sabato 2 agosto 2025
RAI. una domenica .. quasi ... normale
RAI: giochi pericolosi sotto l'ombrellone
2 agosto 2025: è iniziato il lungo tunnel del silenzio. Da oggi
in poi leggeremo sempre meno e sapremo sempre meno su quanto potrà succedere dentro
e fuori la Rai. Si dice in genere che la “politica” va in vacanza ma sappiamo che
non è vero, anzi. Chi segue questi temi e in particolare in questo momento
storico, sa bene che alla ripresa autunnale molti giochi saranno impostati e
forse chiusi proprio durante questo periodo di apparente silenzio.
Giocon. 1: Sanremo. È urgente chiudere: lo chiede il Comune
e lo chiede l’Azienda. Ci riferiscono le nostre fonti che la tensione sia alta
ed entro i prossimi giorni, in un modo o nell’altro, si dovrà chiudere la
partita. Il Comune non vuole e non può retrocedere sulle richieste (esose) e la
Rai non vuole e non può cedere alle richieste (esose) del Comune. Lo spettro
(per il Comune di Sanremo) di Torino è dietro l’angolo e, come pure abbiamo
scritto, almeno due potenti direzioni spingono verso quella scelta. Il solo
punto che ancora sembra in sospeso è la valutazione sugli ascolti: quale che
sia il nome tra i tre registrati ““Festival Rai della Musica Italiana“,
“Il Festival della Rai” e “Italian Song Contest Rai” che
differenza di telespettatori ci potrà essere rispetto alla edizioni precedenti?
E gli inserzionisti come vedono questa possibilità? Per quanto abbiamo saputo a
Rai Pubblicità hanno da tempo sondato il terreno e le risposte sono positive. “Se
mi chiedi di scommettere, grosso modo, punto su Rai Sanremo 2026 ma non scommetto
un euro di più per gli anni a venire. La nuova Convenzione dovrebbe durare 3+2
ma Rai non ha alcuna intenzione di legarsi mani e piedi per un periodo così
lungo” ci dice la nostra autorevole fonte. Per la “politica”, per questa destra
al Governo è una scommessa molto rischiosa.
Gioco n. 2: Rai Way. Il prossimo 30 settembre scade
il MoU (memorandum of Understanding) con il quale si deve mettere a punto il probabile
processo di fusione con Ei Towers. Apparente silenzio assoluto: il Segreto dell’Arca
Perduta è più facile da svelare. Qualcosa però è noto: il problema sul quale
non si riesce ad andar avanti è la “governance” ovvero ruolo e pesi di AD e
Presidente. Sulle retrovie di questo dossier ci sono due elementi chiave che non
possono essere dimenticati: il primo è di carattere economico e il secondo
politico. La “vendita” o fusione di Rai Way è destinata a portare soldi in casa
Rai indispensabili al sostengo del Piano Industriale (stima 180 mln). Il secondo
punto, più aggiornato, si riferisce al testo di sintesi di riforma Rai presentato
nei giorni scorsi laddove si fa riferimento a Rai che “ … è autorizzata a cedere quote delle proprie
partecipazioni in società controllate, mantenendo comunque, per quanto riguarda
le società non quotate, il controllo societario …”. Il dossier preme molto,
alla Lega in particolare.
Gioco n. 3: la riforma Rai. L’8 agosto entra
pienamente in vigore l’EMFA e il nostro Paese sarà inadempiente. La possibile
apertura di un procedimento di infrazione sarà lungo e complesso e, per cercare
di arginarlo, è necessario inviare un messaggio urgente a Bruxelles: “stiamo
lavorando e, se tutto va bene, a fine anno avremo la riforma”. Ora il compito
delle vacanze è esattamente in quel “se tutto va bene”. Pe la maggioranza, per il
Governo, il grosso del lavoro è fatto: hanno depositato un testo base ed ora
sono loro che impongono contenuti e calendario. L’opposizione si è limitata a
dire “irricevibile” ma in mano non ha nulla se non un “documento” fantasma, una
“traccia di lavoro” che nessuno sa bene dove andrebbe a parare. Un nuovo testo
che sostituirebbe, annullandoli, i 4 presenti in Commissione Senato oppure in
un “maxi emendamento” da sottoporre al testo della maggioranza? Quello che
abbiamo letto nei giorni scorsi è alquanto “problematico” e usiamo un eufemismo.
Nota a margine: pensavamo che questo tema non fosse di grande interesse tra i lettori di Bloggorai e invece ci dobbiamo ricredere: nei giorni scorsi abbiamo registrato un record di contatti. Grazie!
Per la cronaca: oggi nulla da segnalare se non registrare i
numeri e l’impatto mediatico di Temptation Island. L’ultima puntata (tre
episodi in una settimana) ha registrato ascolti importanti: 4.601.000
spettatori con il 32.86% di share. Non si può considerare un fenomeno irrilevante
per diversi punti di vista.
bloggorai@gmail.com
venerdì 1 agosto 2025
Riforma RAI: rimandati a settembre
Ieri abbiamo titolato “Riforma RAI: la Caporetto dell’opposizione”
dove abbiamo semplicemente fotografato la situazione. Nei giorni precedenti avevamo
titolato “Riforma RAI: Governo 2, opposizione 0 ... palla al centro” e coì è
avvenuto. Bloggorai sono anni, ormai tanti, che se ne occupa.
Qualcuno si è infastidito del titolo di ieri, molti hanno incassato il colpo,
altri hanno dovuto prenderne atto con rammarico e costernazione. Purtroppo, ribadiamo
puntualmente quanto abbiamo scritto e le reazioni che abbiamo riscontrato ci
confermano di aver colto il punto.
Lo stato dell’arte è di una semplicità disarmante: alla vigilia
dell’8 agosto la maggioranza di Governo si è presentata con 4 nuove proposte ed
una sintesi che le racchiudeva. Alla vigilia dell’8 agosto l’opposizione non ha
nulla in mano se non un generico, fumoso e strampalato “stiamo lavorando”. Alla
vigilia dell’8 agosto l’opposizione si sta dividendo tra chi vorrebbe predisporre
un maxi emendamento alla proposta della maggioranza (M5S, Floridia?) e chi
invece vorrebbe formulare un nuovo testo (PD?) dove però non si capisce quale possa
essere, scritto da chi, dove presentarlo e quando. Alla vigilia dell’8 agosto
il Senato chiude e se ne parlerà a settembre quando la maggioranza, ci scommettono,
è pronta ad andare in Aula.
Nota bene: l’opposizione sta lavorando poi su un tavolo sbagliato,
inutile e irrilevante: quello unico e vero si trova in VIII Commissione Senato.
Salvo che, qualcuno affermi chiaro e tondo, forte e chiaro: “buttiamo tutte le
quattro proposte (Nicita, Martella De Cristofaro e Bevilacqua) e proponiamo un nuovo
testo approvato e condiviso da tutti con un patto di sangue”.
È semplicemente ingiustificabile e insopportabile che l’opposizione
non ha lavorato finora su questo tema per trovarsi ora a dove rincorrere la “destra”
che “parlamentarizza” la riforma rivedendo la Legge Renzi del 2015!!! È
semplicemente ingiustificabile e insopportabile che l’opposizione non riesce ad
affrontare e risolvere i grandi nodi al suo interno e ne citiamo uno solo grande
come una casa: il canone!!!
Vogliamo ricordare cosa è successo quando c’è stato il “dibattito”
sul Contratto di Servizio (e non dimentichiamo come si concluso, cosa vi è
contenuto, chi lo ha votato e chi poi chi lo ha apprezzato … vedi la Digital Media
Company ... i KPI etc). Vogliamo ricordare, ancora una volta, lo scorso 26
settembre quando M5S e AVS hanno rotto il patto “prima la riforma e poi le nomine”
per poi avviarsi a votare i “loro” nomi, di Majo e Natale, fregandosene
beatamente dell’imminente EMFA?
E poi su quel generico “stiamo lavorando” meglio lasciar
perdere. Come altro definire questa situazione? Erano mesi, forse anche anni,
che il tema “riforma RAI” era lì che non aspettava altro che essere affrontata
eppure nessuno ha avuto la voglia, la forza e il coraggio di farlo. Vale la
pena polemizzare con gli “infastiditi”? Forse anche si se magari si esprimessero
sui contenuti (canone, fiscalità generale, fondazione, Vigilanza RAI etc) e
invece abbiamo avvertito solo imbarazzante e silenzioso brontolio. Vedremo, speriamo.
Intanto, il bollettino di guerra sul fronte Rai è sempre più
minaccioso. Sanremo è ai ferri corti e in un vicolo cieco. Ancora una settimana
di trattative per capire se verrà confermato o meno. Torino è alle porte e i
due partiti che si fronteggiano, al momento, non hanno armi sufficienti per
vincere subito. Vedremo, speriamo. Nel frattempo, leggiamo oggi, che Miss
Italia torna in Rai sotto le spoglie di Rai Play: un colpone!!!
L’operazione trasferimento sede Rai di Milano trema e si intravvedono
nubi cariche di lampi e tempesta. Gli ascolti di questo quarto di stagione sono
sotto i tacchi. L’operazione vendita/fusione di Rai Way è avvolta di mistero e
così via trotterellando.
La situazione non è buona… no, non sembra per niente buona.
bloggorai@gmail.com
giovedì 31 luglio 2025
Riforma RAI: la Caporetto dell'opposizione
Occorre sempre distinguere tra le contraddizioni tra noi e i
nostri avversari e tra quelle al nostro interno. Le prime sono principali e le
seconde subordinate.
All’appuntamento con la storia della riforma Rai l’opposizione
si è presentata male e in grave ritardo. Passo indietro: lo scorso 27 settembre
2024 non sono stati pochi ad esultare perché dopo la nomina dei consiglieri sostenuta
da M5S e AVS avrebbe avuto inizio il processo di “incardinamento” del dibattito
sulla riforma del Servizio Pubblico come richiesto dall’EMFA. Peccato che si sono
dimenticati che lo avrebbero potuto anticipare applicando per tempo i criteri
“aperti, trasparenti e non discriminatori” previsti dal famigerato art. 5 per
la elezione dei candidati consiglieri. Tiriamo avanti.
Da quel momento, era ben chiaro ed evidente che il solo ed
unico momento di confronto/scontro con la maggioranza era ed è tutt’ora l’VIII
Commissione Senato dove giacciono le 11 proposte di riforma. Durante questo
tempo, dagli inizi di ottobre, c’era tutto il tempo di elaborare, proporre e
dibattere pubblicamente un “documento condiviso” che altro non doveva essere e
collocarsi nel contesto della Commissione Senato. È lì e solo lì che si
fanno i giochi veri ed è solo con le proposte depositate che si poteva e doveva
fare i conti. Invece nulla, quel “tavolo” è stato snobbato mentre è stato avviato colpevolmente tardi un alto “tavolo”, subordinato e fuori contesto, solo nelle ultime settimane con
esiti, peraltro, alquanto “disordinati” ed usiamo un affettuoso eufemismo.
In buona sostanza, cosa è successo? È successo semplicemente
che nelle ultime settimane la maggioranza ha depositato in VIII Commissione ben
4 nuove proposte e ieri ha presentato la loro sintesi mentre l’opposizione
invece è rimasta ancorata alle sue quattro vecchie e ancorate al solo modello della
governance basato sulla cosiddetta “fondazione”. Nulla di più, nulla di meno.
Per non dire poi di contenuti di assoluto rilievo dove invece l’opposizione non
ha battuto ciglio: il canone si o no (sostituito dalla fiscalità generale, terreno
che anche nel PD trova consensi) e sul ruolo della Vigilanza Rai (che il M5S
vorrebbe abolire).
Ecco perché l’opposizione è arrivata tardi e male. Non ha
affrontato subito, frontalmente e apertamente i nodi cruciali, forse quelli più
divisivi certamente ma altrettanto certamente quelli più determinanti e
necessari per trovare una “quadra” condivisibile. Anche in questo “campo”
non si costruisce nulla se non c’è assoluta chiarezza sui contenuti. Invece si
è impantanata in un confuso “tavolo di lavoro” arrivato buon ultimo che ha partorito un
“documento” di lavoro fantasma prima dichiarato pubblicamente e poi smentito (i
soliti giornalisti che non capiscono), e ancora, proprio mentre ieri la
maggioranza si presentava a ranghi serrati a presentare la loro sintesi, il “gruppo
di lavoro” dell’opposizione stava rimaneggiando quello stesso documento ovvero
un articolato (che abbiamo visto ieri sera) nel mentre e nel quando al loro
interno si aprivano crepe su come rispondere: lavorare ad un maxi emendamento
(come vorrebbe il M5S) oppure proporre un proprio testo alternativo (come
vorrebbe il PD). Ma alternativo a cosa? e poi “alternativo” con cosa dentro? Adesso hai voglia a dire che il testo della maggioranza è "irricevibile"... quale è il testo dell'opposizione?
Come abbiamo più volte scritto e ribadito: sono i testi in
Commissione che fanno la storia e sono le persone che li sottendono che poi la
scrivono. O si decide di ritirare simultaneamente quei 4 testi (Nicita, Martella,
De Cristofaro e Bevilacqua) o si deve necessariamente fare i conti con quelli.
Ogni altro “documento” o prende il loro posto con un nuovo articolato
necessariamente condiviso e sottoscritto da tutti i partiti di opposizione e la
maggioranza dovrà farci i conti oppure si tratta di aria fritta e ripassata in
padella. Punto. Nota bene: nel Comitato ristretto della Commissione Senato ci
sono per il PD il senatore Nicita, componente la Vigilanza RAI, già commissario
Agcom e già relatore dimissionario nel recente Contrato di Servizio, una figura
certamente molto esperta del tema, e la senatrice Bevilacqua, prima firmataria
della proposta M5S tra quelle incardinate al dibattito. È verosimile supporre
che siano loro i soggetti maggiormente impegnati nel confronto/scontro con la
maggioranza si o no? A noi risulta di si. Nel “gruppo di lavoro” invece ci sono
per il PD i deputati Graziano e per il M5S Carotenuto.
Veniamo ora al testo “in corso d’opera” del quale non si sa
bene da chi e quanto condiviso. A parte strafalcioni come la durata del Contratto
di Servizio, prima previsto in 5 anni e subito dopo a 10, o il “canone di
abbonamento” oppure ancora il ruolo dell’AD che è pur sempre un dipendente RAI,
sembra definitivamente scomparso il “modello fondazione”: bene ma allora come
si concilia allora con almeno tre delle quattro proposte di cui sopra? O lo
cancellano del tutto, se lo rimangiano completamente oppure rimane agli atti
dell’VIII commissione. Poi, la proposta del M5S contiene una proposta
rilevante: l’abolizione del canone la sostituzione con la fiscalità generale:
delle due l’una ovvero i due termini sono inconciliabili tra loro. Va detto,
per inciso, che il PD da tempo ha sostenuto questo modello (vedi….). Infine, la
proposta M5S contiene l’abolizione della Vigilanza RAI. Non è un passaggio di poco
conto: la Bevilacqua è disponibile a ritirare questa parte della sua proposta?
Andiamo avanti ... c’è molto ancora da dire e ieri in Cda si
è dibattito (rinviato) il tema Sanremo.
bloggorai@gmail.com
mercoledì 30 luglio 2025
FLASH !!!
Rimanete molto sintonizzati !!!
Abbiamo il testo del Governo sulla riforma RAI: per certi aspetti terrificante ... per altri interessante.
E' disponibile per gli interessati dietro modesto compenso di un caffè ...
Riforma RAI: Governo 2, opposizione 0 ... palla al centro
“Attendi il mio arrivo alla prima luce del quinto giorno.
All'alba guarda ad Est”…
Oggi sono previsti due appuntamenti importanti. Il primo è
il Cda Rai dove al primo punto ci sarà il problema Sanremo. Il secondo è al
Senato dove è previsto il Comitato ristretto per l’esame delle proposte di
riforma della Rai. La novità del giorno però è prevista prima delle 12 quando
dovrebbe essere presentato un testo unitario deli partiti di maggioranza che
racchiude le loro proposte definite nell’ultimo mese. A sua volta questo testo è
destinato a raccogliere consenso anche tra l’opposizione che invece, per quanto
noto è ancora alla ricerca di se stessa, aspettando e vagando e sperando un improbabile
Godot.
Il testo della maggioranza merita attenzione. La fonte di nomina
del Cda è prevalentemente parlamentare (non c’è traccia di Fondazione ...) e si elimina
la nomina di fonte governativa. Il Cda sarà di 7 membri (3 + 3 Camera e Senato
e 1 dei dipendenti) che durano 5 anni. Il presidente sarà confermato dalla
Vigilanza con un doppio sistema: le prime due votazioni con maggioranza
qualificata, poi semplice. Il cda nomina l’AD su proposta del Presidente. Rimane
il canone con un possibile taglio non superiore del 5% annuo.
Rimanete sintonizzati, la giornata è lunga … e ci sarà molto
da commentare
bloggorai@gmail.com
martedì 29 luglio 2025
RAI e la solita vecchia storia: verdura o bulloni, pubblico o privato, Stato o mercato???
“E’ il mercato bellezza!!! E se lo dice pure la Corte
Costituzionale siamo a cavallo!!!”. Ieri la Consulta ha dichiarato illegittimo
il tetto dei 240 mila euro l’anno imposto dal Governo Renzi ai dirigenti della PA. Scrive stamattina
La Stampa “… eliminare definitivamente quella soglia, in modo da poter
reclutare i migliori professionisti, avere una classe dirigente altamente
qualificata e ridurre il gap che si è creato tra pubblico e privato”
Già, questa storia la conosciamo da tempo. Certo che esiste, è assolutamente vero e verificabile, esiste un grande gap tra pubblico e privato: la sanità privata funziona e quella pubblica arranca, l’università privata funziona e si moltiplica mentre quella pubblica soffre la mancanza di aule e insegnanti, l’edilizia milanese sui grattacieli delle archistar tira come un treno mentre quella residenziale per i pendolari la fanno nei campeggi di periferia.
In soldoni:
privato è bello e ricco e pubblico è brutto e sporco e un po’ cattivo, ovvero roba
da poveri. E il "privato" si sa, è noto, bisogna pagarlo bene, magari pure senza fattura, in soldoni contanti.
Dentro la Rai, questa vicenda ha fatto storia del taglio dei
compensi ai dirigenti forse più che nella Pubblica Amministrazione. All’indomani
del provvedimento è iniziata una “fuga dei cervelli” manco fosse un esodo biblico.
Sono fuggiti i “migliori” Fazio, Berlinguer, Giletti (poi tornato sotto mentite spoglie) e
Floris e quei “poveri” che sono restati si sono riciclati con i “contratti
artistici” con in testa il primo della classe: Bruno Vespa. Non sono poi mancati
pure altri trucchetti da Mago Magò, come Riccardo Iacona uscito e entrato dalla
Rai come nulla fosse (“Il suo ritorno come consulente, sostiene l’Usigrai,
“viola le regole del contratto di lavoro, sulle modalità di impiego in azienda
del personale cessato dal servizio” si legge a febbraio 2023).
A farla breve, ora l’Azienda potrà attingere sul “mercato”
il fior da fiore di manager necessari per sostenere la transizione a “Digital
Media Company” ed ora torna tutto per capire perché, a suo tempo, alla DMC
mancava una parolina essenziale, fondamentale ovvero “Public … Digital media
Company”. Non c’è stato verso, durante il dibattito sul rinnovo del Contratto di
Servizio il tema è stato sollevato ma non è riuscito a passare mentre ha avuto
grande successo e apprezzamento l’introduzione degli altrettanto famigerati “KPI”
manco la Rai fosse, appunto, una fabbrica di bulloni. In soldoni, giova sempre
ricordarlo, quel Contratto e il suo famigerato “allegato 1” sono la prova
provata, la pistola fumante, dell’anticamera concettuale della Rai come “Servizio
Privato” sottratta sempre più dai vincoli, lacci e lacciuoli, dal controllo e
vigilanza Parlamentare e affidata in ostaggio al Governo di turno.
Alla fin fine, è sempre quel “public” che va in sofferenza, è
sempre quella sottile, vibrante e sottintesa voglia di privato e di mercato che sembra animare
certe volte più la sinistra che la destra. La destra non ne fa mistero ed è la
sua ragion d’essere mentre la sinistra, una certa sinistra, da decenni
accarezza quel discreto e sublime fascino di privato, in particolare verso la Rai. Se non
c’è il coraggio, la forza e la capacità di farlo in modo “pubblico” e palese,
la Rai si privatizza sottotraccia, un pezzetto alla volta come, ad esempio,
cedendo sovranità nella produzione editoriale: quanti programmi in prima serata
di Rai Uno (e non solo) sono affidati completamente o parzialmente in appalto
esterno? Perché c’è tanta voglia di chiudere il dossier Rai Way verso il lato
più favorevole ai privati (i Fondi azionari anzitutto e poi al concorrente Mediaset)
invece che rinegoziare il contratto tra la stessa Rai e Rai Way per riportarlo, appunto,
a valori di mercato? Di tutto questo nessuno batte ciglio.
Oggi, questa mattina, in Senato continuerà l’esame delle 11 proposte
di legge di riforma della Rai e tutte, riga più o riga meno, girano sempre
intorno alla stessa foglia di rosmarino: il futuro dell’Azienza dovrà di
carattere pubblico o privato? Nessuno lo ammette apertamente ma la
questione centrale è questa. I temi di scontro sono gli stessi da decenni: anzitutto
la madre di tutte le battaglie cioè la certezza delle risorse, ovvero canone si
o canone no, poi il “modello di governance” dove si continua a favoleggiare la “fondazione”
come modello virtuoso senza mai ammettere che si presuppone la cessione di proprietà
da parte dello Stato verso un nuovo soggetto nominalmente variegato ma
sostanzialmente carente di criteri di nomina trasparenti. Infine, non sono
pochi coloro che ritengono di volere abolire la Vigilanza Rai, ovvero sottrarre
o indebolire il ruolo del Parlamento come massima espressione della
rappresentanza plurale e democratica del Paese.
Ieri, saputa la notizia, qualcuno ha tirato fuori una bottiglia
di prosecco: “Sono pronto, se volete chiamatemi” … “Ok ... per ora stai buono, non
dire nulla e goditi le vacanze, a settembre ne riparliamo” qualora si liberasse
un posto da DG o si aprisse una nuova posizione nella futura governance della NewCo
RaiWay/EiTowers.
lunedì 28 luglio 2025
RAI e riforma alla riscossa: arriva Sandokan (a dicembre)
Una mattina d’estate calda, umida … quando molti sono già o pensano alle
vacanze. La mattina d’estate, mentre a Roma il sole è già sorto dietro i
nuvoloni carichi di pioggia, ti guardi intorno, leggi i giornali, fai qualche
telefonata ai soliti quattro gatti, dai un occhiata a qualche sparuto e pigro messaggio,
rivolgi uno sguardo fugace alle mail e ti accorgi che non c’è nulla che possa
far sollevare un battito di ciglio.
Di cosa vogliamo parlare che interessa la Rai, il Servizio Pubblico?
La notizia del giorno è che dal 1° dicembre torna sugli schermi Sandokan, rivisto
e corretto. Dopo 50 anni era ora!!! Ne sentivamo grande nostalgia. Come ha
dichiarato ieri nientepopodimenoche al Festival Marateale la direttrice di Rai
Fiction, Maria Pia Ammirati, “Inclusiva e aperta ai giovani, la fiction Rai
cambia”. Meno male, grazie direttrice, il Paese intero tira un sospiro di sollievo:
la popolazione italiana (Villa Arzilla) temeva il peggio ovvero che la prossima
stagione avremmo visto solo la 31a replica di qualche Montalbano, un Don Matteo
all’epoca dell’IA, o una Imma Tataranni in versione “casa e cucina” mentre
sferruzza l’uncinetto. Per non dire della grande novità assoluta galattica
universale: a Il Posto al Sole a novembre è in arrivo Whoopi Goldberg!!! Che
bellezza!!! Non vediamo l’ora. Ne abbiamo accennato qualcosa ai nostri figli: prima si sono preoccupati per la nostra sanità mentale e poi hanno
minacciato me e mia moglie di cacciarci di casa e cambiare la serratura. Dajeeeeee,
dajeeeee Rai Ficion … resisti ... ce la farai a risollevare le sorti del Servizio Pubblico,
se non fosse per te la baracca sarebbe già andata a rotoli
Dietro il nulla però, sotto l’acqua cheta, tra la cenere
covano scintille: la “politica” almeno per qualche giorno non va in vacanza e
lavora alacremente su tanti dossier Rai. Domani è previsto un incontro del Comitato
ristretto al Senato dove verrà incardinata l’ultima proposta Gelmini che, peraltro,
prevede l’eliminazione del canone. Ci appare alquanto difficile che si possa
trovare una quadra di sintesi tra le 11 proposte prima dell’8 agosto se non solo
per dire a Bruxelles “Attendere prego, stiamo lavorando, please”. Dopo di
che buio più totale se non il barlume acceso dal senatore Gasparri che ha “minacciato”
di voler chiudere presto la partita riforma Rai, non foss’altro per chiudere quella
correlata che gli preme assai: la nomina della Agnes alla presidenza. Per il
momento, non parliamo più di cosa succede nell’opposizione: non merita per
due buoni motivi. Anzitutto perché quando si dice “opposizione” non si sa bene
a chi ci si riferisce e poi perché sostanzialmente non c’è nulla di nuovo di cui
parlare se non documenti fantasma, scopiazzati con aggiunta di strafalcioni. I
grandi temi, canone, “fondazione” e ruolo del Parlamento (abolizione della
Vigilanza) sono tutti immobili sul “tavolo di lavoro” dove il dibattito è fermo a “Carissimo
amico buongiorno e buonasera”. Nel frattempo però, la maggioranza procede
spedita coma già ha fatto con il Contratto di Servizio e la nomina dell'attuale Cda, godendo pure di insospettabili "aiutini".
Bene, allora ne approfittiamo per introdurre una breve e
sommaria riflessione sui rapporti tra politica, i partiti e la Rai. Bloggorai
non ha mai fatto parte di coloro che sostengono che la “politica” in assoluto,
in quanto tale, sia brutta, sporca e cattiva. Bloggorai non ha mai scritto “fuori
i partiti dalla Rai” mentre ha avuto sempre grandi dubbi e perplessità sulla
cosiddetta “società civile” talvolta anteposta a quella presunta “incivile” che
non si è mai capito quale sarebbe e soprattutto quali “visioni” propone.
Marco Mele, a giugno 2012, sul Sole titola “Rai, sì del Pd a nomi della società
civile”. Su richiesta del segretario Bersani usciranno poi i nomi di Colombo e Tobagi
e vennero nominati la Tarantola Presidente e Gubitosi DG. A quel tempo,
leggiamo su Key4Biz “Nella prossima legislatura il Pd promette “una riforma che
farà rinascere l’azienda”. Dei due consiglieri “civili” si sono perse le
memorie e della riforma PD che avrebbe fatto rinascere l’Azienda non risultano
tracce. Gubitosi invece ha lasciato impronte ciclopiche. Come, appunto, non ci
sono tracce di proposte della attuale “società civile” sul futuro della Rai.
Ora, oggi, è la “politica” e sono i “Partiti” a dover tirare
fuori dal cilindro una proposta di riforma Rai come ci impone l’EMFA e le sole
proposte sono quelle in discussione al Senato. Il problema è capire, sapere, cosa
e come la “politica” e i “partiti” intendono procedere, con quali contenuti. Auspicare
la riforma somiglia tanto al tema della “governabilità”: non è mai materia
neutra, dipende da cosa ci metti dentro e come la fai.
Ora, oggi, i partiti di Governo spingono e propongono. Ora, oggi, i partiti di opposizione annaspano.
bloggorai@gmail.com
domenica 27 luglio 2025
il Meglio di Bloggorai 3
by Bloggorai
Martedì 22 luglio - RAI: il Filosofo ride, Sanremo piange e l'opposizione medita
Ieri ci sono giunte notizie riservate da Sanremo dove sembra
che la trattativa con il Comune sia in stallo. Il Sole di oggi scrive “…al momento
le posizioni risultano ferme e distanti con un dialogo che si sarebbe
sostanzialmente interrotto”. Il Secolo XIX scrive “Dalla Rai, invece, finora è
trapelato nervosismo.
l’operazione vendita Sempione e avvio lavori al Portello non
è semplice e non è veloce. Come pure l’altro grande tema strategico: la
vendita/cessione di Rai Way di dicono essere ferma al palo. Il 30 settembre,
quando scadrà il MoU (Memorandum of Understanding) è dietro l’angolo e i nodi
importanti, in particolare sulla governance non sono sciolti, anzi. Infine, un
piccolo dettaglio della serie “non l’abbiamo visto arrivare”: in autunno
dovrebbe iniziare l’esodo verso la nuova sede Rai all’Eur che non sarà proprio
una passeggiata.
Mercoledì 23 luglio - Sanremo è finito? Sarà Torino la capitale
della Musica Italiana?
“Rai e Sanremo a un passo dallo strappo sul Festival. Viale
Mazzini non disposto a cedere sulla titolarità del format e del marchio” dove
si legge pure che “Ieri, a quanto verificato dal Sole 24 Ore, si è tenuta una
riunione di alto livello in Rai sul tema. E il muro contro muro sarebbe emerso
in maniera limpida”.
Confermiamo quanto sappiamo: due potenti direzioni Rai (e
non solo) remano per spostare tutto a Torino e chiamarlo “Festival della
Canzone Italiana”.
Riforma Rai. Ieri è stata data notizia della costituzione
del Comitato ristretto in VIII Commissione Senato (un parlamentare per ogni
partito) per cercare una sintesi delle 10 proposte depositate…riforma Rai. Ieri
è stata data notizia della costituzione del Comitato ristretto in VIII
Commissione Senato (un parlamentare per ogni partito) per cercare una sintesi
delle 10 proposte depositate.
Giovedì 24 luglio - PD e M5S: fumo negli occhi sulla
riforma RAI
Ieri su EditorialeDomani a firma Lisa di Giuseppe prima
compare un pezzo con il titolo “Riforma Rai, lo scatto di Forza Italia.
Martedì il testo base” e oggi su Il Foglio un pezzo con il
titolo “Sulla riforma Rai i 5 stelle votano con la maggioranza. I dubbi
del Pd” a firma Gianluca De Rosa. La notizia nei due pezzi si
riferisce al fatto che ieri in Commissione politiche Ue è stato votato il
parere sul complesso dei progetti di riforma della governance della Rai e il
M5S si è schierato con i partiti di Governo mentre il PD si è astenuto.
Chiudiamo con un impegno. Ci vogliamo occupare prima o poi
della cosiddetta “società civile” che si occupa di Rai. Anzitutto un tema
concettuale: la “società” è giocoforza “civile”: difficile sostenere una
“società incivile”. Poi, è lecito supporre che la “società” in quanto tale, e
quindi complessa, variegata e multiforme, possa essere riconducibile e
rappresentata dai partiti che siedono in Parlamento, la massima espressione
della democrazia possibile. In questo momento specifico, sono o dovrebbero
essere loro i titolari dell’espressione, della volontà “popolare” sulla nuova
Rai che si vorrebbe disegnare. O no? Infine, per quanto a noi noto, non ci
risulta agli atti formali (documenti, proposte, interventi etc) qualcosa su cui
dibattere o confrontarci provenienti dalla "società civile"-
Venerdì 25 luglio - Riforma RAI: un pasticciaccio brutto
brutto
Con questa opposizione TeleMeloni durerà per tutto il
prossino secolo a venire. “Le opposizioni hanno fatto la loro parte: abbiamo
messo a punto una proposta unitaria, seria e concreta, ispirata ai principi del
regolamento europeo, che chiede maggiore indipendenza, trasparenza e una netta
separazione tra politica e servizio pubblico. Ora tocca alla maggioranza dire
cosa intende fare”. “Proposta unitaria”??? Di cosa parla? Di quale proposta e
chi l’avrebbe mai scritta e quando? Inizia un trallallerotrallallà di
verifiche, di richieste di sapere. “Tu hai questo documento?” ... “No, non
esiste”… “ma come, Graziano lo ha dichiarato in una nota stampa” …”No, si è
sbagliato, è stato frainteso (maledetti giornalisti) voleva dire che ci stiamo
lavorando” … siamo alle comiche. …ad un certo punto, tardo pomeriggio, esce
fuori un testo. In un messaggio si legge e si raccomanda “Non è attribuibile a
qualcuno, quindi non considerarlo una fonte”.
Quanto successo ieri è la fotografia plastica, la sintesi,
la rappresentazione iconica di un “modo” di “fare politica” che speravamo morto
e sepolto: bizantinismi, manovrette sottobanco, inciucetti da bassa cucina,
detto e non detto, silenzi imbarazzati. Esattamente il contrario di un
“modo” di fare politica fatto di incontri e scontri diretti, frontali, aperti e
trasparenti, al quale Bloggorai vuole credere ancora.
Sabato 26 luglio - Questa calda estate in TV tra Sesso,
Sangue, Soldi e Riforma RAI
Un caso mediatico di grande successo: Temptation Island in
onda su Canale 5 che, per la prima volta, la prossima settimana andrà inonda
per tre serate di seguito. Oggi La Stampa titola due pezzi: “Canale 5, la
moltiplicazione delle corna. Temptation Island invade il palinsesto” e l’altro
“Se l’intellighenzia guarda Temptation” dove si legge che “Temptation e la
Zanzara (programma in onda su RAdio24 di grande ascolto) hanno successo perché
sono onesti, non ti fanno la morale e non ti senti in colpa”…
Per entrambi i generi, spesso si adopera il termine
spregiativo “trash” ovvero spazzatura. Eppure, entrambi, appartengono al comune
genere “umanità” rappresentata in diversi aspetti, odio e amore, che gli sono
propri, appartengono al suo DNA primigenio.
La notizia è che ieri è stata diffusa una nuova proposta di
riforma Rai a firma Gelmini (Azione) ovvero del partito di Calenda che non si
sa mai bene dove collocare. Il dato significativo è che nelle ultime settimane
sono arrivate 4 nuove proposte in Commissione Senato dove giacciono in esame
del Comitato ristretto le altre 7. Quelle dell’opposizione sono vecchi di
alcuni anni: dalla prima di Nicita, ottobre del 2022 all’ultima Bevilacqua del
2024. Di questo oggi si tratta e si dibatte.
È utile ribadire i nodi cruciali: il canone, la forma di
governance e il ruolo del Parlamento (vigilanza si o no).
bloggorai@gmail.com
sabato 26 luglio 2025
Questa calda estate in TV tra Sesso, Sangue, Soldi e Riforma RAI
La vita in campagna è complessa e faticosa. Occorre essere
sempre presenti e lungimiranti. È necessario osservare, capire e confrontare le
persone, il tempo e lo spazio che si occupa. La vita in campagna è un esercizio
fisico e spirituale: per entrambi è necessaria molta energia, merce rara e
preziosa. La vita in campagna rende quanto gli dai, è democratica e universale.
Tutto, più o meno funziona allo stesso modo. Le amicizie in campagna sembrano
avere altra misura rispetto a quelle cittadine dove alcuni tratti appaiono
prevalenti: la generosità e la solidarietà.
Ieri sera al Circolo si parlava di trattori, di cingoli e di
frese, di batterie e di manutenzione. Ad un certo punto, un nostro amico ci dice:
“Dopo passa a casa mia”. Bene. Sono andato e mi voleva fare vedere il suo nuovo
orto: una meraviglia di rara bellezza e ricchezza. Mi ha fatto dono di una gerla
carica di ogni ben di Dio. Lui felice, io felice.
Oggi abbiamo in evidenza due temi interessanti, dove non ci
sono sempre chiari i termini, i confini e i parametri di interpretazione che non sia
una banale e sommaria enunciazione “morale”. Il primo tema importante è ormai divenuto un caso
mediatico di grande successo: Temptation Island in onda su Canale 5 che, per la
prima volta, la prossima settimana andrà inonda per tre serate di seguito. Oggi
La Stampa titola due pezzi: “Canale 5, la moltiplicazione delle corna. Temptation
Island invade il palinsesto” e l’altro “Se l’intellighenzia guarda Temptation”
dove si legge che “Tempation e la Zanzara (programma in onda su RAdio24 di
grande ascolto) hanno successo perché sono onesti, non ti fanno la morale e non
ti senti in colpa”…
Il programma di Canale5 Sta macinando ascolti inediti: l’ultima
puntata ha superato il 30% di share e raccolto di fronte alla tv quasi 4 milioni
di persone. Il successo della trasmissione non è una novità: si tratta della
14a edizione italiana che, dal 2005, raccoglie ascolti mediamente oltre il 30%.
Lo abbiamo visto più di una volta e abbiamo confrontato questo tema, l’amore
ovvero “le corna in tv” con l’altro tema che sembra suscitare sempre grande
attenzione estiva, il racconto del crimine (vedi pure il recente “Il Caso” su
RaiTre condotto da Stefano Nazzi, un giornalista esterno specializzato in cronaca
nera). Per entrambi i generi, spesso si adopera il termine spregiativo “trash”
ovvero spazzatura. Eppure, entrambi, appartengono
al comune genere “umanità” rappresentata in diversi aspetti, odio e amore, che
gli sono propri, appartengono al suo DNA primigenio. Cominciamo ad avere
qualche dubbio nel definire e chiudere il dibattito e la riflessione su questi “generi”
semplicemente, banalmente, definendoli “spazzatura”. Forse c’è qualcosa d’altro,
forse merita di capire meglio, di approfondire perché sangue e amore attraggono
tanta attenzione. Per la cronaca, la trasmissione di Nazzi ha raccolto il 6.3% e
quasi 900 mila telespettatori.
L’altro tema del giorno riguarda pochi appassionati cultori
della materia: la riforma Rai. Anche tra i lettori di Bloggorai questo argomento
non suscita grandi entusiasmi ed interesse: Google Analytics ci dice che quando
lo trattiamo con grande spazio le visualizzazioni diminuiscono. Però, visto che
lo seguiamo da tenti anni (oltre 7) non ci possiamo sottrarre proprio ora che
qualcosa potrebbe uscirne fuori.
Allora una notizia e un commento. La notizia è che ieri è
stata diffusa una nuova proposta di riforma Rai a firma Gelmini (Azione) ovvero
del partito di Calenda che non si sa mai bene dove collocare. Il dato significativo
è che nelle ultime settimane sono arrivate 4 nuove proposte in Commissione Senato
dove giacciono in esame del Comitato ristretto le altre 7. Quelle dell’opposizione
sono vecchi di alcuni anni: dalla prima di Nicita, ottobre del 2022 all’ultima
Bevilacqua del 2024. Di questo oggi si tratta e si dibatte.
È utile ribadire i nodi cruciali: il canone, la forma di governance e il ruolo del Parlamento (vigilanza si o no). Su questi temi non sembra esserci grande condivisione: gira un “documento di lavoro” senza apparente paternità, riservati, che non meritano di essere commentati in quanto ancora non condiviso se non da chi lo ha scritto e poi sia per gli strafalcioni che vi si leggono sia per l’approccio, l’impalcatura lo sostiene.
Oggi torniamo
rapidamente su un punto dirimente: il modello “fondazione” tanto caro al PD. Semplificando,
abbiamo scritto più volte che si tratta della anticamera della privatizzazione
del Servizio Pubblico, che pure è stato ed è forse ancora argomento tanto caro alla “cultura politica” del PD.
Questo “soggetto terzo” di cui si parla, non dovrebbe essere altro che il “proprietario”
dell’Azienda Rai a cui lo Stato cede le sue Azioni, ovvero la sua proprietà. E cosa
altro è questo processo se non definibile come “privatizzazione”??? In quale altro modo si definisce un processo che vede lo Stato cedere proprietà ad un soggetto privato? Hai voglia
a dire che questo soggetto sarebbe composto da Conferenze varie, Accademie,
Associazioni artistiche o ambientalistiche: peggio mi sento! Chi e come vengono nominati i loro vertici che
poi dovrebbero esprimere un loro rappresentante nella Fondazione? Qualcuno oggi
poi immagina un board o trust che dir si voglia ovvero “ ... un soggetto terzo che gestisca
il pacchetto azionario dell’Azienda in mano al Ministero dell’economia …”. Ci appare
un pensiero alquanto confuso.
In questi giorni tutti richiamano l’art. 5 dell’EMFA:
conviene tenerlo sempre intasca, a portata di mano, è breve e chiaro. Si prevede,
in sostanza e in sintesi, che “Gli Stati membri provvedono affinché i fornitori
di media di servizio pubblico siano indipendenti dal punto di vista editoriale
e funzionale …” e che “… Il direttore o
i membri del consiglio di amministrazione dei fornitori di media di servizio
pubblico sono nominati in base a procedure trasparenti, aperte, efficaci e non
discriminatorie e su criteri trasparenti, oggettivi, non discriminatori e
proporzionati …”. Nulla di tutto questo si configura con il modello Fondazione.
Punto, a capo.
Bloggorai@gmail.com
giovedì 24 luglio 2025
Riforma RAI: un pasticciaccio brutto brutto
Prima i fatti e poi il commento. Prima la forma e poi la sostanza.
Mettetevi comodi.
I fatti. Ieri era previsto il secondo appuntamento del
“tavolo di lavoro dell’opposizione” per cercare una sintesi delle 4 proposte di
legge depositate in Commissione VIII Senato (2 PD, una AVS e una IV). Di queste
e solo di queste si doveva e si deve dibattere perché sono quelle oggetto di lavoro
del “comitato ristretto” costituito presso la stessa Commissione e incaricato
di trovare una sintesi delle 10 proposte formalmente incardinate. Riforma RAI: un pasticciaccio brutto brutto Questo era e doveva essere l’oggetto dell’incontro previsto ieri. Questo
appuntamento si stava però configurando in modo confuso. Nessuno sapeva bene
chi ne doveva far parte di questo "tavolo" e quale sarebbe stato il metodo di lavoro seguito. Fatto
sta che per tutta la mattinata si rincorrevano voci: si ci sarà forse, forse no, ci dovrebbe
essere, non si sa chi vi dovrebbe partecipare, ci sono altri impegni etc. Fatto
sta che ad una certa ora arriva la notizia: i due capidelegazione del PD, Graziano,
e del M5S Carotenuto hanno “impegni in Aula” e l’incontro si dovrà rinviare. Bene,
ovvero male. Qualcuno comincia a farsi gli auguri di buone vacanze anche perché,
nel frattempo Bloggorai verifica che una notizia sul possibile raggiungimento
di un testo condiviso maggioranza/opposizione in Commissione Senato sarebbe pronto
per il prossimo martedì: agli atti non risulta nulla del genere. Fuffa negli occhi.
Se non che, alle 14.14 l’Agi diffonde una notizia con una dichiarazione
dello stesso Graziano: “Le opposizioni hanno fatto la loro parte: abbiamo
messo a punto una proposta unitaria, seria e concreta, ispirata ai principi del
regolamento europeo, che chiede maggiore indipendenza, trasparenza e una netta
separazione tra politica e servizio pubblico. Ora tocca alla maggioranza dire
cosa intende fare”. “Proposta unitaria”??? Di cosa parla? Di quale proposta
e chi l’avrebbe mai scritta e quando? Inizia un trallallerotrallallà di
verifiche, di richieste di sapere. “Tu hai questo documento?” ... “No, non esiste”…
“ma come, Graziano lo ha dichiarato in una nota stampa” …”No, si è sbagliato, è
stato frainteso (maledetti giornalisti) voleva dire che ci stiamo lavorando” …
siamo alle comiche. Tricche e tracche, Whatsapp impazzito tra messaggi roventi
e silenzi imbarazzati ed ecco che, zacchete, ad un certo punto, tardo pomeriggio,
esce fuori un testo. In un messaggio si legge e si raccomanda “Non è
attribuibile a qualcuno, quindi non considerarlo una fonte”. Amen.
Chi lo ha scritto? È quello di cui ha parlato Graziano? Condiviso con chi? Cerchiamo qualche “condivisore”: molti cadono (o quasi) dalle nubi. Qualcuno sa ma preferisce non sapere e qualcuno proprio sa di non sapere. Ad un certo punto salta fuori che si tratterebbe di un testo “made in PD”, una specie di maldestro copia e incolla redatto (dicono fonti solitamente bene informate) da un “esperto professore” di area – dicono – PD. Lo conosciamo.
E, da questo punto in poi, si
scatena un piccolo inferno in un bicchier d’acqua (si fa per dire) che ci dicono
essere esteso oltre il perimetro dei diretti interessati per arrivare, forse, alle
segreterie dei partiti. Tutta farina del PD e di quale PD? Il M5S (quale) era a
conoscenza, ha partecipato alla stesura di questo documento? Sa cosa c’è
scritto e lo condivide? Boh? E AVS cosa
ne pensa? Sapeva qualcosa? Forse che si … forse che no. E la cosiddetta “Società
Civile” cosa sa? Ha espresso un suo pensiero compiuto sui dossier? Non pervenuto.
22 e 30 circa… fine delle trasmissioni … il telefono ha
esaurito la batteria e ci spaparanziamo sul divano dove scopriamo che Canale 5
la prossima settimana manderà in onda ben tre, tre, edizioni speciali di Temptation
Island visto il grande successo di cui sta godendo. Ci sarà da meditare e dibattere.
Nel frattempo veniamo a scoprire che la Rai in questo periodo (1° giugno – 23 luglio
2025 su 2024 perde circa il 10% di share, pur considerando la diversa offerta
editoriale dei due periodi, es. eventi sportivi).
Ci impegniamo però a leggere attentamente questo documento presunto
“condiviso”. Ne parleremo presto nel merito. Ad una prima lettura, sommaria,
ci appaiono subito evidenti strafalcioni insopportabili e irricevibili, esempio
sul canone definito “di abbonamento”. Abominio !!! Abbiate pazienza,
approfondiremo con gli “esperti” di Bloggorai.
Il commento. Quanto successo ieri è la fotografia
plastica, la sintesi, la rappresentazione iconica di un “modo” di “fare politica”
che speravamo morto e sepolto: bizantinismi, manovrette sottobanco, inciucetti
da bassa cucina, detto e non detto, silenzi imbarazzati. Esattamente il contrario
di un “modo” di fare politica fatto di incontri e scontri diretti, frontali,
aperti e trasparenti, al quale Bloggorai vuole credere ancora. Forse un “modo”
di fare politica antico, di altre generazioni, ma non ne conosciamo uno migliore.
Segue … segue …
bloggorai@gamil.com
PD e M5S: fumo negli occhi sulla riforma RAI
C’è qualcosa di torbido e antico che scorre sottotraccia. C’è
qualcosa di oscuro e malmostoso che scorre sottotraccia anzitutto nel bel mondo
della “politica” e poi nei “satelliti” che gli girano intorno. Bizantinismi, detto e non detto, sottintesi e ammiccamenti, sobrietà e garbo, quel bel mondo di un volta sempre eterno e presente.
Come noto, in questo momento sul fronte Rai c’è in ballo l’8
agosto con l’entrata in vigore dell’EMFA e, di conseguenza, la riforma Rai. Non
sembra essere un argomento di grandissimo interesse “popolare” e se ne legge
poco mentre gli prestano attenzione e dedicano lavoro qualche decina di persone.
Si legge poco, si dibatte ancora meno e quel poco è materia per pochi raffinati
cultori o esperti europei della materia.
La “politica” però si muove, sottotraccia
ma si muove e segue disegni che agli umani spesso sfuggono perché appartengono
a disegni superiori, imperscrutabili o leggibili con ottiche sofisticate. Allora,
proviamo a fare un punto su due piani. Quello che è pubblico, ufficiale, e
quello che è privato, ufficioso. Ieri su EditorialeDomani a firma Lisa di Giuseppe
prima compare un pezzo con il titolo “Riforma Rai, lo scatto di Forza
Italia. Martedì il testo base” e oggi su Il Foglio un pezzo con il titolo “Sulla
riforma Rai i 5 stelle votano con la maggioranza. I dubbi del Pd” a firma
Gianluca De Rosa. La notizia nei due pezzi si riferisce al fatto che ieri in Commissione
politiche Ue è stato votato il parere sul complesso dei progetti di riforma
della governance della Rai e il M5S si è schierato con i partiti di Governo mentre
il PD si è astenuto. Raffinate tattiche parlamentari, ci dicono: aspettiamo il testo
che propone il Governo e poi vedremo. Già ... anche Bloggorai usa spesso il “vedremo”
quando non sa bene a che Santo votarsi. Nota a margine: nell’articolo citato de
Il Foglio, la Bevilacqua, firmataria della proposta M5S sostiene “… conoscendo tutti
i testi alla perfezione …” e chi vuole capire capisce e chi non capisce peggio
per lui.
Il “problemino” tra PD e M5S emerso
ieri non è di poco conto, riapre un nervo scoperto e potrebbe svelare una trama
della quale abbiamo avuto recente sentore ed è una trama che sulla Rai ha già dato
chiari segni di notevoli difficoltà: vedi voto sul Contratto di Servizio (titolo
de Il Fatto del 3 ottobre 2023: “M5S vota con la maggioranza in Vigilanza.
Pd: “Favore a propaganda di destra”. La replica: “Protestano per strapuntini
persi?” e vedi pure nomina dei Consiglieri il famigerato 26 settembre, una ferita che ad alcuni brucia ancora.
E la “politica” oggi, ora, non sembra sapere proprio a che Santo
votarsi. Forse lo sa però Forza Italia, forse, però, lo sa bene il senatore Gasparri
perché, al momento, la sua recente proposta dell’8 maggio sembra quella in
grado di raccogliere un consenso sufficiente almeno, forse, con i suoi alleati
e, forse, anche con “qualcuno” dell’opposizione. Il “forse” e il “vedremo” sono
d’obbligo ma, d’altra parte, difficile farne a meno. Bloggorai lo ha scritto da
tempo: una parte del Governo spinge, Fi e FdI, e l’altra frena, la Lega. La
spinta dei primi due ha un obiettivo tattico e uno strategico: quello tattico
si riferisce a chiudere presto la nomina della Agnes alla presidenza (che
sappiamo essere non del tutto sgradita tra qualcuno nei 5S) e, di conseguenza,
attenuare il potere della Lega in Rai che, con Marano presidente facente funzioni
sembra in via di espansione. Ed è anzitutto per questo che riteniamo difficile,
molto difficile, che “martedì” ci possa essere un testo base, a meno che sia
una mera e vaga dichiarazione di buona volontà, utile “forse” solo a cercare di
“mettere una pezza” su una possibile apertura di procedimento di infrazione a
Bruxelles: “Cara Europa, apprezza la nostra buona volontà, stiamo lavorando per
recepire l’EMFA, dateci tempo”. In buona sostanza: fumo negli occhi.
Quindi, per quanto noto (fino a ieri in Commissione VIII
Senato non risultava nessun calendario del “gruppo ristretto”) nel migliore dei
casi uscirà da un cilindro, magari dello stesso Gasparri, un generico impegno a
“fare qualcosa” mentre, sottotraccia si lavora ad un probabile, forse difficile
ma non impossibile colpo di mano parlamentare o, in subordine, in Vigilanza Rai.
Poi c’è tutto il mondo non noto: quel mondo dove ciò che appare non sempre corrisponde a quanto sembra. Un mondo dove si aggirano i soggetti invisibili, e coloro che sembrano trattare non corrispondono ai soggetti che si muovono dietro le quinte e che, forse, sono quelli che tirano le fila, quelli che hanno o potrebbero avere le idee chiare.
Il PD costituisce l’esempio più evidente: chi tira le file della loro proposta? Il senatore Nicita nel Comitato ristretto del Senato (firmatario della proposta di legge) o l’onorevole Graziano, partecipante al fumoso “tavolo ristretto” dell’opposizione? Sappiamo poi che sul tema Rai sono molti gli esponenti del partito che “osservano con molta attenzione”: dal vicesegretario Boccia all’esule europeo Ruotolo, dalla capogruppo alla Camera Braga al portavoce della Schlein Alivernini per finire al senatore Verducci, autorevole esponente del partito in Vigilanza Rai (ci dicono molto ascoltato e richiesto vedi suo intervento https://www.youtube.com/watch?v=fTKWBTHoOTM). Tanto per rimanere in tema: sull’argomento “fiscalità generale” ci risulta che una parte del PD sia saldamente ancorato a questa proposta (vedi quanto abbiamo pubblicato) mentre un’altra parte sia “fatta persuasa” che il canone è la barricata di tutela del Servizio Pubblico che non può cadere.
Chiudiamo con un impegno. Ci vogliamo occupare prima o poi
della cosiddetta “società civile” che si occupa di Rai. Anzitutto un tema
concettuale: la “società” è giocoforza “civile”: difficile sostenere una “società
incivile”. Poi, è lecito supporre che la “società” in quanto tale, e quindi complessa,
variegata e multiforme, possa essere riconducibile e rappresentata dai partiti
che siedono in Parlamento, la massima espressione della democrazia possibile. In
questo momento specifico, sono o dovrebbero essere loro i titolari dell’espressione,
della volontà “popolare” sulla nuova Rai che si vorrebbe disegnare. O no? Infine,
per quanto a noi noto, non ci risulta agli atti formali (documenti, proposte,
interventi etc) qualcosa su cui dibattere o confrontarci provenienti dalla "società civile". O no?
Bloggorai@gmail.com
mercoledì 23 luglio 2025
Sanremo è finito? Sarà Torino la capitale della Musica Italiana?
Se tanto mi da tanto, se il buongiorno si vede dal mattino,
la partita di Sanremo si appresta ad essere chiusa prima ancora di iniziare o,
bene che vada, a metà del primo tempo. Confermiamo quanto abbiamo scritto e quanto
è già noto a tutti, a partire dalla dichiarazioni di Rossi a Napoli: “Il
Festival si farà, a Sanremo o altrove”. È proprio “quell’altrove” che ha
spalancato le porte del trappolone in cui anzitutto il Comune e poi la Rai si
sono cacciati. Il Comune, presuntuoso, alzando l’asta delle richieste a livelli
intollerabili e la Rai presentando l’offerta. Perché lo hanno fatto? Il Comune
poteva anche avere la sua convenienza: più soldi e più visibilità. Ma la Rai
perché ha presentato l’offerta quando gli si prospettava l’occasione d’oro per
tirarsi fuori dal pantano Sanremo come da anni, decenni, molti auspicavano?
Semplice incapacità progettuale, inerzia o mancanza di visione strategica o c’è
altro? Siamo propensi a ritenere valida la prima ipotesi, non foss’altro perché
suffragata dallo stesso atteggiamento assunto su altri temi strategici, come abbiamo
più volte scritto.
Leggiamo questa mattina sul Sole il titolo “Rai e Sanremo
a un passo dallo strappo sul Festival. Viale Mazzini non disposto a cedere
sulla titolarità del format e del marchio” dove si legge pure che “Ieri,
a quanto verificato dal Sole 24 Ore, si è tenuta una riunione di alto livello
in Rai sul tema. E il muro contro muro sarebbe emerso in maniera limpida”. Anche
Bloggorai conferma quanto abbiamo già scritto ieri: se Rai “sbraca” su quel
fronte “sbraca” su tutto e rimane prigioniera del Comune per i prossimi 5 anni,
durante i quali possono succedere tante cose. Per non dire poi del principio monumentale
che dovrebbe indurre il Comune ad abbassare le penne: se non ci sono le
telecamere Rai, il Festival sarebbe solo una collezione di fiorellini esposti
sui balconi della cittadina ligure come già avvenuto con Miss Italia.
Morale della favola. Ora il “piano B” diventa quanto mai
attuale e confermiamo quanto sappiamo: due potenti direzioni Rai (e non solo) remano
per spostare tutto a Torino e chiamarlo “Festival della Canzone Italiana”.
Occorre però decidere subito, rapidamente. Bloggorai sostiene fortemente questa
ipotesi. Ce la faranno il prossimo 30 luglio i nostri eroi di Via Asiago 10 a
dare un colpo di reni? Vedremo, democristianamente, vedremo.
E vedremo pure come si mette la partita sulla riforma Rai. Ieri
è stata data notizia della costituzione del Comitato ristretto in VIII
Commissione Senato (un parlamentare per ogni partito) per cercare una sintesi
delle 10 proposte depositate. Ci piacerebbe essere animati da una ventata di
sano ottimismo, ci piacerebbe tanto. Ma abbiamo qualche dubbio. Si tratta di definire
un testo comune, condiviso tra punti di vista molto distanti tra loro anche nelle
rispettive compagini di maggioranza e opposizione. Su un tema di rilievo assoluto,
dirimente, come il canone le posizioni sono molto diverse tra chi lo vorrebbe
difendere e chi lo vorrebbe abolire. Come pure sembra assai difficile “trovare la
quadra” sul tema “fondazione”. Tanto per capirci: la proposta ufficiale del
PD (la n. 199 a firma Nicita) la prevede espressamente e tutta l’architettura
della sua proposta si regge su questo punto. Non solo, anche la seconda proposta
PD (la n. 631 a firma Martella) ribadisce lo stesso indirizzo: la Fondazione. Tra
l’altro, nessuna delle due proposte cita mai l’EMFA e nessuna delle due proposte
contiene mai il termine “canone”. Nei giorni scorsi invece, quando si è
svolto il primo “tavolo di lavoro” dell’opposizione proprio finalizzata a “trovare
la quadra” interna era sembrato di capire che Graziano (“capodelegazione” del PD)
avesse avanzato una sorta di “apertura” per modificare l’orientamento del suo
partito sulla Fondazione. O ci siamo sbagliati? Se mai così fosse, significherebbe
semplicemente che le due proposte Nicita e Martella sono da riporre nel
cassettino della memoria e abbandonate
al loro triste destino, o no? Abbiamo inteso, e lo ribadiamo forte e chiaro, che
questo modello è inaccettabile per i tanti buoni motivi che abbiamo più volte
esposto. E allora, che sintesi si potrà mai fare se le due proposte PD sono incardinate
sulla “fondazione”?
Ribadiamo poi la divergenza radicale sul tema canone. Il M5S
lo ha scritto chiaro e tondo nella loro proposta di lege depositata in
Commissione Senato a firma Bevilacqua: si deve abolire e sostituire con la
fiscalità generale. Però, a novembre scorso, la Floridia, presidente
Vigilanza Rai, ha dichiarato “Non dobbiamo parlare più di canone o fiscalità
generale. Qui il problema è fare in modo che le risorse siano certe e stabili,
quindi che non siano più gestibili necessariamente dal governo di turno in ogni
legge di bilancio. Una proposta potrebbe quindi essere legare le risorse alla
concessione, cosicché l'esecutivo di turno non ha più la possibilità di
cambiare di anno in anno le risorse e non permettere a un Cda di programmare un
piano industriale”. Che significa? Che il M5S abbandona la loro unica proposta
Bevilacqua? Basta saperlo. Poi, legare le risorse alla Concessione (o nel
Contratto di Servizio come ha sostenuto Graziano) non ci sembra una buona idea: si configura l'esatto contrario di quanto esposto dalla Floridia, la Legge di Bilancio dove questa materia necessariamente viene inserita e definita
anno per anno è di rango superiore alla Concessione e al Contratto che è sempre sotto l’iniziativa
del Governo (e lo stesso Contratto è sottoscritto peraltro con il Ministero).
Domani sarebbe previsto il secondo incontro del “tavolo di
lavoro” dell’opposizione. Su quali argomenti dovrà dibattere e come dovrà
iniziare a trovare la quadra (canone e fondazione) è un mistero, come pure chi
sarà chiamato a dibattere: gli “uffici legislativi” dei partiti? Buona idea,
fateci sapere.
Bloggorai@gmail.com
lunedì 21 luglio 2025
RAI: il Filosofo ride, Sanremo piange e l'opposizione medita
“Eppur si muove” o “non si muove”
??? Avrà pensato e dubitato sulla Rai il Filosofo di Colle Oppio quando ha rilasciato l’intervista
al Corriere nei giorni scorsi mentre rideva alla domanda sulla ludopatia. Ci stiamo
ancora chiedendo perché rideva e perché ha “dovuto” farsi intervistare. A chi è
convenuto? Solo a lui?
La situazione Rai sembra essere
tra farsa e tragedia, e forse un tantinello pure tragica se non proprio drammatica.
Ieri ci sono giunte notizie riservate da Sanremo dove sembra che la trattativa
con il Comune sia in stallo. Il Sole di oggi scrive “…al momento le
posizioni risultano ferme e distanti con un dialogo che si sarebbe
sostanzialmente interrotto”. Il Secolo XIX scrive “Dalla Rai, invece,
finora è trapelato nervosismo. Conseguenze di un bando imposto dal Tar e
Consiglio di Stato, che ha cambiato tutto e che ha permesso al Comune di alzare
la posta in gioco, ottenendo la conferma della titolarità del marchio, anche se
è quasi certo che Rai non intenda cedere sulla questione del format”. Già, questo
forse il nodo principale: cedere su questo punto significa ancorare al Comune
la titolarità del format nella Convenzione per i prossimi 5 anni (tre più due),
ovvero precludere ogni altra futura opzione che si potesse palesare a vantaggio
Rai. In soldoni: se sbracano su questo punto, sbracano su tutto. Nel Poker
moderno si chiama “all in” e in quello “antico” si chiama “piatto”. Prendere o
lasciare. Su tutto questo poi grava una spada di Damocle non irrilevante: se a
seguito della trattativa in corso cambiano profondamente le “regole di ingaggio”
previste nella gara è verosimile supporre che chiunque può ricorrere al TAR e
chiedere l’immediata sospensione della procedura.
Possiamo aggiungere qualcosa in
più: ci sarebbero almeno due “soggetti” interni (per non dire di quelli
esterni) che remano fortemente contro l’ipotesi che si possa chiudere un accordo
entro fine luglio (o anche dopo) e realizzare Sanremo 2026. Si tratterebbe della
Direzione Produzione e di Rai Pubblicità. Sono due soggetti che pesano molto
nell’influenzare la decisione da prendere. La prima per un verso è storicamente
avversa all’Ariston per i mille problemi logistici e organizzativi noti da
sempre e, per altro verso complementare, vede benissimo l’espandersi della sua “area
di intervento” in una sede più adeguata e logisticamente più sostenibile. Un dettaglio
che vi abbiamo già riferito: la scenografia deve chiudere subito i contratti ed
è necessario ordinare i materiali, provvedere alla logistica, ai tempi di
allestimento etc. Il secondo soggetto Rai Pubblicità, ragiona per quella che è la
sua area di competenza: portare in cassa più contratti (soldi) possibili e
Sanremo più di tanto ormai non può più dare. Viceversa, spostandosi in una sede
diversa non solo non è più costretta ad elargire l’1% di gabella al Comune
(vista come il fumo agli occhi). Una grande città, ad esempio Torino, aprirebbe
nuovi spazi, nuovi clienti e maggiore interesse. Per non trascurare un
dettaglio che giusto ieri ci è stato riferito: il teatro Ariston “vende” circa
800 biglietti mentre il PalaOlimpico di Torino (dove si è svolto Eurovision 2022)
ne contiene 15.657 (avete letto bene).
L’altro grande tema sul quale lo
stesso Filosofo di Colle Oppio ha poco da stare allegro è Milano dove, come
abbiamo scritto, le prospettive, bene che vada, si allungano e non poco: l’operazione
vendita Sempione e avvio lavori al Portello non è semplice e non è veloce. Come
pure l’altro grande tema strategico: la vendita/cessione di Rai Way di dicono
essere ferma al palo. Il 30 settembre, quando scadrà il MoU (Memorandum of Understanding)
è dietro l’angolo e i nodi importanti, in particolare sulla governance non sono
sciolti, anzi. Infine, un piccolo dettaglio della serie “non l’abbiamo visto arrivare”:
in autunno dovrebbe iniziare l’esodo verso la nuova sede Rai all’Eur che non sarà
proprio una passeggiata. Era proprio necessario? Si potevano fare altre scelte
forse più razionali e convenienti? Forse si ma sembra che nessuno se ne sia
occupato per tempo. Forse un giorno sapremo qualcosa di più. Ad esempio: perché non
è stata scelta la vecchia sede Sky sulla Salaria, edifici già strutturati e tecnologicamente
attrezzati e contigui agli altri insediamenti Rai a Saxa Rubra? Forse un giorno
sapremo.
Chiudiamo questo capito e apriamo
quello sul fronte “opposizione” dove pure c’è poco da ridere, anzi. Per il prossimo
giovedì era prevista la seconda puntata del “tavolo di lavoro”. Al momento, ad
oggi, nessuno sa nulla su nulla: chi vi dovrebbe partecipare per fare cosa e
come, ovvero da che parte iniziare. Sul tavolo ci sono tutt’ora due nodi ciclopici
da sciogliere: il canone e la Fondazione. Questi due nodi sono anzitutto interni
ai partiti, PD e M5S, e di conseguenza tra loro nella coalizione. Il tema canone
è mastodontico: il M5S ha scritto chiaro e tondo nella sua proposta
(Bevilacqua) che va abolito e sostituito con la fiscalità generale. Come è
possibile andare avanti se non ci si accorda su questo punto tanto fondamentale
quanto non negoziabile? Perdere tempo ora con dettagli rilevanti quanto ora
subordinati (numero e durata dei consiglieri etc) appare solo come inutile scorciatoia perché, comunque, lascia scoperto l’altro nervo sul quale ancora non c’è
una parola chiara e netta: la Fondazione NON è un modello da proporre nella
nuova governance Rai.
C’è da mettere mano ad un nuovo “articolato”,
del tutto diverso dai precedenti, da che parte si inizia e chi ci mette mano? Gli
“uffici legislativi” dei partiti, la cosiddetta “società civile”??? Quando?
Bloggorai, come sempre, è animato
da un sincero, profondo ed entusiasta pessimismo: il nostro personale sale della
terra.
bloggorai@gmail.com
Il Meglio di Bloggorai 2 e notizie in breve
La settimana scorsa il Meglio di Bloggorai ha ricevuto un notevole
successo. Lo riproponiamo, sempre consapevoli che può essere un valido aiuto a
rinfrescare la memoria che, specie ad un certa, tende a smarrirsi facilmente.
Il Post di oggi sarà diviso in due parti: la prima con il Meglio
di Bloggorai 2 e la seconda con brevi flash meritevoli di attenzione.
Il meglio di Bloggorai 2
Martedì 15 luglio - Riforma RAI: una pericolosa mano di
Poker
Documento riservato del PD: si individuano 6 punti: 1.
Autonomia e indipendenza 2. Rilevanza e autorevolezza 3. Meccanismi di gestione
4. Missione 5. Finanziamento 6. Meccanismi di controllo. Il canone. Il PD lo vuole abolire e
sostituire con la fiscalità generale si o no?
Nel documento, al punto 5, leggiamo: “La nuova legge deve
assicurare alla Rai risorse certe, sia in quantità che nei tempi di
stanziamento. Mediante canone o in carico alla fiscalità generale purché
saldamente ancorata al principio di utilità pubblica”. Canone e fiscalità
generale sono due “concetti” profondamente diversi tra loro seppure
riconducibili alla stessa matrice: il canone è pagato dai cittadini e la
fiscalità generale attinge ai fondi pubblici composti dalle tasse pagate sempre
dai cittadini. Ci stiamo avvicinando ad un accordo PD e M5S sul tema
canone??? Parliamone.
Mercoledì 16 luglio 2025 - Il "sassolino" Lega
nello stagno RAI
Cosa c’è di nuovo in questa proposta? Di nuovo c’è
l’abolizione della figura dell’AD come voluto dalla Legge Renzi e il ritorno al
DG con maggiori poteri ... Di nuovo c’è il “malloppo” grosso: la
“valorizzazione delle società controllate” con “l’obiettivo di attrarre i
privati mantenendo fermo il controllo pubblico”. Di “nuovo” c’è sempre
“chercher l’argent”. Poi c’è il “problemino” Agnes che Fi e FdI vorrebbero
subito insediata alla presidenza e invece alla Lega questa “faccenda” non
sembra interessare gran che: Marano, è stato detto più o meno esplicitamente,
sta bene dov’è e l’Azienda funziona benissimo così.
Giovedì 17 luglio 2025 – I Fantasmi sul palcoscenico RAI:
Sanremo e Riforma
“Sanremo 2026 ??? Si certo, lo faremo noi … quello è robbbba
Rai … però, oddio ... ad essere sincero non ne sarei proprio così sicuro,
forse, dipende, vedremo”. Il Festival è Rai e senza le telecamere della Rai
sarebbe una sagra di paese colorata di fiorellini fiorellini. Ma il bello
ora è tutto nelle mani di un qualche solerte avvocato che si volesse divertire
a far saltare il banco… “Almeno per il
2026 Sanremo lo farà la Rai … poi … si vedrà”. Già, vedremo.
Come pure si sta profilando molto incerta la partita sulla
riforma Rai. L’8 agosto è dietro l’angolo e non c’è alcuna possibilità che
si possa concordare una proposta di riforma quale che essa sia.
Ieri è stata presentata la Relazione annuale dell'Autorità
per le comunicazioni (Agcom) sull’attività 2024 del Garante e illustrata dal
suo presidente Giacomo Lasorella. Leggiamo quanto scritto sul Corriere a firma
Antonella Baccaro “«La tv — ha spiegato Lasorella — non è più lo strumento con
il quale i cittadini si informano in via prioritaria: un italiano su due (il
52,4%), utilizza la rete», anche se i media tradizionali vengono ritenuti più
affidabili”.
Venerdì 18 luglio 2025 - RAI: la gallinella milanese
dalle uova d'oro
Un soffietto, un accenno, un barlume di relativo e moderato
ottimismo si è acceso nelle fila dell’opposizione sul tema “riforma Rai”. Ieri
è iniziato il “cantiere” dove cercare di costruire una ipotesi di testo comune
da incardinare in VIII Commissione Senato dove sono depositate 10 proposte di
riforma Rai: 4 dell’opposizione e 6 della maggioranza... I punti derimenti e fondamentali sui quali concordare
sono due: Fondazione o “sistema duale” e canone o fiscalità generale.
Però c’è un “affare” Milano che interessa la Rai sul quale, forse, sarà necessario/opportuno rinfrescare la memoria per capire cosa è successo e quanto avvantaggia o penalizza le casse Rai. In due parole: a dicembre 2023 Rai (Sergio AD e Soldi Presidente) e la Fondazione Fiera Milano firmano un accordo per il trasferimento degli studi Tv da Corso Sempione al Portello. L’accordo prevede l’affitto dei nuovi spazi per 27 anni (27) e ballano cifre notevoli che vanno dai 97 mln per i lavori complessivi dell’area ai 5,9 mln di affitto annui che Rai dovrà pagare per il periodo previso dal contratto (totale 159 mln).
Chissà se potrebbe valere la pena riaprire quel dossier e
capire se e quanto conviene a Rai aggiornare quel contratto: con quel costo di
affitto per 27 anni ci si poteva costruire una piramide che almeno poi sarebbe
rimasta di proprietà Rai...
Sabato 19 luglio 2025 - RAI: oggi lezione di Alta
Filosofia
Intervista concessa da Giampaolo Rossi, AD Rai, oggi sul
Corriere a firma Antonella Baccaro. Cosa ha detto di interessante, di nuovo,
di rilevante? Nulla. Il vuoto cosmico, il niente allo stato solido: “Cosa deve
fare una tv pubblica? «Esprimere la realtà plurale della nostra nazione,
orientandoci nel tempo complesso in cui viviamo”. L’Alta Scuola di
Filosofia Contemporanea Multimediale TecnoNarrativa Supercazzola di Colle Oppio
ha dichiarato. Da questo punto in poi la Rai non sarà più come prima. Riforma
Rai, Contratto di Servizio, Piano Industriale ed editoriale,
"riforma" dei generi, informazione e newsroom, Rai Way, investimenti
in innovazione di prodotto e di tecnologie, nuova Convenzione e risorse etc
etc?
Domanda: “Serve più rinnovamento?" risposta "Per
cambiare in un mercato competitivo servono più coraggio ed equilibrio…"
dove la parte più rilevante di questa frase sono i puntini, si proprio i tre
puntini … originali che si leggono nel testo.
Veniamo ora alle cose serie. Gli si chiede “Affari Tuoi induce ludopatia?” e lui risponde “Solo quando straccia la concorrenza” e Rossi, leggiamo testuale, mentre risponde “ride”. A uno così che ride su un tema di tale rilevanza e gravità sociale che gli vuoi dire? Rossi ride!!! Questo è l’AD del Servizio Pubblico Radiotelevisivo.
Domenica 20 luglio 2025 - RAI: non tutte le uova d'oro
riescono con il buco
Oggi leggiamo su Libero un’interessante intervista al
Senatore Alessandro Morelli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio:
“Tra l’altro c’è un altro grosso fronte che va chiarito al più presto” Quale?
“Quello del nuovo Centro di produzione della Rai, la sua nuova sede che
dovrebbe vedere la luce nei prossimi anni … viso che c’è un indubbio blocco
generale del settore urbanistico milanese siamo molto preoccupati …Nel Piano
Industriale (Rai ndr) è prevista la dismissione, quindi la vendita del Palazzo Rai
di Corso Sempione e il contestuale trasferimento nel quartiere di Portello. Ma
se al Portello non viene realizzato nulla, evidentemente non può essere venduto
lo stabile al Sempione e allora l’operazione va vista anche sotto il profilo
finanziario. Non è una bazzecola”.
Poniamo infine una domanda alla quale non riusciamo a trovare
risposta: perché un consigliere a caso (scegliete voi, meglio tra quelli di
“opposizione”) non si indigna, non si fa girare le scatole quando legge
un’intervista a Rossi come quella di ieri, non si “irrita”, non batte i pugni
sul tavolo, non protesta, non si preoccupa di approfondire, di verificare
ovvero di esercitare il suo diritto/dovere di “indirizzo, vigilanza e
controllo” come peraltro previsto semplicemente dal Codice Civile?
Notizie in breve.
Interessantissimo articolo su La Stampa a firma Ilario Lombardo
con il titolo “Renzi – Franceschini: idea nuovo partito”. C’è tanta
voglia di “centro” di “moderati”, di alternativa alla destra del PD e tutto il ragionamento
si colloca in un arco temporale significativo: il 2027. Guarda caso è lo stesso
anno del rinnovo della Concessione Rai e della scadenza del Contratto di
Servizio. Ottima materia da campagna elettorale.
Notizie dalla BBC: “Altre 300.000 famiglie hanno smesso
di pagare il canone …Mentre l'emittente continua a contrastare l'ascesa di
YouTube e dei servizi di streaming che hanno suddiviso il pubblico su numerose
piattaforme, il suo rapporto annuale ha rivelato che alla fine dell'anno erano
in vigore 23,8 milioni di licenze, in calo rispetto ai 24,1 milioni del
2023-24. Il calo si traduce in una perdita di circa 50 milioni di sterline di
fatturato per l'azienda” (The Guardian).
Questa settimana si potrebbe concludere la trattativa tra
Rai e Comune di Sanremo. Obiettivo è chiudere entro al fine di luglio. Ci sono
ostacoli sulle “manifestazioni collaterali” richieste dal Comune e che Rai invece
non ha alcuna intenzione di riprendere.
Questa settimana ci dovrebbe essere il secondo appuntamento
sul “tavolo di lavoro” dell’opposizione per la stesura di un testo di riforma Rai
condiviso. Tutto da capire da dove si inizia e dove si va a parare: i temi
canone e modello di governance sono centrali e dirimenti e le idee non sono tutte
convergenti.
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