Amici, Romani, compatrioti, telespettatori anziani, prestatemi
orecchio!
Vengo per salutare Pippo, non per lodarlo.
Il male che gli uomini fanno vive dopo di loro;
il bene è spesso sepolto con le loro ossa;
così sia per Pippo. Il nobile Bruto
vi ha detto che Pippo era ambizioso:
se così fosse, sarebbe una colpa grave,
e Pippo ne ha risposto gravemente.
Qui, con il permesso di Bruto e degli altri -
perché Bruto è un uomo d'onore;
così sono tutti, tutti uomini d'onore …
A leggere i giornali di oggi, le paginate intere, potrebbe anche succedere che qualcuno possa volerlo “santo - laico - subito”. “Il Padre della Tv” è il minimo che gli si tributa e per poco non sconfina come “Padre della Patria”. Un profluvio di adulazioni, di sentiti e sinceri ringraziamenti oltre ogni immaginazione.
Segnaliamo solo tre articoli interessanti, relativamente al di fuori del coro, che potrebbero aiutare a comprendere meglio la vicenda umana non solo e non tanto di Pippo Baudo, ma del Paese, della Società che ha attraversato.
Il primo lo troviamo su La Stampa con il titolo “Così divenne
l'incarnazione dell'egemonia democristiana” a firma Marco Follini. Il secondo
lo leggiamo su Il Fatto con il titolo “Come fu che Sua Pippità divenne nazionalpopolare”
a firma Nanni Delbecchi e il terzo su Il Tempo con il titolo “L'ultimo
democristiano tra fede e appartenenza” a firma di quel vecchio volpino di Luigi
Bisignani che riporta una celebre frase che racchiude il cuore della riflessione:
“Amava ricordare un episodio accaduto al Quirinale: dopo una premiazione, Andreotti gli sussurrò: «Baudo, lei è più
democristiano di me»”
Ieri abbiamo scritto “bene e male” e “luci ed ombre”. Per il
bene e per le luci, ci sono molti colleghi ben più autorevoli e conoscitori
profondi del personaggio e della materia. Bloggorai invece è avvezzo anzitutto
a porre domande e poi, purtroppo, avverte una specie di orticaria quando sembra
che il bene prezioso della memoria, ad una certa età, si indebolisce, rende
tutto opaco e svanito e rende complessa la comprensione della persona e del suo
periodo storico.
Ecco qui che si palesa una parte del tema: il personaggio è
stato grande di luce propria oppure è stato la “luce” che ha illuminato lui? In
altre parole: è stato lui ad “inventare la televisione” come ha scritto
qualcuno o è stata la “televisione” ad “inventare” lui, ovvero farlo diventare l’icona,
la rappresentazione simbolica, la quintessenza del racconto “nazionalpopolare”
televisivo come se i due termini “nazionale” e “popolare” fossero farina del
suo sacco?
Infine, e non ultima osservazione, necessario porre un altro
interrogativo: è stato Baudo a servirsi della DC per la sua ascesa al potere Rai
o la DC a servirsi di lui per cercare di mantenere un consenso sociale,
culturale e politico attraverso la RAI che alla fine degli anni ‘80 andava scemando
(arriverà poco dopo Tangentopoli e la fine della Terza Repubblica)? Oppure, più
semplicemente, i due soggetti erano l’uno in funzione della sopravvivenza dell’altro
e viceversa. Il retroscena di quel periodo era il CAF, il patto del camper e l’avvicinarsi
dell’era Berlusconi che nel 1988 gli offrì 5 miliardi per passare a Mediaset
(poi in parte “restituiti” con un palazzo a Viale Aventino).
Chi vi scrive, come molti altri lettori di Bloggorai, ha vissuto
direttamente e in modo ravvicinato quei tempi e dovrebbe ricordare benissimo le
tensioni e gli scontri epocali e drammatici tra socialisti e democristiani. Al VII
piano, dove da una parte aveva l’ufficio il presidente socialista Manca e dall’altra
il DG democristiano Pasquarelli, la contesa per il Potere era su ogni dettaglio,
si litigava ferocemente su tutto, pure per le stanze negli alberghi di Venezia,
di Umbria Fiction e così via. Figuriamoci quanto succedeva per i programmi e
per le nomine. Molti oggi hanno ricordato
lo scontro epocale proprio tra Baudo e Manca.
Come pure, difficile dimenticare e sottovalutare l’inizio di
una “nuova era” della RAI: quella delle “esternalizzazioni”, quella dei nuovi poteri
forti degli agenti artistici, delle case di produzione esterne. E sappiamo come
è andata, come sta andando, a finire. In questa “nuova era” della RAI Baudo è
stato solo uno spettatore innocente, vittima incolpevole o ha avuto un suo ruolo,
una funzione? Il tempo, la Storia ci aiuterà a sapere e capire.
Bloggorai@gmail.com
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