mercoledì 29 ottobre 2025

La RAI a Palazzo Chigi: gente che va ... gente che viene

By Bloggorai ©

È cosa buona e giusta che l’AD Rai, Giampaolo Rossi, ieri sia andato alla Camera per “una serie di incontri istituzionali”? è cosa buona e giusta che, “secondo fonti bene informate”, gli argomenti trattati (con chi?) siano stati la riforma Rai, l’EMFA e la manovra? È cosa buona e giusta che questi incontri siano avvenuti, sembra, da solo ovvero almeno senza il presidente pro tempore Marano o financo del DG Sergio? È cosa buona e giusta che Rossi voglia affrontare questi temi che, si suppone, possono certo appartenere alla sua sfera di interesse forse strettamente personale ma che non appartengono alla sua sfera di intervento istituzionale? Se non andiamo errati, finora non è stato mai audito in Vigilanza Rai. È vero o no che è la “politica” a decidere quale possa essere il futuro della prossima Rai che verrà disegnata con la riforma? È vero o no che l’EMFA (European Media Freedom Act) è attualmente in vigore e deve (doveva) essere solo applicato? Per quanto riguarda invece la “manovra” francamente si fatica a capire quale possa essere il suo interesse. Forse il canone, del quale peraltro finora non si è parlato? Teme qualcosa?  

In buona sostanza: perché Rossi è andato a fare questi “incontri istituzionali”? Nota bene, la direttrice delle Relazioni Istituzionali Rai, Angela Mariella (ritenuta in “quota” Lega) ha lasciato da poco l’incarico per andare a sostituire quello di Monica Maggioni. Una “manovra” interna che, ci dicono, molto sospetta e chiaccherata del genere “grande inciucio” e con “grande” intendiamo proprio “grande”. 

Abbiamo chiesto in giro e la risposta è stata pressoché unanime: la lotta interna tra i tre personaggi in cerca di autore, Rossi, Sergio e Marano, è destinata a farsi sempre più aspra ognuno per se e Dio per tutti. Dunque, in buona sostanza, Rossi, secondo autorevoli interpretazioni, sarebbe andato a “capire” l’aria che tira per se stesso (in vista di qualcosa di nuovo) e/o per l’Azienda che dirige. Ma, come è già avvenuto in passato, ci sarebbero stati mille altri modi per farlo e non è necessario “farsi vedere” alla Camera e dintorni quando basta telefonare oppure incontrarsi in luoghi meno trafficati da occhi indiscreti. Evidentemente, era necessario proprio “farsi vedere” e farlo sapere.

Del resto, appunto, la tradizione di DG e AD che vanno e vengono da Palazzo Chigi è lunga e consolidata. A gennaio 2017 Antonio Campo Dall’Orto si reca a Palazzo Chigi dove era stato da poco nominato il fedelissimo renziano e gentiloniano Nino Rizzo Nervo (Messaggero https://www.ilmessaggero.it/primopiano/politica/gentiloni_sceglie_rizzo_nervo_controllare_la_rai-2227849.html ). Ad agosto dello stesso anno verrà nominato DG in successione a Luigi Gubitosi (con la Maggioni nominata presidente). Poi arriva Fabrizio Salini, il primo AD nominato con la Legge Renzi. A giugno 2020 su Repubblica.it si legge di “ …un incontro che si sarebbe tenuto ieri tra il premier Giuseppe Conte e l'amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini scatenano le critiche di Pd e Italia Viva. Il colloquio infatti sarebbe stato anche l'occasione per avviare un confronto sulla riforma della governance nell'ambito del quale si è discussa l'ipotesi di ampliare la durata del mandato dei vertici della tv pubblica” vedi  https://www.repubblica.it/politica/2020/06/27/news/rai_pd_italia_viva_contro_conte-salini-260342746/ . arriva poi il turno di Carlo Fuortes che, per non essere da meno, a marzo 2023 incontra la Meloni (vedi https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/03/07/fuortes-a-rapporto-a-palazzo-chigi-rai-commissariata/7087834/ ). Dopo di lui arriva Roberto Sergio e il 19 settembre 2024 sul Fatto si legge “Sergio a Chigi: punta a essere il nuovo dg” (vedi  https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/09/19/sergio-a-chigi-punta-a-essere-il-nuovo-dg/7699161/ ).

È cosa buona e giusta che l’AD Rai possa avere “incontri istituzionali” sul futuro del Servizio Pubblico? Forse anche si, visto poi che da un po’ di tempo a questa parte nessuno sembra occuparsene più e pure quando alcuni, l'opposizione, se ne sono occupati era quasi meglio che non lo avessero fatto visto quello che sono stati capaci di proporre con gli emendamenti.

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