giovedì 29 dicembre 2022

I Giganti e i nani del Servizio Pubblico


Nani e giganti. La storia della televisione italiana è costellata di questi personaggi. Ieri ci ha lasciato Carlo Fuscagni, un gigante della Rai. Sono rientrato a Viale Mazzini nel 1991 e lui era direttore di Rai Uno e venni subito catapultato nelle grandi produzioni della rete. Ci siamo incontrati pure per un fatto esterno alla Rai: da poco avevo preso la residenza in Umbria e, nonostante mi sento orgogliosamente romano, ero pure onorato di appartenere a questa gente dai modi fermi, forti, cortesi e pacati. È stato promotore dell’Associazione Umbri a Roma e giocoforza, mi sono coinvolto. E, per ultimo, ci siamo ritrovati vicini di quartiere, dove spesso ci si incontrava in piazza. 

Ma di lui parleranno bene e meglio di me coloro che ci hanno lavorato e vissuto professionalmente insieme. Il solo pensiero che mi viene in mente è che Fuscagni ha fatto parte di una generazione di Giganti ai quali però va addebitata una grande responsabilità storica. Lo abbiamo detto a lui ed altri suoi coetanei (un gruppetto li incontro talvolta nel mio “ufficio” sotto casa dove si vedono per un caffè) e lo abbiamo scritto tante volte anche su Bloggorai: i Giganti buoni non hanno lasciato eredità, non hanno fatto crescere e maturare coloro che sarebbero dovuti arrivare dopo di loro, non hanno progettato il futuro dell’Azienda, non hanno fatto maturare un cultura dirigente credibile, forte e autorevole.  Ricordate la figura dei “programmisti registi” di rete? Esattamente in quegli anni hanno cominciato ad estinguersi come i dinosauri. Ne ricordo benissimo una che, disperata, ogni giorno si rifugiava in Biblioteca di Viale Mazzini pur di non perdere la sua dignità culturale e professionale. Possibile mai che nessuno, nessuno, si si mai preso la briga di capire, comprendere, analizzare il perché e il percome siamo giunti a questo punto? Possibile mai che nessuno si sia mai preso la responsabilità di dire semplicemente “HO SBAGLIATO” in modo forte e chiaro? Magari pure "abbiamo"

Gli “anni d’oro” di Fuscagni erano quelli del duopolio DC-PSI che poi aprì, spalanco le porte, prima ai Professori e poi alla Moratti e via trotterellando, per arrivare ai vari Celli ed epigoni DG di varia natura e somiglianza. L’ultimo dei Mohicani del Servizio Pubblico fu Franco Iseppi che, non a caso, venne “esiliato” al Giubileo dove non avrebbe potuto altro che fare bene quello che ha fatto. Dopo di che è iniziato il lento e inesorabile declino dove una delle pietre di fondamento era il principio dell'esternalizzazione e su quella pietra si è costruito l’impero degli agenti e delle società di produzione esterna che ci hanno condotto ai giorni nostri. Lo smantellamento dell'Azienda è iniziato così e nessuno poi lo ha arrestato.

Quelli che lo hanno seguito e che da anni si attovagliano dentro e fuori la RAI sono nani, politicanti e affaristi di mezza tacca. Alcuni ex con il solo pensiero di ottenere un lauto contratto di collaborazione anche una volta usciti dall’Azienda incapaci di progettare, di avere visioni. Altri, ancora in sevizio, animati solo dal far sapere che appartengono ad una “quota” di partito quale che sia, tanto primo o poi torna sempre comoda. Altri ancora, nei partiti, distratti e confusi, sempre pronti a vendersi un pezzo di Rai per opportunità e convenienza. Dai tanti nani che oggi abitano a Viale Mazzini, quali tra loro potrà avere la possibilità di essere ricordato in qualche modo oltre le loro piccole e povere cose?

Grazie Carlo

bloggorai@gmail.com  


 

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