I lettori di Bloggorai non perdono un colpo, non perdonano e hanno memoria di ferro. Ieri, non abbiamo fatto in tempo a lanciare il Post che nel breve giro di pochi minuti ci hanno segnalato due acutissime osservazioni. La prima: tra i tanti nomi segnalati mancava uno di assoluto rilievo e spessore. Si tratta nientepopodimenoche di Monica Maggioni, già presidente Rai e attuale direttrice del Tg1. D’un tratto la memoria corre lungo i suoi trascorsi, e, tra questi, ci è stato segnalato un suo impegno di non poco conto per quanto possa valere e in grado di essere al centro di importanti scelte strategiche. Parliamo della sua appartenenza (giugno 2022) come “European Deputy Chairman” al pari di due personaggi non meno noti, Enrico Letta e Mario Monti che figurano però come “European Honorary Chairman” in una certa associazione meglio nota come “The Trilateral Commission Gruppo Italiano”. Fate molta attenzione a non confondere il Letta. Leggete chi vi fa parte e poi capirete meglio di cosa si tratta: http://www.trilaterale.it/Elenco_Soci_TC_Gruppo_Italiano_Maggio_2022.pdf . Nulla di male, ci mancherebbe, anzi … quando qualcuno si riunisce e incontra per pensare e dibattere sul futuro del Paese, dell’Europa e del Mondo è tutta salute. Prendiamo nota.
La seconda segnalazione si riferisce alla foto di cui abbiamo parlato e di uno dei personaggi che vi compaiono: Mario Orfeo. Ieri abbiamo riferito che sia “percepito” in quota PD ma ci segnalano, appunto, che non sia del tutto opportuna questa sua segnalazione men che meno proprio in questa stagione politica e, segnatamente, forse pure in queste ore. Un brevissimo cenno sulla sua storia politica: Prima Comunicazione, il 6 settembre 2017 titola “Mario Orfeo il nuovo campione di Matteo Renzi alla Rai. Ha mano felpata ma anche volontà e determinazione feroci. Dietro ai modi amicali da cazzaro del Vomero nasconde una capacità di lavoro e di resistenza alla fatica non comuni” a proposito di quando venne preferito a Nino Rizzo Nervo, candidato di Gentiloni (vedi quanto ha scritto Aldo Fontanarosa in quei giorni “Rai, sull'ipotesi Orfeo è braccio di ferro tra Renzi e Gentiloni”. Sull’argomento la rassegna stampa è copiosa e non lascia adito a dubbi sulla caratura del personaggio. Ovviamente la domanda posta ieri è valida ancora oggi: quanto “pesano” o sono in grado di “influenzare” gli indirizzi, le scelte che l’Azienda compie e dovrà compiere prossimamente? Non esiste una bilancia in grado di fornire un numero esatto. Entriamo nel campo delle impressioni, della suggestioni e delle supposizioni dove tutto e il contrario di tutto è sempre possibile.
Entriamo ora, sempre pure sommariamente vista la nostra nota idiosincrasia per numeri, nel mondo delle certezze relative, quello dove 2+2 dovrebbe fare 4. Parliamo brevemente di calcio, di ascolti, di bilancio e di pubblicità. Nei giorni scorsi l’Ufficio stampa Rai ha rilasciato un comunicato carico di enfasi e soddisfazione per i risultati di ascolto dai Mondiali di Calcio. A parte la progressiva e inesorabile perdita di ascoltatori del Tg1 (che non sono proprio spiccioli) la domanda è capire se questi ascolti si trasformano in Euro. La risposta, almeno per ora, sembra essere negativa. Lo scorso 22 novembre il Sole ha pubblicato un articolo con il titolo “Mondiali, Rai punta a +10% di ascolti. L’incognita della raccolta pubblicitaria” dove si legge quanto potrebbe essere in divenire: tanti telespettatori in più non si trasformano automaticamente in maggiore introiti pubblicitari per diversi motivi che i Centri Media hanno individuato da tempo: collocazione in palinsesto, target, pianificazione etc. Un nostro lettore aggiunge una nota e pone un interrogativo: Mediaset ci guadagna o meno da questo evento in esclusiva sulla Rai? Ieri sera, tanto per capirci, su Canale 5 + andato in onda Zelig: fritto misto di magazzino. In soldoni: Mediaset non impiega risorse per fare contro programmazione, realizzando cospicui risparmi pur mantenendo sempre il suo “zoccolo duro” di telespettatori”. Tradotto in altri termini: con i Mondiali la Rai si è dissanguata e il suo concorrente si è irrobustito. Come ha detto Fuortes “…mandare in onda queste partite rientra senz’altro tra i compiti del servizio pubblico”. Come dargli torto. Altra storia è il “pareggio di bilancio” teoria a lui tanto cara. La Rai non deve distribuire utili agli azionisti: deve solo svolgere i compiti che gli sono assegnati dalla Concessione e dal Contratto di servizio dove, in cambio, percepisce un canone.
Questo semplice pensiero, però non sempre sembra del tutto chiaro.
Ultima nota: ci siamo ripresi la briga di confrontare i dati Standard Auditel Digitale e abbiamo messo a confronto la settimana del 21/27 novembre 2021 e quella del 20/26 novembre 2022. Ci sono numeri che non tornano sulla narrazione corrente di Rai Play: questa una tabella riassuntiva di LS (Legitimate Streams,ovvero la misura il volume di stream erogati e visti di un contenuto editoriale e pubblicitario (pre-roll, mid-roll, post-roll) per almeno 0,3 secondi da ciascun device), TTS (Total Time Spent ovvero la somma del tempo che ciascun Individuo o Famiglia ha dedicato a guardare determinati contenuti editoriali e pubblicitari, all’interno delle specifiche della Richiesta dell’Utente) e ASD (Average Stream Duration che misura il tempo medio di visione del singolo Legitimate Stream). Quest’ultimo dato è significativo: per Mediaset aumenta di un punto percentuale il tempo speso dal singolo utente e diminuisce di 4 punti per Rai.
Da approfondire.
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