54 blocchetti di legno impilati, a strati di tre, per
costruire una torre. Il gioco consiste nel togliere un mattoncino alla volta a
turno per ogni giocatore. Vince quello che ha sottratto il pezzo prima che la
torre crolli. È un gioco che non richiede particolari abilità: è sufficiente
fare attenzione e delicatezza con le mani.
Sembra la metafora perfetta per descrivere lo stato comatoso e traballante del Servizio Pubblico in questi tempi. Non ne va più bene una. Ripropongono Sandokan dopo 50 anni, strombazzano un grande successo e nel giro di una settimana si perdono oltre un milione di telespettatori. Ripropongono, come da molti anni, la prima della Scala e se ne vanno mezzo milione rispetto all’anno precedente e un milione rispetto a dieci anni addietro. Ripropongono Benigni ieri sera su RaiUno con Pietro e si perde altro mezzo milione rispetto alla trasmissione precedente, il Sogno, e ben 5 milioni rispetto ai 10 Comandamenti del 2014 o al Canto dei Cantici del 2020.
Ripropongono ... ripropongono. Che faranno quando non sapranno più cosa riproporre o quando il pubblico ormai esaurito almeno dal punto di vista generazionale andrà da altre parti, come già avviene?
Per abbassare il tono, il volume, l’impegno e il ruolo del Servizio
Pubblico non è necessario un colpo di mano, un Telemeloni di turno che dir si
voglia. È sufficiente un colpetto alla volta, un mattoncino dietro l’altro.
Non è più la Rai di una volta … e ci si crede bene che hanno
tolto la Rassegna Stampa ai dipendenti e nessuno batte ciglio.
bloggorai@gmail.com
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