giovedì 13 giugno 2019

Il grande caldo

Matteo Renzi quando vinse le elezioni europee ha sostenuto per lungo tempo di avere avuto oltre il 40% del consenso degli italiani senza mai specificare che si trattava del 40% del 57% dei votanti. Tradotto: meno della metà di quanti hanno votato, pari a circa il 20%. Comunque non era poco: hanno votato circa 27 milioni e i voti assegnati al PD sono stati circa 11 mln. Se il direttore di Rai Uno a quel tempo avesse applicato lo stesso principio che ha usato nei giorni scorsi la direttora della rete di oggi avremmo avuto, forse, una Rai diversa. Chissà !!!

Ora, si da il caso che la settimana scorsa è stato formalizzato il principio secondo il quale il palinsesto della rete deve essere modellato  in relazione agli equilibri politici che si formano nelle urne e che a sovrintendere questo principio ci sia l'Editore in testa, in questo caso, sempre secondo i  nuovi principi formulati lo scorso venerdì, il GOVERNO (tutto maiuscolo). A parte il fatto che sarebbe opportuno ricordare che non si è trattato di elezioni politiche ma europee (un piccolo dettaglio). Opinione rispettabile.. ci mancherebbe, ma forse di solo opinione si tratta, nei confronti della quale avremmo visto volentieri arrivare il VII cavalleria alla carica o i Bersaglieri al passo di corsa, sfondare i cancelli di Viale Mazzini e  ripristinare la legalità democratica repubblicana e dire: NO, non si può fare, non si potrebbe neanche dire una mostruosità del genere. E invece? è quasi passata sotto silenzio: siamo ancora in attesa di qualcuno che tuoni fuoco e fiamme, specie dall'interno della Rai e specie dai corridoi del VII piano.

Nel frattempo si sono consumati altri due drammi: il primo con la riunione della Vigilanza dove è saltata la votazione che avrebbe visto Foa soccombere sotto i colpi di due mozioni (PD e M5S) perchè, in particolare sia le fibrillazioni tra le due forze di governo, sia quelle interne al M5S, hanno fatto saltare il banco inattesa di altri consigli.  Poi, la stessa mattinata, si è svolto il Cda di Viale Mazzini dove, sempre la direttora di Rai Uno ha ben pensato di non dire ai consiglieri chi saranno i nomi dei conduttori della stagione invernale Per motivi di "riservatezza". La consigliera Borioni, per fortuna, ha protestato. Per tutto il resto un velo di fumo e di nebbia. Sullo sfondo, per quanto leggiamo e per quanto sentiamo dire, si avverte la crescente insofferenza verso l'AD ritenuto incapace a gestire e a fronteggiare la costante invasione di campo.
La somma di tutto questo induce a sconforto. Siamo in presenza di un quadro sconcertante: chi dovrebbe e potrebbe dire a fare qualcosa per arginare questa deriva tace colpevole. C'è un tempo per tacere ma c'è anche un tempo per parlare, forte e chiaro e non sempre questo tempo passa due volte. 

Ieri sera in onda su Rai Due il film della Guzzanti, La trattativa: grazie Carlo Freccero.

Martedì uscirà il rapporto It Media Consulting coil titolo "The Netflix Throne". Qualcuno, l'anno scorso, vagheggiava di immaginare una specie di RaiFlix. Il caldo fa brutti scherzi: bere molta acqua con un pò di limone.

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