Quando si pongono domande è necessario cercare risposte. Ieri ci siamo chiesti, a proposito della quotazione in Borsa di Rai Way se fu vera gloria. Abbiamo provato a riavvolgere indietro il film. Nel 2014 il Governo Renzi approva una Legge, la n. 89, che all'art. 21 recita: " “ai fini dell'efficientamento, della razionalizzazione e del riassetto industriale nell'ambito delle partecipazioni detenute dalla RAI S.p.A., la Società può procedere alla cessione sul mercato, secondo modalità trasparenti e non discriminatorie, di quote di Rai Way, garantendo la continuità del servizio erogato. Le modalità di alienazione sono individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri adottato su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze d'intesa con il Ministro dello sviluppo economico”. Il Decreto cui si riferisce viene firmato il 2 settembre dello stesso anno e, in sintesi, dice: " …offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia …. Ovvero a trattativa diretta da realizzare attraverso procedure competitive trasparenti e non discriminatorie.
3. …. Al fine di assicurare la più ampia forma dell’azionariato
tra il pubblico dei risparmiatori, è individuata, come prioritaria e
preferenziale quella dell’offerta pubblica di vendita …”.
Proviamo a tradurre: sembra difficile che questo enunciato possa condurre verso la quotazione. Se abbiamo letto bene il combinato disposto della Legge e del Decreto significa gara ad evidenza pubblica, che non sembra proprio essere la logica della Borsa. Inoltre, come noto, Rai Way possiede solo gli impianti e non le frequenze (il bene pregiato) che rimangono di proprietà Rai. Forse, non fu vera gloria. Anche se c'è chi pensa il contrario: vedi il Messaggero di oggi che attacca il pezzo con "Piazza Affari plaude alla nomina ... " e ci credo !!! Al film però manca un pezzo: cosa dissero in proposito Consob e AgCom in proposito? Fai una domanda, trova una risposta.
Veniamo alla cronaca del giorno. Di particolare interesse un articolo sul Corriere della Sera a firma Renato Franco, con il titolo "Va in onda la Tv di ieri". Cioè, minestra ripassata in padella con aggiunta di acqua fresca e, se non ti è sufficiente, la puoi anche rivedere su Rai Play. Se qualcuno si preoccupa del futuro del Servizio Pubblico Radiotelevisivo, farà bene a tenerne conto ed inserire nel prossimo piano industriale una quota significativa di produzione destinato alle vecchie glorie. No problem: alla Rai gli anziani mentre a Netflix e Amazon i giovani.
Proponiamo un piccolo emendamento al piano industriale: mettere sotto tutela, magari da parte della Croce Rossa, qualche ultimo programmista regista che ancora dovesse aggirarsi nelle reti. Non si sa mai, magari potrebbe inventasi qualcosa di nuovo.
bloggorai@gmail.com
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