martedì 24 giugno 2025

RAI: il cavallo e il suo Profeta

by Bloggorai ©

“Seguimo Aquilante; lui conosce la via della fuga!”. Il “malo caballo”, ad un certo punto è invitato ad andare “ ... allo Monasterio, ratto come lo fulmine” (Brancaleone alle Crociate, 1966)

“… dopo di aver congegnato, cancellato e rifiutato, disfatto e tornato a rifare molti nomi nella sua mente ed immaginazione, in ultimo finì col chiamarlo Ronzinante: nome, a parer suo, alto, sonoro, che stava a significare quel che era stato da ronzino, rispetto a quello che era ora, che era, cioè, «innante o avanti» e il primo di tutti i ronzini del mondo”. (Cervantes, Don Chisciotte)

È il destino di un animale forte e fiero quello di rappresentare il destino del loro padrone. Chi è il “proprietario” del Cavallo di Viale Mazzini? Teoricamente la risposta è semplice: i cittadini ovvero i telespettatori. Gli uni e gli altri, progressivamente e inarrestabilmente, lo stanno abbandonando più di quanto già lo hanno abbandonato la politica.

Lo notizia importante di oggi la riporta il Sole 24 ore a firma Andra Biondi con il titolo “La Tv rallenta insidiata dai social. Tengono news e on demand” dove si legge che “… lo spettatore se ne va, lentamente ma inesorabilmente. Per la televisione italiana che ha chiuso i battenti della stagione 2024- 2025 (dal 15 settembre al 31 maggio) il bilancio mostra sia una parte vuota sia una parte piena del bicchiere. Riguardo a quest'ultima: chi si aspettava un crollo non è stato accontentato. Quanto alla parte vuota del bicchiere però i dati Auditel elaborati dallo Studio Frasi lasciano poco spazio a dubbi: si guarda meno la Tv. O meglio, si guarda meno la televisione lineare in tempo reale”. Attenzione alle date: i dati pubblicati oggi si riferiscono correttamente alla stagione Auditel che inizia, appunto il 15 settembre, e non il primo gennaio come a qualcuno in Rai piace credere.

Con questo dato certo, granitico e immutabile, occorre fare i conti. E sono conti che riguardano le casse, le risorse economiche, ma sono anche conti che riguardano la qualità dell’offerta editoriale. In entrambi i settori mancano i “ragionieri”, quelli che sanno dove mettere le mani su come gestire correttamente i soldi pubblici, il bene comune, e quelli in grado di inventare una Tv di qualità senza dover ricorrere agli ormai prepotenti e preponderanti soggetti esterni, case di produzione e agenti artistici. Hanno premiato "Belve" come trasmissione dell'anno e nessuno ha fiatato. Su questo specifico aspetto, non c’è nulla da fare: tutti tacciono, storditi e afoni e semmai dicono qualcosa gli succede pure di plaudire al "successo" di" cuoricini cuoricini". Per quanto riguarda i conti economici, sono anni che per la Corte dei Conti “… permane la necessità di misure organizzative e gestionali volte all’eliminazione di inefficienze e diseconomie” che nessuno si è poi preoccupato di verificare la corretta applicazione.

Andiamo avanti, ovvero indietro. Ieri abbiamo letto una dichiarazione sui “suoi canali social” della Presidente della Vigilanza, Barbara Floridia: “Sento il dovere di esprimere forte preoccupazione per alcune scelte editoriali e gestionali che rischiano di minare la credibilità del Servizio Pubblico”. Merita breve nota a margine: A si accorge solo oggi di “alcune” scelte editoriali Rai? B evidentemente gli è cascata la penna con la quale avrebbe voluto scrivere a Mattarella per protestare sullo stato in cui versa l’organo parlamentare che presiede, ormai inutile orpello in ostaggio della maggioranza di Governo. Chi aspetta a dimettersi o almeno provare, minacciare di farlo?  

Andiamo ancora avanti, ovvero molto indietro. Torniamo al 2 gennaio, quando a Piazza Navona Nanni Moretti fulminava il suo partito (Massimo D’Alema) con l’anatema “Con questi dirigenti non vinceremo mai”. Rimaniamo nell’orticello della “questione Rai”: con i soliti quattro (e basta) non solo non vinceremo mai ma si potrà garantire la sopravvivenza di “TeleMeloni” per molti anni a venire.

Tanto per capirci bene: nei prossimi giorni è previsto un incontro promosso da AVS sul tema “Le nuove ragioni della Rai nella transizione digitale”. A nostro modestissimo parere si tratta di una iniziativa autoreferenziale, irrilevante, inutile. Autoreferenziale perché è promossa dal partito AVS, si rivolge al partito AVS e vi dibattono i militanti (e i nominati) AVS. E se poi invitano un esterno, uno a caso, capita pure che si tratta di uno noto “amico” del Servizio Pubblico, ovvero uno che non ha mai mancato occasione di avversarlo (provate ad indovinare di chi si tratta). Si tratta poi di una iniziativa irrilevante, nel senso che per quanto noto e per quanto ne sappiamo e salvo sorprese, non pone nessun nuovo e significativo rilievo rispetto a quanto noto sulle emergenze Rai. Nella loro locandina la parola “riforma” non compare proprio, declassata a semplice “nuova governance” e ne parlerà il loro parlamentare firmatario della proposta di legge 828, datata luglio 2023, dove il MFA non era nemmeno immaginato all'orizzonte (eppure all'incontro vi partecipa chi avrebbe dovuto saperlo per tempo). Ci saranno soprese last minute? Infine, si tratta di una iniziativa inutile nel senso che non porta nessuna utilità oggi sul fronte delle incombenze specifiche della Rai (esempio Rai Way di cui pure si vorrebbe parlare) sia di quelle politiche generali. È noto che da tempo si vorrebbe istituire un “tavolo di lavoro” per cercare di concordare una proposta di riforma comune buona per tutta l’opposizione e invece AVS che ti combina? Ti apparecchia quasi sottobanco la “loro” iniziativa. Per saperne qualcosa abbiamo dovuto scomodare amici, parenti e conoscenti che non sapevano quasi nulla fino a pochi giorni addietro. 

Auguri … andiamo avanti così, non ci facciamo mancare una sana boccata di rinfrescante pessimismo.

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lunedì 23 giugno 2025

2029: altra RAI, altro Cavallo e altre corse

by Bloggorai ©

La lingua batte dove il dente duole. Ieri, come succede da tanti anni quando la domenica non siamo al Circolo Trattoristi della Bassa Val Tiberina a prendere il caffè, alle prime luci dell’alba, con il fresco, ci rechiamo al mercato di Porta Portese. Un luogo fondamentale di incontri e di percezioni di quanto succede nel mondo. Tra una battuta e l’altra, si avverte seppure sommariamente cosa dice la “gente”. Rivedete questa brevissima e illuminante clip con Tina Pica e Vittorio De Sica: https://www.youtube.com/watch?v=r0UMVMKQox4 .

Ad un certo punto, mentre stavo per andare via, incontro un mio caro e antico ex collega Rai, che mi dice: “Vieni, vieni, ti devo far vedere una cosa!” e mi porta verso un banchetto dove, tra le tante cose, c’era una basetta di marmo con una riproduzione bidimensionale del Cavallo forse in argento. Il venditore mi chiede 30 euro e alla fine, dopo una brevissima trattativa come d’obbligo, me la vende a 15. Va bene. Ma non finisce qui. Faccio pochi metri e incontro un altro ex collega che non vedevo da tanti anni. Che fai, che non fai e, giocoforza, finiamo a parlare dei tempi “gloriosi” passati in “una Rai che ora non c’è più”. Già, questo un ritornello comune e diffuso, sia tra chi era dentro sia tra chi era fuori: quella Rai, quel Servizio Pubblico bene che vada oggi è talmente diverso da allora da poter dire con quasi assoluta certezza che “Non è più la Rai di una volta”. E allora, tra una nostalgia e l’altra, gli faccio vedere l’acquisto: “Ahhh si certo, ricordo bene … di quegli oggetti ne ho visto scatoloni pieni nei sotterranei di Viale Mazzini, poi, mi sembra che hanno portato via tutto in un capannone di Pomezia dopo che ci fu una specie di scandalo”. Già. Uno dei piccoli e tanti scandali che nessuno mai ricorderà più.

Nei giorni scorsi, dovendo andare in zona Prati, averi potuto fare diverse strade ma, alla fine, ho scelto di passare di fronte al Palazzo. In quel momento il grande cancello era aperto e alcune persone stavano caricando “masserizie” su un camion. Nello stesso istante, due persone, forse turisti, si affacciavano su un lato per fotografare il cavallo di Messina. Cavallo “morente” o “rampante” ovvero sull’orlo di stramazzare al suolo esausto e ferito oppure pronto a destarsi in piedi e riprendere a galoppare? Eterno dilemma che però, nelle attuali circostanze, sembra più facile osservarlo nella prima ipotesi. Se c’è una immagine suggestiva e iconica in grado di rappresentare sinteticamente “lo stato delle cose” è proprio l’abbandono forzato del Palazzo di Viale Mazzini e lo stato di solitudine in cui versa il cavallo. Se tutto va bene, ad essere ottimisti, lo rivedremo nel 2029. A quel tempo ci sarà una nuova Concessione, un nuovo Contratto di Servizio, un altro Parlamento e magari privo della Vigilanza Rai che potrebbe nominare un nuovo Cda. Insomma, sarà una Rai ancora e più profondamente diversa da quella attuale. A quel tempo, verosimile, ci potrà essere un altro Cavallo che guarda a destra, un monumento a perenne ricordo del Cavallo che fu a Viale Mazzini.

E però, come ormai scriviamo stancamente, sarà una Rai che nessuno ha voglia di immaginare quale potrà o dovrà essere. Nei prossimi mesi si consumerà la grande battaglia sul suo futuro e sulla sua “missione” dove si fronteggeranno gli eserciti di coloro che vorranno contro quelli che potranno. Invece, qualcuno, vuole consumare la “piccola battaglia” sulla sola governance.

I due eserciti, al momento, sembrano ispirati a due grandi dottrine e comportamenti: coloro che “potranno” sembrano avere le idee chiare, hanno bene in mente quale sarà “la missione” che si dovrà affidare al Servizio Pubblico. Sarà una Rai progressivamente ridotta, complementare e privatizzata nell’anima, nel suo spirito profondo. Di fronte, ovvero coloro che “vorranno” appaiono come un esercito allo sbando, senza Patria e senza bandiere che non sa dove dirigersi e quali armi utilizzare. Saremo facili profeti ad immaginare che nel 2029 vinceranno “loro” come hanno già vinto e come vincono ogni giorno senza incontrare resistenza alcuna.  

Tanto per dare un’idea tra le forze in campo: nei prossimi giorni alcuni si incontreranno per dibattere di tante varie cose che interessano la Rai e dove, tanto per intenderci, hanno posto in apertura un quesito esistenziale e centrale: in questo momento chi comanda i dati e gli algoritmi??? e non diciamo nulla su chi è stato chiamato a dibattere. Ci appare un tentativo maldestro di buttare la palla in tribuna durante una partita irrilevante e lontana dal campionato. O forse, dentro un altro piccolo campionato. Piccolo piccolo.

bloggorai@gmail.com

 

2029: un'altra RAI, un altro Cavallo per un altro Campionato

by Bloggorai ©

La lingua batte dove il dente duole. Ieri, come succede da tanti anni quando la domenica non siamo al Circolo Trattoristi della Bassa Val Tiberina a prendere il caffè, alle prime luci dell’alba, con il fresco, ci rechiamo al mercato di Porta Portese. Un luogo fondamentale di incontri e di percezioni di quanto succede nel mondo. Tra una battuta e l’altra, si avverte seppure sommariamente cosa dice la “gente”. Rivedete questa brevissima e illuminante clip con Tina Pica e Vittorio De Sica: https://www.youtube.com/watch?v=r0UMVMKQox4 .

Ad un certo punto, mentre stavo per andare via, incontro un mio caro e antico ex collega Rai, che mi dice: “Vieni, vieni, ti devo far vedere una cosa!” e mi porta verso un banchetto dove, tra le tante cose, c’era una basetta di marmo con una riproduzione bidimensionale del Cavallo forse in argento. Il venditore mi chiede 30 euro e alla fine, dopo una brevissima trattativa come d’obbligo, me la vende a 15. Va bene. Ma non finisce qui. Faccio pochi metri e incontro un altro ex collega che non vedevo da tanti anni. Che fai, che non fai e, giocoforza, finiamo a parlare dei tempi “gloriosi” passati in “una Rai che ora non c’è più”. Già, questo un ritornello comune e diffuso, sia tra chi era dentro sia tra chi era fuori: quella Rai, quel Servizio Pubblico bene che vada oggi è talmente diverso da allora da poter dire con quasi assoluta certezza che “Non è più la Rai di una volta”. E allora, tra una nostalgia e l’altra, gli faccio vedere l’acquisto: “Ahhh si certo, ricordo bene … di quegli oggetti ne ho visto scatoloni pieni nei sotterranei di Viale Mazzini, poi, mi sembra che hanno portato via tutto in un capannone di Pomezia dopo che ci fu una specie di scandalo”. Già. Uno dei piccoli e tanti scandali che nessuno mai ricorderà più.

Nei giorni scorsi, dovendo andare in zona Prati, averi potuto fare diverse strade ma, alla fine, ho scelto di passare di fronte al Palazzo. In quel momento il grande cancello era aperto e alcune persone stavano caricando “masserizie” su un camion. Nello stesso istante, due persone, forse turisti, si affacciavano su un lato per fotografare il cavallo di Messina. Cavallo “morente” o “rampante” ovvero sull’orlo di stramazzare al suolo esausto e ferito oppure pronto a destarsi in piedi e riprendere a galoppare? Eterno dilemma che però, nelle attuali circostanze, sembra più facile osservarlo nella prima ipotesi. Se c’è una immagine suggestiva e iconica in grado di rappresentare sinteticamente “lo stato delle cose” è proprio l’abbandono forzato del Palazzo di Viale Mazzini e lo stato di solitudine in cui versa il cavallo. Se tutto va bene, ad essere ottimisti, lo rivedremo nel 2029. A quel tempo ci sarà una nuova Concessione, un nuovo Contratto di Servizio, un altro Parlamento e magari privo della Vigilanza Rai che potrebbe nominare un nuovo Cda. Insomma, sarà una Rai ancora e più profondamente diversa da quella attuale. A quel tempo, verosimile, ci potrà essere un altro Cavallo che guarda a destra, un monumento a perenne ricordo del Cavallo che fu a Viale Mazzini.

E però, come ormai scriviamo stancamente, sarà una Rai che nessuno ha voglia di immaginare quale potrà o dovrà essere. Nei prossimi mesi si consumerà la grande battaglia sul suo futuro e sulla sua “missione” dove si fronteggeranno gli eserciti di coloro che vorranno contro quelli che potranno. Invece, qualcuno, vuole consumare la “piccola battaglia” sulla sola governance.

I due eserciti, al momento, sembrano ispirati a due grandi dottrine e comportamenti: coloro che “possono” sembrano avere le idee chiare, hanno bene in mente quale sarà “la missione” che si dovrà affidare al Servizio Pubblico. Sarà una Rai progressivamente ridotta, complementare e privatizzata nell’anima, nel suo spirito profondo. Di fronte, ovvero coloro che “vorranno” appaiono come un esercito allo sbando, senza Patria e senza bandiere che non sa dove dirigersi e quali armi utilizzare. Saremo facili profeti ad immaginare che nel 2029 vinceranno “loro” come hanno già vinto e come vincono ogni giorno senza incontrare resistenza alcuna.  

Tanto per dare un’idea tra le forze in campo: nei prossimi giorni alcuni si incontreranno per dibattere di tante varie cose che interessano la Rai e dove, tanto per intenderci, hanno posto in apertura un quesito esistenziale e centrale: in questo momento su chi comanda i dati e gli algoritmi e non diciamo nulla su chi è stato chiamato a dibattere. Ci appare un tentativo maldestro di buttare la palla in tribuna durante una partita irrilevante e lontana dal campionato. O forse, dentro un altro piccolo campionato. Piccolo piccolo.

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sabato 21 giugno 2025

RAI: un tramonto triste ... solitario y final

by Bloggorai ©

C’era una volta … un signore che la sapeva lunga e la sapeva raccontare. Ad un certo punto si inventa e propone una teoria, a quel tempo alquanto bizzarra, secondo la quale le vicende umane sono regolate da tante leggi ma due tra queste rivestono particolare importanza: le contraddizioni. Questo signore, in poche parole, ha sostenuto che esistono due grandi tipi di contraddizioni: quelle tra noi e i nostri avversari, solitamente insanabili e conflittuali, e quelle tra noi e i nostri amici, solitamente suscettibili di soluzione. Non bisogna mai commettere l’errore di confonderle tra esse o, addirittura, invertire l’ordine di rilevanza. Questo signore la sapeva veramente lunga. Grande insegnamento troppo spesso dimenticato.

Allora, succede, che quando si affrontano temi e problemi del Servizio Pubblico e, in subordine della Rai, si avverte una certa comodità a mescolare le carte in tavola e questo è un fenomeno che avviene tra i nemici ma pure spesso tra gli amici.

Andiamo subito al sodo. Questa mattina sul Fatto Quotidiano Giovanni Valentini lo scrive chiaro e tondo: “… sarebbe ora che le opposizioni, tutte insieme, ne prendessero atto per comportarsi di conseguenza: magari ritirandosi dal consiglio di amministrazione della Rai, per dissociare espressamente le proprie responsabilità dal centrodestra e non avallare questo sconcio”. Segue quanto già detto da Usigrai a febbraio scorso (lo stesso sindacato di cui è stato segretario il Consigliere Natale e lo stesso sindacato giornalisti che ha raggiunto l'accordo con l'Azienda sui precari) e a quanto sostenuto da Bloggorai con una lettera aperta. La “contraddizione” tra l’opposizione e questo vertice, questo Governo, è insanabile, permanente e conflittuale e non ci sono margini per fini e impercettibili trattative diplomatiche. 

Alcuni nostri “amici” hanno scambiato lucciole per lanterne, hanno atteso e sperato che qualcosa potesse cambiare in meglio che, in fondo in fondo, si poteva discutere. Il famigerato “piano Mattei” per la Rai elaborato e proposto da questo AD, Giampaolo Rossi, difficilmente può essere oggetto di trattativa e tutti gli atti compiuti da questa consiliatura lo stanno a dimostrare. Nella “sua” narrazione il giornalismo d’inchiesta non è previsto. Non è e non è mai stata una “stagione di dialogo e confronto” come a qualcuno avrebbe fatto piacere che fosse. E, semmai ci fosse stato qualche spiraglio, questo si è aperto sempre il giorno dopo, quando i danni sono ormai pressoché irreparabili.

Ancora una volta dobbiamo ripetere con forza e chiarezza: è tutto scritto nei libri di storia recente, recentissima, e basta dare uno sguardo, fare un riassuntino e tutto emerge con chiarezza. In questi giorni, in queste ore, si sta dibattendo sull’ipotesi, alquanto verosimile, che la Rai voglia “tagliare” trasmissioni giornalistiche d’inchiesta e, giustamente, gli interessati (in primo luogo Report) protestano.

Lo sapevamo da tempo che sarebbe andata a finire così. Lo sapevamo da quando è stato chiuso in fretta e furia e in modo sguaiato il Contratto di Servizio che, proprio sul tema “giornalismo d’inchiesta” ha visto concentrarsi la battaglia fondamentale e non è stato un caso. Quello stesso Contratto, sempre non a caso, poi è stato plaudito da chi dopo ha rotto l’accordo “prima la riforma e poi le nomine, ovvero M5S e AVS. Il buco nero di questo Contratto è il famigerato Allegato1, quello che avrebbe dovuto sostituire il precedente art. 25 dove venivano previsti e dettagliati gli “obblighi specifici”. Tutto questo non solo è stato derubricato in un generico e vago Allegato (cioè subordinato e senza vincoli al Contratto stesso) ma, questo il punto che interessa oggi, non contiene proprio i termini “giornalismo d’inchiesta: leggere per credere  https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2024/05/25/24A02566/sg .

Andiamo avanti. Dopo il 26 settembre quando è stato costituito il Cda attuale, si è aperto il dibattito, prevalentemente interno alla maggioranza, sul futuro del canone da inserire nella manovra finanziaria 2025. Bloggorai è Testo: vedi https://bloggorai.blogspot.com/2024/12/rai-le-battaglie-sono-finite-per-ora.html . Ora, è noto che il “salvataggio” del canone attuale a 90 euro non è stata una “gentile concessione” del Governo improvvisamente invaghito del Servizio Pubblico, ma mero frutto di trattativa politica, merce di scambio tra i partiti di maggioranza, dove è stato inserito quel malefico passaggio del taglio del 2% sulle sole spese per il personale e le consulenze. Era quindi già tutto scritto nel Libro che sarebbe bandata a finire in questo modo e che tutto appariva come una manovra a tenaglia con un solo obiettivo: cambiare la “natura” ovvero la “missione” del Servizio Pubblico e, di conseguenza, di uno dei suoi baricentri più rilevanti ovvero il “giornalismo d’inchiesta”.

Nei giorni scorsi i due consiglieri di Majo e Natale hanno diffuso un comunicato sorprendente dove si legge che hanno “ … espresso forte preoccupazione per alcune scelte che rischiano di indebolire gravemente l'offerta e l'immagine stessa della Rai … Siamo ben consapevoli delle esigenze di razionalizzazione delle proposte e di contenimento dei costi ma le modalità ipotizzate andrebbero a colpire in modo sproporzionato il prodotto…” e concludono auspicando che “ … quanto prima si dia attuazione anche in Italia al Media Freedom Act”. Dichiarazioni aggressive, violente e guerrafondaie ... del giorno dopo. Ma non è questo il problema: i problemi sono A non li hanno visti arrivare Rossi &C coni loro intendimenti e programmi; B hanno messo sullo steso piano trasmissioni di natura e cultura diversa (esempio Report con FarWest); C non hanno fatto alcun riferimento al rispetto del Contratto di Servizio per quanto blandi possano essere i suoi vincoli; D non hanno fatto alcun cenno ai possibili danni erariali che possono derivare da scelte editoriali del genere; E auspicando l’attuazione del MFA dovrebbero essere logicamente conseguenti.

Torniamo a bomba e riponiamo il tema: anzitutto ribadiamo con chiarezza il vincolo assoluto del loro ruolo e delle responsabilità che competono ai consiglieri di amministrazione: indirizzo strategico, vigilanza e controllo. Si tratta di vincoli che debbono essere esercitati prima e non dopo. Che senso ha “indirizzare, vigilare e controllare” se poi non si “indirizza, vigila e controlla” ??? Ai consiglieri di Majo e Natale gli si è posto il dubbio se gli atti di questo Cda siano legittimi senza accontentarsi delle “autocertificazioni” fornite dagli interessati Rossi e Marano? Hanno chiesto una verifica, un "controllo" esterno, una perizia "pro veritate"? 

Cari consiglieri Alessandro di Majo e Roberto Natale: risolviamo la "contraddizione" al nostro interno prima che sia troppo tardi e, come ha scritto oggi Valentini, per non avvallare ulteriormente questo sconcio, DIMETTETEVI. Il rischio di apparire complici, seppure a vostra insaputa,  è dietro l’angolo.

bloggorai@gmail.com

venerdì 20 giugno 2025

GRAZIE !!!

by Bloggorai ©

Questa mattina di quel lontano 19 giugno 2018 stava per nascere Bloggorai. L’idea era semplice: pubblicare una specie di “diario” sulle procedure per le candidature al Cda Rai. Abbiamo fatto le prime prove, definito l’impaginazione e il modello “tecnologico”. Sembrava funzionare. Abbiamo inviato i primi link a quattro gatti quattro, amici fidati. “Si può fare, potrebbe interessare qualcuno”. Ok. Partiamo. Quei quattro gatti sono cresciuti e oggi sono diventati otto, sedici, trentadue e forse più.

Nasce tutto così e se oggi Bloggorai è diventato un piccolo punto di riferimento è grazie solo e anzitutto a tutte e tutti voi che lo hanno reso possibile. 

Non avremmo mai potuto farcela senza il continuo, incessante e rilevante contributo di idee, proposte, riflessioni, documenti, suggerimenti, analisi, studi, ricerche, articoli di giornali, note e appunti più o meno riservati. Abbiamo costituito un Archivio enorme, una memoria di quanto avvenuto in questi sette anni dentro e intorno alla Rai forse ineguagliabile. Un traffico imponente di mail, di Whatsapp, di telefonate, di SMS, di tradizionali buste postali, di incontri al bar, di quattro passi nei giardini di Viale Mazzini, di incontri più o meno “ufficiali” a Viale Mazzini dove per due volte ci venne chiesto di “collaborare” con il sottinteso che “Certo, poi Bloggorai dovrà un po' rivedere la sua linea”. No grazie, siamo “ricchi” di famiglia!  

In soldoni: Bloggorai non potrebbe esistere senza il grande numero di “amiche e amici” e grazie a loro è cresciuto e continua a crescere. Certo, ci siamo fatti anche qualche nemico/a, o ex amico/a e non dimentichiamo mai chi ci ha avversato ed è a loro che pensiamo con la frase di Hemingway che spesso citiamo su qualche “amico” che sbaglia come pure quella frase di autore ignoto secondo cui “Si muore più traditi dalle pecore che sbranati dai lupi”.

Grazie!!!

bloggorai@gmail.com

ps. Ci sarebbe da commentare la notizia del taglio che Rai vorrebbe fare di alcune trasmissioni scomode e una dichiarazione rilasciata ieri dai consiglieri di Majo e Natale. Per ora rimandiamo altrimenti ci accusano di “accanimento mediatico” e “attacchi personali”.

giovedì 19 giugno 2025

Il caldo, i gatti e la riforma RAI

by Bloggorai ©

Fischi per fiaschi, lucciole per lanterne, tordi per grilli. Con il caldo incombente è facile (e forse utile) confondersi e scambiare l’ordine delle cose, la gerarchia dei problemi e provare a cambiare le carte in tavola. Così, accade che qualche affezionato e qualificato lettore scambia i temi e gli interrogativi posti da Bloggorai sul ruolo e le responsabilità del consigliere Natale con banali “attacchi personali”. Non abbiamo bisogno di ripeterci o giustificarci. È tutto scritto, da tempo, dettagliato e aggiornato in tempo reale e posto nel contesto “storico” degli avvenimenti che non possono e non debbono essere dimenticati: tutto nasce lo scorso 26 settembre (con un anticipo significativo sul voto al Contratto di Servizio), poi l’arrivo sulla scena del MFA (non l’hanno visto arrivare) e al ricorso sull’avviso per le candidature (sappiamo bene come e perché è andato a finire male).

Bene, anzitutto una precisazione a proposito del consigliere Natale e dei presunti “attacchi personali”. Ieri abbiamo posto tante e diverse domande, a partire dai principi fondamentali (indirizzo strategico, vigilanza e controllo) ed evidenziato temi di assoluto rilievo politico, a partire da quello del NON Presidente in carica e dei dubbi di legittimità sul ruolo di Marano e degli atti conseguenti assunti dal Cda (vedi pure recente problema della sua compatibilità con Milano Cortina sul quale il Cda si è “autocertificato” quando invece si poteva e doveva richiedere un parere pro veritate esterno all’Azienda).

Poi, tra le altre cose, secondarie ma non irrilevanti, abbiamo posto il problema della deriva “trash” che alcune trasmissioni Rai stanno assumendo (e nel trash ci mettiamo dentro a buona ragione il sostegno al gioco d’azzardo) e però dobbiamo ammettere di non aver riportato una recente dichiarazione dello stesso Natale quando ha posto la domanda “…qual è il tasso massimo di Garlasco che può entrare nei palinsesti Rai?”. Chiediamo venia ... qualcosa ogni tanto ci sfugge e ci capita di non avvertire la priorità dei temi e problemi (lucciole per lanterne etc).

Per dovere di cronaca: ieri Natale ha rilasciato una preoccupata dichiarazione sulle linee editoriali: se ne parlerà oggi in Cda con l'AD: una garanzia! Immaginiamo la risposta: "farà sapere" magari dopo averne parlato con il suo fidato collaboratore Stefano Coletta.  

Allora, posto che il tasso di cronaca nera da tempo, da anni, è stata largamente superato senza che nessuno abbia posto mai obiezioni, ovvero non è mai stato posto un limite. Troppo  facile accorgersene il giorno dopo: vogliamo rivolgere un pensierino alle tante trasmissioni Rai che da anni se ne occupano con grande "successo"? Vogliamo ricordarci del premio a Belve come trasmissione Rai dell'anno (produzione esterna)? Di cosa vogliamo parlare? 

L’obiezione che muoviamo è di altra natura: l’Azienda soffre, e non poco, di gravi patologie che abbiamo riportato spesso e volentieri e allora ci si pone la domanda: perché passano in cavalleria e si dimenticano o si sottovalutano tutti gli altri grandi problemi che abbiamo elencato e, tra questi, il gioco d’azzardo di RaiUno? Almeno su questo punto il consigliere Natale può esprimersi? Qualcosa non torna. E, a proposito di Trash, questa mattina in Cda è probabile che venga proposta una trasmissione a Barbara D’Urso, uscita dalla porta Mediaset per entrare in quella Rai e, per quanto si legge, per esplicito volere della Lega di Salvini. Stiamo entrando in una nuova dimensione del Servizio Pubblico.

Bene, ieri sono emerse due notizie: la prima è l’apertura della busta con l’offerta Rai per Sanremo. Ora viene il bello perché il Comune ha posto vincoli molto precisi, tra i quali il costo dell’accordo salito a 6,5 mln di euro. Ora, verosimile, si apre la trattativa e non ci sono molte soluzioni: il Comune riduce le pretese o la Rai le accetta. Se mai fosse che la pretesa economica si dovesse ridurre in modo significativo, come la Rai potrebbe chiedere, saranno dolori perché evidente che si potrebbe configurare un vulnus: è verosimile supporre che se il costo fosse stato inferiore a quello richiesto inizialmente anche altri soggetti avrebbero potuto partecipare alla gara. Vedremo.

La seconda notizia è che abbiamo ricevuto il testo ufficiale della proposta di riforma Rai targata FdI. Ora il quadro è completo e conferma due ipotesi che abbiamo proposto da tempo. A: La riforma Rai è lontana, molto lontana e ad essere ottimisti, molto ottimisti, sarà necessario almeno un anno. È lontana perché non c’è accordo tra i partiti di maggioranza e, ancora di più, tra quelli di opposizione dove, in verità la situazione è ben più grave: non c’è un tema di accordo perché non ci sono proprio proposte da confrontare e la sola rilevante e significativa sul tavolo è quella della Bevilacqua del M5S. B. La seconda ipotesi che abbiamo pure anticipato si riferisce al merito di questa nuova proposta FdI che, per molti aspetti, ricalca quella di FI presentata da Gasparri nei giorni scorsi.  C’è un punto significativo: entrambe le proposte superano l’attuale empasse della Vigilanza sulla ratifica del Presidente che verrebbe approvato con maggioranza semplice e non con i due terzi come la Legge attuale prevede. Potrebbe essere questo il grimaldello con il quale si scardina il problema Presidenza per dare poi il via libera alla Agnes (come lo stesso Gianni Letta ha ripetuto proprio nei giorni scorsi). L’VIII Commissione Senato potrebbe prendersela comoda per esaminare le ora ben 8 proposte di legge. Attenzione, nella proposta FdI si comincia a parlare del rinnovo della Concessione in scadenza aprile 2027.

Bloggorai@gmail.com 

Ps: Nei prossimi giorni Bloggorai festeggerà 7 anni, sette, di pubblicazioni ininterrotte. Durante questo periodo abbiamo perso qualche lettrice e qualche lettore ma ne abbiamo trovati dieci volte di più: per ognuno uscito ne sono entrati 10 e da quattro gatti del giugno 2018 ora siamo 8, 16, 32 … tanti!!! 

Ci facciamo gli Auguri e i complimenti da soli, ce li meritiamo!!!

 

mercoledì 18 giugno 2025

Il "consigliere" Rai: Chi l'ha visto???

by Bloggorai ©

Cosa dovrebbe “fare”, quale dovrebbe essere il “ruolo” preminente di un consigliere di amministrazione del Servizio Pubblico, sia esso riconducibile alla maggioranza di governo che lo ha nominato, sia esso riconducibile ai partiti di opposizione? Il Codice Civile è la norma primaria entro il quale si devono leggere i principi generali che, ovviamente, non tengono conto di quelli più marcatamente politici che pure sono una componente fondamentale di “questo” Cda Rai.

Gli articoli del C.C. vanno dal 2380 al 2392: sommariamente leggiamo che definiscono ruoli e competenze dei consiglieri di amministrazione in termini di “La gestione dell'impresa spetta esclusivamente agli amministratori. Essi compiono tutte le operazioni necessarie per l'attuazione dell'oggetto sociale” e “Diligenza professionale: Gli amministratori devono adempiere ai doveri ad essi imposti dalla legge e dallo statuto con la diligenza richiesta dalla natura dell'incarico e dalle loro specifiche competenze”… “Responsabilità solidale: Gli amministratori sono solidalmente responsabili verso la società dei danni derivanti dall'inosservanza di tali doveri” e infine “Obbligo di agire in modo informato: Ciascun amministratore può chiedere agli organi delegati che in consiglio siano fornite informazioni relative alla gestione della società”. Quest’ultimo punto meriterebbe una nota a parte: abbiamo bene a memoria quando a Riccardo Laganà (mai tanto compianto per quanto ha sempre cercato di rendere aperto e trasparente il suo compito) che poneva sempre problemi e domande e la risposta era sempre la stessa “faremo sapere” e poi non si sapeva mai nulla.

Non ci addentriamo oltre nell’ambito giuridico, non siamo competenti. Possiamo farlo invece nell’altro ambito. Ci risparmiamo considerazioni sui consiglieri di maggioranza e sul consigliere eletto dai dipendenti. E allora ci chiediamo.

Cosa ci stanno a fare i “consiglieri” di opposizione, segnatamene Alessandro di Majo e Roberto Natale in termini "politici"? Come stanno esercitando il dovere di “indirizzo strategico, vigilanza e controllo sulla gestione della società, con particolare attenzione all'adempimento degli obblighi di servizio pubblico (pluralismo, informazione, qualità dei programmi)”???  Come viene comunicato e percepito il loro ruolo? Ricordate l’infelice esperienza della “società civile” in Cda Rai? In modo specifico e particolare, visto poi come uno di loro – Natale - si è espresso positivamente sul Contratto di Servizio, come viene valutata/misurata la sua applicazione dettagliata dopo quasi due anni dalla sua approvazione (vedi i famigerati KPI, tanto cari alla ex Presidente Soldi con cui Natale ha lavorato a fianco)?

Per proseguire ci dobbiamo attenere gli atti pubblici, ai comunicati stampa e alle dichiarazioni rese in luogo pubblico ovvero gli elementi che concorrono a definire la “percezione” del loro operato e quindi consentire valutazioni seppure esterne. Per inciso, del consigliere di Majo le ultime tracce sono solo “visive” ovvero apparizioni in eventi pubblici (Sanremo, conferenze stampa etc) mentre non abbiamo trovata traccia di alcuna dichiarazione. Ma, visto che pure in questo ambito ci potrebbero essere margini di opinabilità, poniamo allora semplici domande:

Indirizzo strategico: dove e come si evince e si percepisce la loro presenza/attività/contributo ad intervenire sui grandi temi di indirizzo strategico dell’Azienda? Esempio: risorse economiche, Piano Industriale, innovazione tecnologica (Rai Way), progetti editoriali sui programmi e, segnatamente, sull’informazione (ristrutturazione e coordinamento testate giornalistiche).

Vigilanza e controllo: dove e come si evince e si percepisce il loro contributo/partecipazione sostanziale e formale sui processi interni all’azienda relativi alle scelte di gestione (in primo luogo sull’organo al quale appartengono (mancanza del presidente secondo i termini di Legge nonché nomina di Marano a CRTV e Agnes all’EBU) criteri di scelta e nomina dei direttori (successore di Ciccotti), assegnazioni di budget, dossier RaiWay, sospetti danni erariali (chi paga la multa Ariston?).

Traduciamo questi interrogativi in attualità: cosa fanno e come intervengono a proposito di quanto si legge su possibili tagli di importanti programmi di informazione e giornalismo d'inchiesta (vedi Petrolio o Il Fattore Umano)? Cosa pensano del sostegno alla ludopatia e al gioco d’azzardo di RaiUno e il suo gioco dei pacchi? E dello straripante spazio dedicato alla cronaca nera (vedi Garlasco)? E non hanno provato un filino di imbarazzo nel constatare che Belve è stata premiata come trasmissione dell’anno del Servizio Pubblico? E come pensano di intervenire sul tema dirompente del recente accordo Usigrai/Azienda sulla stabilizzazione dei precari e svuotamento delle redazioni più “problematiche” come Report? Nonché sarebbe interessante conoscere un pensiero su un tema piccolo ma dirimente: RaiNews24 e il suo costante 0,qualchecosa di ascolti?

Questa mattina ci viene in soccorso un articolo del Manifesto firmato Vincenzo Vita con un titolo un tantinello provocatorio “Contratti Rai. Errare è umano, ma perseverare è diabolico” dove il destinatario dell’articolo non è ben chiaro se è il Sindacato Usigrai o il consigliere di “opposizione” di area AVS. Leggiamo: “… una polemica forte e giustificata, che forse non può limitarsi alla critica al segretario del sindacato, cui probabilmente sono mancati suggerimenti e indirizzi alternativi o, magari, inascoltati…” e poi “Ci attendiamo una presa di posizione coerente delle anime libere e indipendenti…” e infine Vita conclude “… sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico”. Difficile dimenticare il ruolo rilevante e non casuale che lo stesso Natale ha svolto nel lontano passato nell’Usigrai (forse è lui che ha fatto mancare suggerimenti a Macheda?) e poi chi sarebbero le “anime libere e indipendenti” che Vita ha in mente? Please, se ha nomi da suggerire, ci farebbe piacere conoscerle. 

Abbiamo una vaga, vaghissima sensazione, che ovviamente non è solo frutto di incubi estivi notturni: magari ci sbagliamo ma ci sembra che il tempo di questo Cda o per alcuni di essi potrebbe cambiare. A suo tempo l’Usigrai ha chiesto le dimissioni ora ci potrebbero essere altri, oltre a Bloggorai, che si associano.  

bloggoai@gmail.com

ps: a proposito di “premi” per la migliore trasmissione di Servizio Pubblico, ci è stata suggerita un’idea: facciamo un concorso alternativo che premia solo programmi Rai di informazione e intrattenimento e vediamo cosa ne viene fuori.