittata sono prevedibili poche mosse, circa 6 o 7, perché le varianti subordinate possono essere anche 5 o 6 e ognuna di queste può prevedere una decina di mosse successive”. Ci fa pensare che anche un’ottima AI scacchistica potrebbe andare in difficoltà.

Bene, allora divertiamoci ad esaminare le “forme indeterminate” (memo per gli appassionati di matematica: sono cosiddette le operazioni che coinvolgono infiniti e infinitesimali nel calcolo ei limiti per le quali NON è possibile determinare un risultato a priori e sono 7: zero su zero, infinito su infinito, zero per infinito, uno alla infinito, infinito meno infinito, zero alla zero, infinito alla zero.

Dunque, ci “limitiamo” ad esaminare sette possibili “forme indeterminate”.

1 . Fratelli d’Italia (Meloni). Idee pochissime e molto confuse: anzitutto Rossi si o Rossi no? Da tempo si legge sui dubbi che corrono a Palazzo Chigi e, per ultimo, il caso dei giornalisti RAI in Ucraina non ha rallegrato l’ambiente. Canone, privatizzazione e ascolti sono spine nel fianco non facili da togliere. Una parte del partito (Fazzolari?) sembra spingere alla prudenza mentre altri (Montaruli?) spingerebbero in direzione opposta. Cosa faranno il 12 settembre? Proveranno il colpo di mano e voteranno o accetteranno più miti consigli interni alla maggioranza e in accordo con una parte dell’opposizione?

2 . Lega (Salvini o Giorgetti). All’interno della Lega ci potrebbero essere due anime riconducibili ai due personaggi. Il primo, per comodità lo definiremo “popolare” guarda appunto al “popolo” che ha in uggio il canone e guarda oltre le beghette di Viale Mazzini. Gli interessa l’elettorato e, da questo punto di vista, tutto ciò che mira a sottrarre voti alla sua alleata di governo va bene, benissimo. Il secondo più “istituzionale” va più al sodo e si sporca volentieri le mani sulla RAI, non foss’altro perché è l’azionista di maggioranza: vedi il recentissimo endorsement su Rossi. Tanto è stato chiaro sull’attuale uomo della Meloni candidato AD  quanto non ha detto una parola su Sergio che pure, dicono, la stessa Lega vorrebbe in stand by almeno per un anno come AD e Presidente (pro tempore dopo le dimissioni della Soldi).

3 . Forza Italia (Letta o Tajani). Anche in questo caso le anime, le culture e gli interessi rappresentati possono essere diversi. Però, a differenza della Lega, qui c’è il “collante” Berlusconi con i suoi interessi aziendali che è ancora molto, molto forte. Come pure ha scritto Bloggorai, la manovra di disturbo e relativo spostamento del partito verso un centto più moderato e meno “destro destro” e magari con un occhiolino verso il PD è in corso da tempo. Il perno della manovra è la variabile tempo: quanto tempo potrà reggere la coalizione di Governo? Quale e quanto ci potrà essere un punto di rottura? In queste ore si parla di Ius Scholae, ovvero due prospettive politiche divergenti. Sula Rai poi il conflitto è più aperto e marcato: il canone deve rimanere e il tetto pubblicitario non si tocca: ovvero il contrario di quanto sostiene la Lega. Che farà il 12 settembre?

4 . Il PD (Schlein e tanti altri). Per questa “forma incondizionata” la questione è assai più complessa. Di quale PD vogliamo prendere in considerazione le mosse e le prospettive? Non è facile districarsi tra lontani parenti del “franceschinismo”, gli amici e parenti di Boccia (do you remeber le sui dichiarazioni sul canone RAI?) e altre “correnti 2.0”. Tutto molto complicato. Sulla RAI la posizione ufficiale recentissima è “prima la riforma e poi le nomine”. Ci riferiscono che alcuni autorevole esponenti del partito si sono “scocciati “ per questa improvvida uscita, ben consapevoli della sua difficilissima praticabilità e però preferiscono tacere. Se mai il 12 settembre si votasse ancora non è chiaro cosa farà il partito: uscirà dall’aula, voterà contro? Non è dato sapere con certezza e precisione.

5 . Il M5S (Conte ed altri…). Per quanto ne sappiamo e leggiamo, sembra un partito sull’onda di una crisi di nervi. Gira aria di scissione tra Grillo e Conte. Sulla RAI, lo abbiamo scritto chiaro e tondo, non abbiamo visto grande lucidità già da come è stata gestita la partita del Contratto di Servizio. In Cda poi abbiamo visto operazioni discutibili. Al momento, anche il M5S ha sottoscritto l’appello “prima la riforma della Governance e poi le nomine”. Anche per loro, la variabile indeterminata del 12 settembre è tutta aperta: cosa faranno? Sul candidato in Cda, da tempo si legge che la scelta sembra fatta. Non una parola sui criteri di scelta. Corre un dubbio: la Floridia, presidente della Vigilanza, che partita sta giocando? Negli ultimi tempi si è registrato un suo certo “dinamismo”.

6. AVS (…). Una forma indeterminata molto indeterminata. Sul 12 settembre vale quanto detto per gli alleati di cui sopra. Per tutto il resto si sa poco ai limiti del nulla: canone etc.

7 . I cosiddetti, fantomatici, “poteri forti”. Non sono poi tanto occulti, hanno nomi, cognomi e indirizzi. Si annidano dentro e fuori la RAI. All’esterno, si tratta di gruppi di interesse, lobby e congreghe varie: la lista inizia con ha a cuore il dossier Rai Way e termina con le varie società esterne di vario genere e tipo. Spesso hanno interessi comuni, altre volte divergenti. Tutti però mirano al “malloppo” e non mollano la presa. All’interno le trame e i complotti sono assai accesi: per alcuni si gioca il destino, specie per molti prossimi alla pensione. Le “variabili” Sergio ancora per un anno o Rossi subito (sempre che la “fortuna” di Palazzo Chigi gli sia amica) per alcuni significa la sopravvivenza o l’oblio. Si capisce bene che la tensione è alle stelle.

Per quanto scritto prima e posti i pezzi sulla scacchiera, sembra di poter affermare che le “posizioni” appaiono “aperte” e dunque la quantità di mosse possibili sono talmente ampie che è oggettivamente difficile, almeno per Bloggorai, poter fare ragionevoli previsioni.

La posizione della Regina, ovvero la presidenza della RAI, sarà la variante determinante.

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lunedì 19 agosto 2024

Il Giornalismo indipendente e la RAI

Stiamo seguendo con grande attenzione il tema dei giornalisti televisivi Rai nelle zone di guerra.

Poniano alcune questioni. Intanto segnaliamo un articolo a firma Duilio Giammaria su Domani dove si legge una frase fondamentale: "Indipendenza prima di tutto".

È lecito porre il dubbio che questo principio, caposaldo imprescindibile del lavoro giornalistico specifico del Servizio Pubblico, sia sempre osservato.

Poi, siamo andati a rivedere il servizio della giornalista del Tg1 e la sua successiva "spiegazione" dove abbiamo colto una sua frase che pone esattamente al centro la questione.

Sostiene la Battistini: "Il racconto di guerra è per definizione un racconto parziale".

Allora: che relazione esiste tra "parzialità" e "indipendenza" ???

Poi: che relazione esiste tra una "notizia parziale" e il racconto della stessa ovvero non solo visualizzare televisivamente cosa è successo ma fornire al lettore/telespettatore la possibilità di capire, spiegare come e perché avviene un fatto.

In altre parole, "Ecco ... vedete ... qui c'è un cadavere..." e non sapere cosa e perché è successo è altro tipo di giornalismo.

Infine, a proposito di scoop di alcuni giornalisti Rai, siamo sempre in attesa che qualcuno lo possa fare "dentro Gaza" per documentare e spiegare la quotidiana strage di civili,  magari accompagnati da un blindato IDF che, ovviamente, consentirà di riprendere solo ciò che ritengono utile e necessario ... per loro... ovviamente.

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RAI di Destra e Mediaset di Sinistra? (o viceversa)

Foto di succo da Pixabay

 Tutti noi ce la prendiamo con la storia

Ma io dico che la colpa è nostra

È evidente che la gente è poco seria

Quando parla di sinistra o destra… (G.G:)

La Storia e la Memoria talvolta fanno strani scherzi: confondono le idee, annebbiano i ragionamenti, e offuscano le prospettive. Succede che spesso si attinge al magazzino, agli archivi, ai faldoni dimenticati per cercare di riannodare qualche filo intrecciato. Succede, allora che riaffiorano antichi racconti: il “compromesso storico”, le “grandi alleanze”, le “larghe intese” che poi talvolta si traducono volgarmente in “inciuci” di vario genere, natura e cultura.  Succede che questi fenomeni possano interessare, come spesso e volentieri è successo, anche la RAI:

Succede che a Bloggorai, isolato e isolano, arrivano echi lontani di qualcosa di apparentemente inedito: si sente dire di un fenomeno curioso che, in sintesi, si sta verificando tra Viale Mazzini e Cologno Monzese. Più o meno, grosso modo, ci raccontano e si dice “Mediaset guarda a sinistra e Rai si ancora a destra: la pattuglia dei fedelissimi della Meloni non si tocca". 

Cerchiamo di chiedere, sapere e capire. Ieri il Fatto ha titolato “Mediaset, Pier Silvio ordina “Diamo più spazio al PD nei talk”. Difficile verificare e ancora più a priori. Però interessane osservare che da tempo, su alcuni temi e su uno in particolare, ad esempio il canone RAI, ci sia più attenzione da quelle parti piuttosto che nei vari “campi larghi”. Certo, si osserva, vorrei ben vedere: la RAI senza canone deve trovare risorse nella pubblicità e questo, di fatto, danneggia Mediaset. È forse un argomento banale ma sostanziale. Di converso, salvo deficit cognitivi dei quali Bloggorai potrebbe essere vittima, sul tema canone dal fronte dell’opposizione, non si sente battere un ciglio. Bizzarie della Storia e della memoria. Evidente però che non c’è solo questo, ci dicono. Si parla d’altro: ovvero, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, di un tentativo di aprire i giochi della ricomposizione politica guardando a quell’elettorato “televisivo” tendenzialmente più moderato e poco incline a sostenere l’offerta editoriale della “destra” accampata a Viale Mazzini che, a quanto sembra, da tempo non riscuote grandi consensi. Tanto per irrobustire e arricchire il ragionamento: ieri QN ha titolato “Manovre al centro. L'asse moderato agita la maggioranza” mentre il caso dei giornalisti RAI in Ucraina (tema del quale ci occuperemo, molte cose non tornano) evidenzia le fibrillazioni della Meloni.  

Non ultimo, FI che “dialoga” con il PD è pur sempre una spina nel fianco del Governo, sia verso la Lega sia verso FdI. Sottili e perfide minacce, ricattucci palesi e occulti, malumori, pensieri torbidi, trame sottili e di immediato e lungo periodo. La battaglia RAI del prossimo autunno, a partire dal 12 settembre alla Camera fino al 23 ottobre (udienza al TAR) potrà essere solo una scaramucccia ma, appunto, la Storia insegna che spesso è successo che si perde o si vince un grande conflitto proprio per piccoli “dettagli”. Basta solo attendere, come Bruto sulla Piana di Filippi.

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domenica 18 agosto 2024

Il "centro" RAI


La battaglia del centro e il centro della battaglia. Capita raramente che in così poche parole si possano condensare così tante riflessioni che si addicono benissimo al presente e al futuro della RAI. Nei prossimi giorni si combatterà per conquistare il centro della politica e uno dei suoi centri sarà la presidenza di Viale Mazzini.

Lo spunto ci viene da un articolo comparso ieri sul Fatto Quotidiano a firma Wanda Marra sul tema delle "convergenze parallele" tra Tajani e Schlein. A volte ritornano: è un tema ormai passato agli annali di storia. Entrambi i soggetti, a quanto sembra, concorrono alla stessa gara: conquistare il "centro" ovvero sottrarre consensi alla "destra destra" della Meloni &C e infastidire Salvini. Lodevole iniziativa. se non che, se per il primo non si avvertono segni di complessità interna al partito, o dialettica che dir si voglia, per la seconda invece la questione è assai più complessa specie per quanto riguarda  quel partito reduce "di lotta e di governo" che ormai sembra tramontato in un epoca non più ripetibile. Il partito, come si legge, "dalle tante anime". Una tra queste guarda con tante simpatie da varie parti, comprese quelle di Renzi &C. Tante anime, tante, specie sulla RAI ... forse troppe.

La battaglia del centro è sempiterna in questo Paese. Il “centro” ovvero l’elettorato che oscilla, muta ragione sociale e si trasforma a seconda delle convenienze e necessità è sempre stato oggetto e soggetto di predazione politica. Sembra difficile governare questo Paese se non si passa per quelle parti, se non si conquista la sua anima profonda e il suo cuore (e portafoglio) di questo elettorato. È un Paese per sua natura e cultura di “centro” ovvero leggermente moderato e moderatamente conservatore, progressista quanto basta ma conformista al punto giusto. Un elettorato sobrio e ondivago, carico di garbo istituzionale, atlantista incondizionato e subordinato, sempre pronto al sacrificio economico (degli altri), aperto ai popoli migranti ma con equilibrio. Insomma, parliamo proprio del "centro" nella sua forma politica e sociale più compiuta.

Allora, vista la penuria post ferragostana di notizie, ci è venuta la curiosità di riflettere su come questa "assonanza" forse tattica tra FI e PD possa interessare il centro della battaglia sulla RAI e, in particolare sulla presidenza. E' una riflessione però monca: non sappiamo ancora tante cose (se il 12 settembre la Camera voterà, cosa farà il Senato etc) ma non sappiamo esattamente cosa farà il PD qualora il governo provasse a fare il colpo di mano e volesse votare i quattro consiglieri di fonte parlamentare. Al momento, sappiamo solo che il "campo largo"  vorrebbe "prima la riforma della governance e poi il voto". Un po' pochino pochino e dal futuro lontano, molto lontano e assai incerto. Possiamo solo limitarci e fare deboli congetture e fragili supposizioni. 

E se mai questa "entente cordiale" tra FI e PD si volesse proiettare sulla trattativa presente e futura per la presidenza RAI? E semmai si aprisse una trattativa per un/a "presidente di garanzia"? Necessario temere conto che comunque quella manciata di voti in Vigilanza da qualche parte dovranno pure venire dalle file dell'opposizione visto che la maggioranza non li ha. Chi si presterà a fornire il consenso necessario e cosa si metterà sul piatto della bilancia visto che, comunque, il/la presidente prima o poi ci dovrà pure essere? L'argomento è interessante e merita di essere seguito con grande attenzione.

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venerdì 16 agosto 2024

17 agosto: riprende la battaglia RAI


 La tregua è finita: fuoco alle polveri.

Non c’è tempo da perdere e non si faranno prigionieri.  Il linguaggio guerresco è crudele e volgare ma assai pertinente se vogliamo parlare di Rai e di Servizio Pubblico prossimo venturo.

Cominciamo subito, tra pochi giorni. Il 28 agosto dovrebbe avvenire la nuova fase della transizione al DVB-T2 come previsto dal recente Contratto di Servizio all’art. 15, comma 3, riferito a Impianti e investimenti tecnologici dove si legge che “… la Rai si impegna a diffondere un proprio mux nazionale in standard DVB- T2 entro il 10 gennaio 2024 (poi modificato al 28 agosto), e a predisporre il passaggio dei restanti mux in standard DVB-T2 secondo la roadmap predisposta dal Ministero in coerenza con la normativa di settore”. Nessuno ne parla (sul sito dell’Ufficio Stampa RAI non si leggono aggiornamenti recenti) ma potrebbe essere un passaggio non indolore. Ricordiamo quanto affermato da Stefano Ciccotti, CTO RAI in una lettera al MimIt agli atti della Vigilanza del 27 settembre scorso dove si legge che “… Secondo il nuovo Contratto di Servizio in via di sottoscrizione, Rai sarà l’unica emittente chiamata ad attivare dal 10 gennaio 2024 (…) l’esercizio di un multiplex nazionale in DVBT2. Per trattandosi di un’iniziativa che, isolatamente imposta a Rai, genererà con tutta probabilità un calo di ascolti dei canali coinvolti a causa del mancato rinnovo totale del parco ricevitori (decoder e TV) da parte delle famiglie italiane…”. Da allora, a parte la data rinviata, non si è saputo più nulla in particolare per quanto temuto sul possibile calo di ascolti. Sono stati stimati?

Andiamo avanti. Canone. A che punto è la notte? Buia, scurissima. Siamo alla vigilia del quarto trimestre e nessuno è in grado di sapere se e come sarà l’importo del canone 2025. Sarà come lo scorso anno quando la notizia della riduzione di 20 euro (apparentemente) apparve come una scheggia impazzita?  Non era affatto impazzita perché la Lega (Giorgetti) sapevano benissimo quali erano e sono le loro intenzioni: ridurre progressivamente il canone del 20% anno fino alla sua completa estinzione. Come si potrà impostare e sostenere il nuovo Piano Industriale senza avere certezza delle risorse sulle quali contare è un mistero glorioso. Qualcuno pensa, forse a ragione: “Ci penserà il prossimo Cda”. Il messaggio è sottile e subliminale, del genere “chi vuole capire capisce”.

Però, e veniamo al terzo punto, il trucco c’è: vendiamo un pezzo di RAI Way. Nel Piano industriale (di cui abbiamo mostrato prova provata) si legge la stima di 190 mln. Nelle scorse settimane abbiamo letto sul Sole invece che la quota si è ridotta a 110 mln in virtù del fatto che è ridotto il percentuale di vendita della quota azionaria. Ma questo, ovviamente, è solo una parte del problema ancora irrisolto: come si apre la partita RAI Way e “Polo delle torri”. La questione è ingarbugliata assai e non da poco (dal 2016). I “fondi” premono da una parte e “altri” in direzione opposta. Si vorrà imprimere una accelerazione a settembre o è meglio aspettare il prossimo Cda? Vedi sopra: chi vuole capire capisce.

Arriviamo al quarto tasto dolente: la crisi di ascolti. L’ubriacatura delle Olimpiadi è finita ed è finita la pacchia. La concorrenza tutta sarà più agguerrita del solito (vedi Amadeus). Non c’è trippa per tutti i gatti. I palinsesti presentati a luglio fanno piangere di tristezza e mestizia. Pure a Villa Arzilla potrebbero scocciarsi e guardare altro. Come si potrà fronteggiare la possibile emorragia? Boh!!!

Dopo di che inizieranno le cannonate del 12 settembre con quanto vi abbiamo scritto. La Camera voterà i nomi del prossimo Cda? E il Senato? Boh! E il “campo largo” in questo caso cosa farà?  Doppio boh!!!

Va bene…intanto iniziamo la guerra, poi, con calma si vedrà. Con calma, magari nel frattempo, proviamo ad immaginare e dibattere una riforma della Governance di Viale Mazzini, di tutta la RAI, di tutto il Servizio Pubblico, dell’intero comparto dell’audiovisivo nazionale … fate voi. Tanto, comunque, il 23 ottobre al TAR è dietro l’angolo. Poi, con calma, si vedrà.

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mercoledì 14 agosto 2024

La tregua RAI di Ferragosto porta buoni consigli


Ciufff…ciufff…

Il Vaporetto si allontana. La tregua di Ferragosto è vicina. L’ultimo tratto del fumaiolo lentamente si dissolve all'orizzonte insieme ad uno spennacchio di fumo. Quando la grande barca, fumante e maestosa, si allontana dall’Isola, siamo tutti indotti a tornare ad una condizione mentale, umana ed antica, distinta e distante, isolana e isolata. Sicchè, ci accingiamo a rimanere per alcuni giorni senza notizie.

Questa sera in montagna si terrà il Panighini di S.Nicola. Molto atteso ma molto difficile. Il paese si snoda lungo una strada poco più larga di una mulattiera e si concentra in una piazzetta proprio di fronte al Monastero. Di fianco alla Chiesa, fino allo scorso anno, c’era la mitica locanda di Sofia che da sola meritava il viaggio per come preparava gli stufati. Ora è lei che si è stufata ed ha mollato tutto. Danzare in quello spazio così ristretto è per pochi iniziati.

Se non che, domani sera, ci sarà invece il Panighiri di S. Maria, pure molto atteso e grandemente partecipato: la pista è larga ed è prevista la partecipazione di Valentino, noto per l’arte sublime di suonare la fisarmonica. Domani saremo lì e danzeremo fino all’alba. Riprendiamo un appunto dello scorso anno: “Caterina ci ha spiegato che esiste un termine, una parola che riassume esattamente quel momento e ne rivela il suo contenuto antico: il girare vorticoso richiama la pigiatura dell’uva e quindi non è tanto importante eseguire correttamente i passi appresi a scuola quanto invece “danzare”...esserci, partecipare. Esattamente i termini usati sono “πατάμε σταφύλια (pron. patàme stafília) cioè pigiamo l’uva perché, ci ha detto Caterina, il Panigiri non è una lezione di danza ma un momento comune, non c’è esibizione ma partecipazione. Ourania, la sua amica, gli ha specificato “Importante è che ci divertiamo”.

Bene, allora approfittiamo della partenza del Vaporetto per convocare il “Comitato Scientifico Bloggorai all’estero” al quale abbiamo posto un tema: che facciamo a settembre?

I punti fermi sono:

a. una parte del governo vorrebbe votare il nuovo Cda Rai pure a Ferragosto, se fosse possibile

b. un’altra parte del governo voterebbe volentieri l’anno prossimo

c. il “campo largo” semmai voterebbe volentieri dopo la riforma (prima o poi si farà)

d. il 12 settembre la Camera potrebbe votare

e. il 12 settembre il Senato potrebbe NON votare

f. il 23 0ttobre è attesa l’udienza al TAR

Dopo acceso dibattito, sapientemente accompagnato da Ouzo (brutalmente commerciale), Tsipouro del nostro amico Stravros e una squisita Tentura di Patrasso (dicono che fa tanto bene) insieme ad olivelle di Kalamata e spizzicchini di Madouri, il Comitato (ancora in sobrietà) ha espresso una riflessione:

“La sola proposta sostenibile, sensata, ragionevole e condivisibile (magari conviene pure al Governo) è applicare la Costituzione, le normative vigenti e le disposizioni comunitarie ovvero il MFA e quindi votare SUBITO un nuovo Cda Rai applicando criteri aperti, trasparenti e non discriminatori. Camera e Senato potrebbero istituire una Commissione ad hoc con l’incarico di visionare, comparare e valutare i CV pervenuti”. Volendo, tutto molto semplice e veloce.

Aspettiamo il ritorno del Vaporetto e chissà se arriveranno buone notizie. Già si sentono le prime note dell’Hasapiko e del Thiakos. Ci prepariamo per il Panighiri di S.Maria di domani sera.

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lunedì 12 agosto 2024

In arrivo il Vaporetto RAI carico di notizie (si fa per dire)


 Ciuff … ciuff … ciuff …ciuff…

La notte è trascorsa lunga e tempestosa. La luna è al primo quarto, gobba a ponente, non va bene per la pesca. Alle prime luci dell'alba l'accordo tra Grecale e Maestrale sembra spezzato e il mare torna placato.

Il paese si è risvegliato dopo la notte del Panighiri di Santa Sofia. Si è danzato fino a tardi il Sirtos, il Lazotis e il Kavodoritikos. Tutto sempre accompagnato da un passaggio di Ouzo molto freddo o meglio ancora di un bicchierino di Tsipuoro fatto in casa da Stavros, nostro amico contadino di Patrasso. Poco sobri. Ai Panighiri quì ci tengono molto e i giovani, per noi sorpendendente, sono tra i più bravi. Succede che nel vortice della danza, la figura labirintica tradizionale, al centro della pista si collocano quelli che più intendono e interpretano la musica mentre all’esterno, alla periferia del giro danzano gli "anziani" e qualche turista tanto sprovveduto quanto affascinato.

L’isola vive intensamente una sua doppia anima che ancora, dopo oltre 20 anni di frequentazione, ci rendiamo conto quanto sia difficile decifrare. Per un verso devota e praticante, ossequiente e riverente con il Pope che benedice la piazza prima dell’inizio delle danze.  Per altro verso è una storica roccaforte del KKE e le molte scritte sui muri lo lasciano intendere chiaramente. Sono tutti molti orgogliosi di un eroico gesto di resistenza di un gruppo di partigiani che hanno messo in fuga e danneggiato un sottomarino nazista a nord dell’isola. Appena si sbarca dal traghetto, gli amici storici subito ci chiedono notizie degli emuli di Berlusconi e di Valentino Rossi (???)

Ciuff...ciuff...si avverte prima il rumore e poi si vede un pallido fumo. Dalla punta del promontorio, dove si staglia piccola e maestosa la chiesetta di S. Maria, spunta lentamente la prua del Vaporetto. Una volta alla settimana porta sull'isola persone, provviste e notizie. 

Le une e le altre sono molto attese.

Ciuff… ciuffffff…

Chiediamo notizie sulla Rai. Ci eravamo lasciati quando abbiamo saputo che il “campo largo” aveva elaborato quella brillantissima idea di ingegneria politica secondo cui “prima la riforma e poi le nomine del Cda”. Siamo ancora colpiti da tanta genialità, magari non abbiamo capito bene. Sicché, ci dicono, il giorno successivo o giù di lì, parla il Ministro Giorgetti cioè il Governo e ci riferiscono che, grosso modo, ha detto due o tre cosette interessanti: A definire cosa è il Servizio Pubblico B si potrà parlare di privatizzare qualcosa C Rossi può fare l’AD. Beh, una buona premessa per affrontare tutti insieme sulla riforma della RAI (attenzione, NON della sola governance).

Poi, il giorno successivo, ci dicono che è comparso un articolo su Domani con il titolo “Le ipotesi della maggioranza. Suggestione Lega: congelare il Cda Rai fino all'estate 2025. L'idea che circola permetterebbe al centrodestra di rinviare la spinosa trattativa tra leader e alle opposizioni di ottenere una nuova legge sulla governance”. Interessante, chiediamo di sapere di più e ci dicono che si tratta di “buttare la palla in tribuna” (come ha prima scritto Bloggorai). Notiziona!!! Anche loro!!! Tutti a buttare la palla in tribuna e in campo non gioca nessuno, non ci sono più palle!!! I “leghisti” vorrebbero congelare il Cda per un anno e tenere lontano Rossi dalla poltrona di AD. Poi, si vedrà. Brrrrr .... che brivido.

Il giorno dopo arriva di rinforzo il Messaggero che titola “Sergio (da ieri) è anche presidente: pressing Lega per tenerlo fino al 2025” dove poi si legge che “…e lo scenario attualmente più probabile, tra i tanti, è questo e potrebbe mettere d'accordo tutti, centrosinistra compreso: congelare il Cda della Rai fino all'estate del 2025…”e poi “… Il Mef, a settembre, potrebbe fare un Dpcm per la proroga dell'attuale Cda fino all'approvazione del bilancio 2024 (che sarà nel maggio 2025). In coincidenza con il Dpcm può essere nominato dal Mef il consigliere in sostituzione della Soldi. Magari un personaggio non sgradito al centrosinistra (chi? ancora non si fanno previsioni) e il campo largo potrebbe votarlo come presidente o, in nome di un ritrovato dialogo, dare finalmente i consensi mancanti…”. Interessante, ma si osserva, banalmente, che la “proroga” del Cda non è prevista dalla Legge: è già in vigore de facto da mesi e non necessita di un DPCM. Di cosa stiamo parlando? Di una “riforma” strisciante già in corso di attuazione da parte del Governo? Mah… vedremo.

Per finire, due notiziole: oggi sono state pubblicate le disposizioni successive alla condanna per comportamento antisindacale della RAI in occasione dello sciopero dello scorso maggio. Chi paga? Chi ne risponde?

Poi, sul sito dell’Ufficio stampa Rai si leggono due comunicati del 10 agosto: il primo titola alle ore 10.00 “Roberto Sergio Ad e Presidente dell'azienda” e il secondo alle 17.16 “Rossi, ricordo Laganà per il suo impegno e il suo lavoro. Un privilegio lavorare con lui”. Ovvero quel giorno il DG Rossi si ricorda di commemorare Riccardo Laganà e l’AD/presidente no.  Ci dicono che lo ha fatto il giorno dopo con un messaggino su un “social” … tipo FB. Purtroppo, Bloggorai, è poco “social” e non legge FB.

Stasera ci aspetta il “Comitato Scientifico di Bloggorai”. Non garantiamo sobrietà.

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