Mancano pochi giorni alla scadenza del 7 marzo, data prevista per la consegna al MISE non solo del Piano Industriale ma anche di quello editoriale, del quale invece nessuno ne parla, salvo vederlo realizzato nei fatti giorno per giorno, da tempo (vedi la nomina dei direttori di rete).
Breve pro memoria sul Contratto di servizio:
All’articolo 25,
dopo aver dettagliatamente specificato gli obblighi specifici sull’offerta
televisiva, radiofonica e multimediale, si prevede che per quanto riguarda
l’informazione, “La Rai è tenuta a:
i) presentare alla
Commissione, per le determinazioni di competenza, entro sei mesi dalla data di
pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un piano di
riorganizzazione che può prevedere anche la ridefinizione del numero delle
testate giornalistiche nonché la riprogettazione e il rafforzamento
dell’offerta informativa sul web;
Nello stesso articolo, ai commi u e v, si prevede che la Rai
debba “ … presentare al Ministero, per le
determinazioni di competenza, entro sei mesi dalla data pubblicazione del
presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un piano industriale di durata triennale che, sulla base della
definizione di adeguate risorse, rese disponibili dalle quote di canone
destinate al servizio pubblico, per lo svolgimento delle attività di cui al
presente Contratto, preveda – in coerenza con le previsioni della Convenzione -
interventi finalizzati a conseguire:
i) obiettivi di
efficientamento e razionalizzazione attinenti agli assetti industriali,
finanziari e di produttività aziendale anche al fine di recuperare risorse da
destinare al finanziamento dei progetti di cui al successivo punto iv);
ii) la definizione di
un coerente modello organizzativo che preveda anche l’istituzione di uno
specifico ufficio studi incaricato di realizzare studi e indagini inerenti
l’attività dei media di servizio pubblico;
iii) un processo di
riorganizzazione e di rilancio della radiofonia;
iv) l’individuazione
di una road map per lo sviluppo dei progetti previsti dal presente Contratto,
ivi compreso quello della digitalizzazione di cui all’articolo 14 con evidenza
dei necessari interventi di compatibilità economica complessiva.
v) Piano editoriale: la
Rai è tenuta a presentare al Ministero, per le determinazioni di cui
all’articolo 13, comma 2, della Convenzione, entro sei mesi dalla data di
pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un piano
editoriale che:
i) sia coerente con la
missione e gli obblighi del servizio pubblico;
ii) possa prevedere la
rimodulazione del numero dei canali non generalisti, l’eventuale rimodulazione
della comunicazione commerciale nell’ambito dei medesimi canali nonché
ridefinizione della missione dei canali generalisti;
iii) sviluppi
un’offerta complessiva che, attraverso la varietà dei generi e dei linguaggi,
consenta di rispondere alle esigenze del pubblico nelle sue diverse
articolazioni;
iv) definisca una
specifica quota di risorse per lo sviluppo di format originali; l’importo di
tale quota deve essere non inferiore a 2 milioni di euro nel primo anno di
applicazione del presente Contratto e di entità progressivamente crescente
negli anni successivi”.
Di tutto questo (segnatamente quanto evidenziato in rosso) per quanto è noto, nel nuovo piano industriale non sappiamo bene quanto corrisponda e, per quanto sappiamo sulla premessa relativa alle risorse (ricorso contro il prelievo forzoso del canone) al consigliere Laganà non è stata degnata neppure una risposta. Ci vuole coraggio e fantasia per sostenere che questa sia una strada giusta.
bloggorai@gmail.com
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