Breve riassunto: il Contratto di servizio prevede che si debba elaborare un piano industriale e uno editoriale entro X dall'entrata in vigore del contratto stesso; il vertice appena insediato non sa nemmeno di cosa si tratta e chiede un rinvio: concesso fino al 7 marzo. Tutti al lavoro: il CFO insieme ad una nota società di consulenza predispongono una bozza di lavoro che sarà poi l'armatura del documento presentato in Cda lo scorso 24 gennaio. Viene diffuso un comunicato dove si leggono alcune cose. Sarà dovere, almeno giornalistico, per chiunque cercare di leggere il documento per intero. I telefoni diventano incandescenti e qualcuno, temendo le intercettazioni, usa anche Sim anonime. IradidDio, apriticielo, mammasantissima !!!e che ci sarà mai ??? Nei giorni successivi al 24 la ricerca è lenta e quieta, qualche battuta lasciata cadere a casaccio. Fino a sabato sera, quando sul volgere della notte, si sparge la voce che un collega autorevole sta mettendo in campo tutte le risorse per saperne qualcosa di più. Domenica ci riesce. Come perchè e come per quando, riesce a sapere, leggere o ascoltare il contenuto del documento (o quello che si presume possa essere originale) fatto sta che pubblica nel suo blog "anticipazioni" suggestive. Una su tutte colpisce: una mente geniale ha suggerito, ma non scritto da nessuna parte, che si vorrebbe far cassa e sostenere almeno in parte i cospicui impegni previsti non solo e non tanto dal piano industriale ma dal Contratto di servizio riproponendo la vendita dalle quota residua di proprietà Rai Way potenzialmente disponibile sul mercato: cioè il 13% su quanto attualmente 64% ma con il vincolo al 51%. Le quote sono possedute da Rai. A questo punto, ancora, apriti cielo: tutti abbottonatissimi, tutti che cadono come pere dal rispettivo albero "non ne sapevo nulla" oppure "non sta scritto da nessuna parte " etc etc etc etc. Anime candide! delle due l'una: o qualcuno sapeva ed è complice o non sapeva e allora è "ignorante". In entrambe i casi, si tratta di una tema delicato, grave e significativo e, forse svela, il perchè del nervosismo.
Ci viene in soccorso Aldo Grasso sul Corriere di oggi a proposito del Festival: "Sanremo ha questo di bello: l'incapacità di immaginare il futuro". Questa frase è la chiave di lettura del Piano industriale. Se qualcuno ritiene a ragione che possa contenere in se tutti gli elementi in grado da proporre una dimensione positiva per lo sviluppo del Servizio Pubblico, avrebbe il totale interesse a renderlo pubblico e farsene vanto. Oppure, viceversa, qualora si temesse che si tratta di una "sola" come si dice dalle nostre parti, ha tutto l'interessa a intorbidare i pozzi e avvelenare le acque.
Ora, si da il caso, che il corrente anno di grazia sia lo stesso dove, sullo scenario competitivo di Rai e non solo stanno per avvenire fenomeni complessi, impegnativi, costosi: l'applicazione del nuovo PNAF in adempimento a quanto previsto in sede comunitaria, il dispiegamento del 5G e il possibile avvio del progetto fibra unica. Robetta da poco! e come si affronta tutto questo, con quali risorse (domanda first shot): per quanto ne sappiamo facendo ricorso a "sviluppo ricavi pubblicitari - sviluppo altri ricavi". Da rimanere senza fiato: o sono a conoscenza di dinamiche sui mercati pubblicitari che a noi sfuggono e che ci sono "altri" ricavi che ignoriamo dove possano essere individuati (questo sarebbe il vero segreto industriale) o altrimenti, temiamo, sia tutto solo semplicemente fumo, aria fresca.
Suvvia, un pò di coraggio!!! se qualcuno ha voglia di dire o fare qualcosa, questo il momento.
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