venerdì 22 agosto 2025

RAI. silenzio di fine agosto tra i filari di uva

by Bloggorai ©

Una nebbia fitta fitta si è levata questa mattina dalla Bassa Val Tiberina. Ieri sera al Circolo Trattoristi si parlava di vendemmia, di quando “cogliere” in attesa di notizie dalla Cantina Sociale. Gli acini sono dolci, specie “il nero”, manca poco. Nel Villaggio, poche anime, si prepara la cena di comunità di ogni anno sulla piccola piazza e già la preparazione è un evento. Chi ci sarà? Cosa prevede la cucina? E il vino da chi verrà preso? Solo Grechetto Doc oppure anche Trebbiano Rosso? Magari qualche bottiglia di Sagrantino di Montefalco DOCG ci starebbe bene, anche se con quello che costa ci paghi una rata di mutuo e con i gradi che porta vai subito su di giri. Come tutti villaggi, ci sono le fazioni: i “conservatori” che per ogni novità sollevano un problema e creano difficoltà e i “progressisti” che si inventano sempre qualcosa di nuovo. Il dibattito è feroce.

Sono metafore perfette per avvicinarsi al prossimo settembre sul destino della Rai: tanta nebbia e dibattito quasi assente (un quasi rafforzato ai limiti dell’inesistente). 

La nebbia fitta inizia anzitutto con una estate che per la Rai sembra a dir poco una debacle di ascolti: Mediaset quasi costantemente sopra. Rileggiamo un titolo di due anni addietro: “Un’estate di repliche Rai: poche idee, tanta nostalgia” (La Stampa 21 agosto 2023) e leggiamo quello di ieri “L'estate nera delle fiction Rai. L'usato sicuro non basta più”. I vari Don Matteo, Imma Tataranni, Rocco Schiavone non reggono più. Leggiamo l’articolo di ieri: “E come se il mercato si stesse giocando sempre di più sulle alternative, che non sulle sicurezze. Un cambio di passo che prima o poi doveva succedere: gli spettatori sono sempre più evoluti ma soprattutto sono abituati bene. Basta avere un abbonamento streaming per trovarsi una novità a settimana, titoli da tutto il mondo, maratone da non perdere”. Anche a Villa Arzilla forse si sono stancati. Solo i funerali di Baudo hanno dato una mano per dire “record” per poco più di un giorno, dopo di che si torna al declino di Techedeche.

La riforma Rai è alle porte e la maggioranza di Governo potrebbe provare il colpo di mano: i numeri in Parlamento li ha e ci potrebbe essere anche un supporto esterno con qualche emendamento.

Dopo di che di nuovo, succede che si apre la vicenda delle dimissioni della Maggioni e ancora questa mattina non abbiamo letto una riga, un pensiero strutturato, una valutazione quale che sia. Silenzio totale. Forse è proprio vero che le “faccende bizzarre” avvengono solitamente sottotraccia. E forse è anche vero che, chissà, forse conviene a tutti: magari per un giorno futuro è meglio tenersi buona la Maggioni, non si sa mai. Come pure la bizzarra “proposta” del Consigliere Natale alla Meloni e al suo Governo è passata anch’essa totalmente ignorata. Nessuno ha battuto ciglio, nemmeno da AVS, il partito che lo ha "nominato", che pure qualcosa avrebbe pure potuto dire, magari in suo sostegno. Silenzio. Delle due l’una: o chi se n’è accorto l’ha ritenuta immeritevole di nota oppure una nota la meritava ma, per carità di “opposizione”, è passato il criterio del “meglio lasciar perdere”. O magari ancora non se n'è accorto proprio nessuno.

Già, per ora, meglio lasciar perdere, godiamoci una bela giornata di fine agosto con il profumo dell’uva matura che si spande per l’aria.

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