Due anni fa, il 7 ottobre, è stato scritto un altro capitolo
tragico, drammatico, sul conflitto tra Palestina e Israele. Due anni fa è stato
scritto il capitolo della strage di 1200 civili innocenti compiuti da Hamas. Due
anni fa è stato scritto un nuovo capitolo di una lunga storia che non è
iniziata quel giorno.
Come spesso succede, la memoria collettiva prende la forma
di un elastico che si allunga o si accorcia a seconda delle convenienze. Ci siamo
chiesti spesso perché non viene ricordato con pari attenzione quel capitolo di
questa stessa storia che è stato il massacro di Sabra e Chatila avvenuto a
Beirut dal 16 al 18 settembre 1982 quando circa 3000 palestinesi vennero trucidati
dalle truppe cristiano-falangiste- maronite “…con l’assenso tacito
dell’esercito israeliano che stazionava fuori dei campi” (Treccani).
Per aiutare a ricordare bene: vedi un breve video del Corriere a firma Paolo Mieli https://video.corriere.it/esteri/israele-paolo-mieli/massacro-sabra-shatila-1982/753621f2-6cfc-11ee-8916-b147ab1385f6 , e una nota di Rai Cultura dove si legge “Periferia di Beirut. Uomini delle milizie cristiano-falangiste entrano nei campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila per vendicare l'assassinio del loro neoeletto presidente Bashir Gemayel.
Inizia un massacro della popolazione palestinese che durerà due giorni. Con gli israeliani, installati a 200 metri da Shatila, a creare una cinta intorno ai campi e a fornire i mezzi necessari all'operazione. Il bilancio, secondo stime difficilmente verificabili, sarà di circa 3.000 vittime. Una grande manifestazione di protesta in Israele porta alla creazione di una commissione d’inchiesta che attribuisce ad Ariel Sharon la responsabilità del massacro, costringendolo a dimettersi da ministro della difesa.
Il 16 dicembre dello stesso anno l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel condannare nel modo più assoluto il massacro, conclude “che il massacro è stato un atto di genocidio”.
Già allora si scriveva di “genocidio”
poi rimasto impunito e dimenticato. Purtroppo, allora, non c’era la televisione
a documentare, a raccontare con le immagini quanto era successo.
Come la Rai ricorda questa giornata del 7 ottobre 2023? Nientepopodimenoche con Giorgia Meloni che sarà una e bina: stasera prima da Bruno Vespa dopo il Tg1 delle 20 e dopo da Bruno Vespa a Porta a porta.
In altre parole, oggi la Rai ricorda il 7 ottobre
attraverso le parole di questo governo che fatica a pronunciare la parola “genocidio”,
lo stesso governo che compra e vende tecnologie militari ad Israele (da ben prima
del 7 ottobre) come ha riportato la trasmissione Presa Diretta andata in onda su
Rai Tre di domenica scorsa, lo stesso governo che non vuole riconoscere il diritto
alla creazione di uno Stato di Palestina come invece ha già fatto la comunità
internazionale. Questa stessa Rai, a seguito di una “telefonata politica” di origine
sconosciuta, come ha riportato il Fatto, ha deciso di annullare la messa in onda
del film Premio Oscar No Man’s Land previsto questa sera su Rai Tre.

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