Ecco allora che ieri ci siamo distratti un attimo e non abbiamo dato soverchia attenzione ad un articolo interessante pubblicato su Italia Oggi con il titolo "2024, RAI cresciuti i costi". Il pezzo esordisce con una notazione fondamentale: è quasi un anno che il Cda è senza Presidente. Una anomalia denunciata da tempo ma che nessuno sembra intenzionato a risolvere. Per ora va bene così, compresi i consiglieri che con la loro presenza, di fatto legittimano questa situazione. Poi si parla di numeri dove, in estrema intesi, si osserva una "banalità": RAI Spa è in perdita e buona parte di questa voce negativa è dovuta ai costi. Attenzione: non si tratta solo dei costi dell'ultimo esercizio ("...cresciuti soprattutto per effetto dei tre grandi eventi sportivi 2024 per circa 165 mln...) ma di un "difetto di comportamento" ormai consolidato da tempo. Si legge poi che se Rai Spa riesce a tenersi a galla è grazie alle consociate.
Il compianto Riccardo Laganà, a questo proposito, aveva coniato la definizione di "RAI Bancomat" al quale attingono a piene mani agenti artistici, case di produzione e compagnia trotterellando e lo spunto per la riflessione era sempre lo stesso: la relazione annuale della Corte dei Conti (per l'esercizio 2023 è stata pubblicata proprio nei giorni scorsi nella consueta indifferenza generale).
A pag. 147, si legge e si ripete da anni la stessa frase: "A fronte della situazione sopra illustrata, la Corte ribadisce la necessità che l’Azienda realizzi ogni misura organizzativa, di processo e gestionale idonea ad eliminare inefficienze e diseconomie". Quali inefficienze e quali diseconomie siano state eliminate non è dato sapere. E' dato sapere che i costi per nuove produzioni esterne sono sempre attivi. Morale: la Corte di Conti ogni anno batte una manina sul tavolo ma poi non si avvertono effetti tangibili, e i costi crescono. I consiglieri di amministrazione vigilano, controllano? Un documento comunque sempre di grande interesse che però come abbiamo scritto ieri a proposito dei contenuti, dell'offerta editoriale, appartiene a quella serie di argomenti che suscitano scarso interesse quanto invece fanno brillare gli occhi ad alcuni quando si parla di Contratto Mezzi ed Obiettivi che ancora non si capisce da dove viene e perchè è stato tirato fuori dal cilindro di Mago Magò (ad onor del vero, ci dicono, che verrà presto rimesso nel cilindro, forse gli è venuto fuori a loro insaputa),
RAI Bancomat appunto per dire che alle casse del Servizio Pubblico attingono in molti, da anni, decenni e pochi sembrano farci caso. Vedi il "dossier" Rai Way: ogni anno l'ex Viale Mazzini paga un sostanzioso canone per contratto di servizio per oltre 200 mln che confluiscono poi indirettamente nelle tasche degli azionisti e nessuno batte ciglio. Lo abbiamo scritto tante volte: lo steso servizio prestato da RAI Way a RAI si potrebbe cercare sul mercato dove, lo abbiamo scritto a suo tempo, potrebbe costare molto meno. Tant'è.
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