Oggi registriamo due dichiarazioni, la prima di Riccardo Laganà e la seconda della stessa Borioni a proposito dei contratti firmati alla conduzione di importanti trasmissioni di Rai Uno. I consiglieri sottolineano la gravità delle scelte compiute in sfregio al mancato utilizzo delle risorse interne. Giusto !!! Ovviamente (!!!) le due dichiarazioni sono state pressochè ignorate dalla stampa.
Si è da poco conclusa l'audizione di Salini in Vigilanza Rai ed è stato rinviato il voto per le due mozioni presentate da PD e M5S alla settimana prossima. Ci sarà da lavorare per tutti i pompieri o gli incendiari di turno a secondo delle circostanze politiche governative che si andranno delineando.
Invitiamo vivamente i lettori a dedicare tempo e ascoltare il dibattito: si capisce tutto !!!
Durante l'audizione è stato citato un importante articolo, a firma Andrea Biondi, sul Sole 24 Ore di oggi. Si tratta di una panoramica sugli spostamenti significativi degli ascolti tra i grandi competitors televisivi nelle diverse piattaforme. L'attacco del pezzo è tutto un programma: secondo dati Auditel, i telespettatori nel periodo 2018-2019 sono calati di circa un milione a favore delle piattaforme streaming on demand e prosegue "la tv tradizionale sta perdendo seguito". Non è una novità, lo sappiamo da tempo ed è una tendenza ormai consolidata non solo in Italia. Il bello è che di tutto questo non si avvertono segnali di allarme di corsa ai ripari. Salini, a questo proposito, ha ripetuto un contenuto del Piano Industriale: stiamo lavorando per rendere Rai Play competitiva con le altre piattaforme streaming e, forse, dal prossimo anno, si potrà vedere qualcosa. Cosa? con quanti investimenti?
Pochi sembrano curarsi del fatto che il proseguimento logico di questa tendenza porta inevitabilmente verso un punto critico di rottura, quando sarà lecito porti la domanda sul senso generale del Servizio Pubblico per far funzionare il quale si richiede ai cittadini il pagamento del canone.
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