“Io credo che le sole cose sicure in questo mondo siano le coincidenze”
Leonardo Sciascia
Sembra utile riprendere questa citazione che già nei giorni
scorsi abbiamo utilizzato in occasione dell’attentato politico a Ranucci. È solo
per una particolare coincidenza che mentre si conclude l’iter parlamentare in
attesa del referendum per la riforma della giustizia ora si aprirà il nuovo capitolo
sulla riforma della Rai.
È tutto già scritto, è tutto già noto, è tutto già dibattuto
ed “approvato”. Da tanto tempo si avverte nell’aria qualcosa di “sinistro”
ovvero di “destro” ovvero di “ultra destro”. Questo “qualcosa” talvolta si
palesa in forme nuove ma è sostanzialmente un “qualcosa” da tempo presente nella
storia di questo Paese.
Questo “qualcosa” l’altro ieri ha preso forma tangibile,
sostanziale, nell’esultanza che i partiti di Governo hanno manifestato con il voto
Senato sulla Riforma sulla giustizia culminata l’immagine di Silvio Berlusconi
in un flash mob a Piazza Navona.
Intendiamoci bene: è un argomento molto complesso che
richiede attenzione e studio e non è facile cavarsela semplicemente. Fatto sta
che questo tema proprio in questi giorni, più che nel recente passato, ci ha
riportato alla memoria una storia lontana, che spesso e volentieri viene
dimenticata con leggerezza: il “Piano di Rinascita Democratica” della P2 ormai
datato luglio 1981 e rinvenuto nella casa della figlia del Venerabile Licio
Gelli e successivamente reso pubblico dalla Commissione Parlamentare
appositamente costituita.
Merita essere riportata una frase di Gelli in una intervista rilasciata Concita de Gregorio di Repubblica nel settembre 2003: “Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse si, dovrei avere i diritti d'autore. La giustizia, la tv, l'ordine pubblico. Ho scritto tutto trent'anni fa. Tutto nel piano di Rinascita, che preveggenza” e aggiunge “Ha visto il progetto di riordino del sistema televisivo? "Si è, buono". E la riforma della giustizia? "Ho sentito che quel Cordova ha detto: ma questo è il piano di Gelli. E dunque?”. Cosa proponeva, in sintesi il Piano P2? Tante cose e, tra queste, proprio esattamente “… separare le carriere requirente e giudicante …” ovvero esattamente il cuore della riforma approvata ieri al Senato e che ora dovrà essere sottoposta al vaglio referendario e, contestualmente, un altro punto centrale “La Rai-Tv va dimenticata” (pag. 1 del testo originale sequestrato alla figlia di Gelli https://www.archivioantimafia.org/p2/piano_rinascita_democratica.pdf ).
Poco tempo dopo quell’intervista si palesa dentro la Rai la famigerata
Struttura Delta: da rileggere “Struttura Delta? No, loggia P2” a firma Beppe
Giulietti di luglio 2011 (https://www.ilfattoquotidiano.it/2011/07/04/struttura-delta-no-loggia-p2/139651/
). Ci eravamo già chiesti, pochi mesi addietro, cosa è rimasto o quali nuove
forme ha assunto quella “Stuttura Delta”, in quali meandri si è camuffata
dentro la Rai e come sta attivamente contribuendo a “picconarla” pezzo a pezzo,
giorno dopo giorno. L’uso del verbo “picconare” non è casuale.
Già, Gelli non solo preveggente ma anche lungimirante:
difficile immaginare allora che uno dei punti cardine del Piano, appunto la riforma
della giustizia, venisse realizzata a sua immagine e somiglianza. Per chi fosse
interessato a fare una spunta e segnare con un “fatto!!!” e verificare tutto
ciò che era previsto, quanto è stato realizzato e quanto si potrà ancora
realizzare nel Piano può rileggere il dettagliato articolo di Marco Travaglio
pubblicato sul Fatto nel luglio 2010: https://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/08/il-piano-di-rinascita-democratica-della-p2-con-i-commenti-di-marco-travaglio/38133/
.
Non a caso abbiamo riportato la frase di Gelli sul riordino
del sistema televisivo. Come ben sapete, per singolare combinazione, proprio in
questi giorni è in corso il dibattito (ristretto solo in Commissione VIII del Senato
e prossimo ad andare in Aula) sulla riforma della governance Rai tutto incentrato
sulla bozza/sintesi avanzata dai partii di Governo (di quelli dell’opposizione
ne abbiamo parlato a lungo e non meritano altra attenzione per quanto li riteniamo
immeritevoli di alcuna nota). Come abbiamo già scritto, sarà un passaggio fondamentale
per il futuro del Servizio Pubblico in grado di incidere non poco sugli
equilibri democratici del Paese. Eppure, ciononostante, si avverte la stessa
sensazione che abbiamo scritto all’inizio del post: si avverte nell’aria non solo
qualcosa di “destro” ma anche di una “sinistra” che sul fronte Rai sembra aver
abdicato, rinunciato, abbandonato sostanzialmente il terreno di battaglia. La riforma
della Rai ne è una controprova: emendamenti improponibili e insostenibili.
“Riforma della Giustizia, riforma della Rai, presidenzialismo
… dai che ci siamo” qualcuno potrebbe iniziare a stappare bottiglie di prosecco.
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