lunedì 6 ottobre 2025

SPECIALE: la televisione, le piazze piene e le urne vuote

By Bloggorai ©

Nei giorni scorsi la televisione ha riversato nelle case degli italiani immagini di centinaia di migliaia di persone che per quattro giorni consecutivi, con pochissimo preavviso, sono scese nelle piazze di tutta Italia in modo pacifico, forte e determinato per esprimere un profondo senso di solidarietà, democrazia e giustizia. 

Non era quasi mai avvenuto in Italia un “fenomeno” del genere. Per trovare qualcosa di simile bisogna tornare alle grandi manifestazioni dei metalmeccanici del ’69 e del ’73 o alla manifestazione della CGIL di Cofferati del 2002 per la difesa dell’Art.18 dello Statuto dei lavoratori quando scesero in piazza a Roma oltre 3 milioni di persone.

Come la televisione ha rappresentato e documentato questo “fenomeno” è una domanda rilevante e l’altra invece è come questo fenomeno si traduce in termini politici.

Per quanto riguarda la prima domanda, per cercare una risposta occorre un lavoro notevole che Bloggorai non è in grado di fare. Sarebbe necessario confrontare linguaggi, titoli, durata, posizionamento delle notizie e modello “narrativo” dei vari Tg, “speciali” ed altro tipo di trasmissione (vedi Vespa che proprio domani sera, 7 ottobre, ospiterà due volte il capo del Governo Giorgia Meloni mentre è stato rinviato a data da destinarsi la prevista trasmissione del film premio Oscar No Man’s Land).

Possiamo invece provare a riflettere sulla seconda: cosa significano le piazze piene dei giorni scorsi e quanta possibilità hanno di trasformarsi in consenso politico e, di conseguenza, elettorale?

Allora e ancora oggi si ripete e si pone il problema: quelle  manifestazioni di quegli anni passati si sono poi tradotte in voti? Quei voti hanno cambiato il senso, la direzione politica del Paese? Come e perché siamo giunto ad un Governo di destra? Come è stato possibile che siamo passati da una corposa adesione elettorale di “sinistra” ad una di segno opposto e ci troviamo il Governo Meloni? Dove e come abbiamo sbagliato? Riportando e aggiornando la domanda ai giorni nostri: quello che è successo dopo l’assalto piratesco da parte di Israele alla Flottilla e il vasto consenso a sostegno dei diritti del Popolo Palestinese emerso nelle piazze d’Italia, potrà avere forma e sostanza politica? La domanda forse retorica e banale ma essenziale è antica: “piazze piene e urne vuote” come ebbe a dire Pietro Nenni (PCI) nel lontano 1948.

Ieri il primo a riprendere ed aggiornare la questione è stato Giuseppe De Rita con una intervista rilasciata a La Stampa. Leggiamo alcuni stralci: “… ci sono milioni di persone in piazza ma non si capisce perché. Dichiarano di manifestare per Gaza ma che cos'è Gaza? È un sentimento collettivo? Un'indignazione collettiva? Una paura collettiva? Un conflitto collettivo? … L'incertezza non è capire chi siano le persone scese in piazza ma chi potrà gestire quest'onda di sentimenti per portarla non si sa bene dove … Ogni generazione ha il suo destino e questo è ancora tutto da scrivere”.  

Se era possibile nei giorni scorsi intravvedere la generazione che sostiene la causa palestinese, questa appare prevalentemente “giovane” ovvero quella stessa che non guarda più la televisione e, men che meno, quella della Rai, del Servizio Pubblico. Tutti lo sanno ma nessuno si chiede perché.

Oggi ha ripreso il tema Luciano Violante con un articolo sul Corriere titolato con, appunto, la domanda centrale “Le urne vuote e le piazze piene”. Sono da poco usciti i dati sulle elezioni in Calabria: hanno votato poco più del 42% degli aventi diritto (nelle Marche ha votato il 50,1%) confermando la tendenza nazionale: gli italiani alle urne ci vanno sempre meno. Leggiamo passaggi di Violante: “Le organizzazioni politiche … non sono capaci di mettere in campo valori, futuro, speranza, cose per le quali vale la pena mobilitarsi, di dedicare tempo, di impegnarsi e lottare. Se questo accade, è normale rifiutarsi di scegliere” e conclude “Quando la preoccupazione è solo quella di prendere un voto in più e non ci si preoccupa di scuotere coscienze e di suscitare speranze l'onore spetta solo a chi ha sentito la contorsione delle viscere”. E le persone che sono scese in piazza, che hanno manifestato nei giorni scorsi hanno sentito la “contorsione delle viscere”, hanno espresso più sentimento che ragione, meno calcolo politico e più passione, ovvero tutto ciò che forse la “politica” fatica ad intercettare, a tradurre in consenso e poi in voto e infine in governo. Non è sufficiente sventolare una bandiera palestinese per conquistare un voto.

L’impressione (in quanto tale fallace e relativa) che Bloggorai ha avuto in questi giorni dove ha partecipato a tutte le manifestazioni è che chi ha aderito ed è sceso in piazza solidale con i palestinesi (la maggioranza giovani, i più determinati) non si riconosce pienamente negli stessi partiti che pure hanno aderito e sostenuto la Flottilla e i principi di solidarietà, giustizia e democrazia. Abbiamo avvertito un certo senso, sordo e sottotraccia, di relativa distanza dai partiti come a dire: “vi siete svegliati solo ora mentre sono anni, decenni che i palestinesi sono ostaggio di Israele, vittime di soprusi e ingiustizie e solo davanti a 70 mila morti civili solo a Gaza vi indignate”. Forse questo pensiero è estremo ma riflette buona parte di una sensazione (pure questa in quanto tale fallace e relativa) diffusa tra chi era in piazza nei giorni scorsi.

Lo stesso corpo elettorale nazionale che pure nei sondaggi sembra essere dalla parte “giusta della storia” con il sostegno alla Palestina non corrisponde ai numeri del governo politico del Paese: anche a destra molti non sopportano più le immagini del genocidio in corso e dicono basta.

La domanda che molti si ponevano e che tutt’ora è doveroso porsi è se è stato fatto tutto ciò che si doveva e si doveva fare per opporsi al genocidio che, ribadiamo, non è iniziato il 7 ottobre. L’uso di questo stesso termine, fino a non molto tempo addietro, anche in una certa “sinistra” si faceva fatica a pronunciare.

Rimangono sempre molte domande ma poche le risposte.

bloggorai@gmail.com

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