sabato 16 marzo 2024

RAI. sconforto o battaglia?

Foto di Ulrike Mai da Pixabay

Sconforto, disillusione, desencanto. 
Queste le reazioni prevalenti dei nostri lettori per gli ultimi post sul tema Media Freedom Act ancora più aggravate dalla lettura dei giornali di oggi e dalle notizie che girano. “Hanno rinunciato al ricorso alla Corte Costituzionale nel 2016… anzi hanno proprio voluto e votato la Legge 220… hanno fatto carta straccia di Contratti di Servizio, di Piani Industriali e di presunte “riforme per generi”, non hanno battuto ciglio per la riduzione del canone e pure quello in dubbio di costituzionalità e ti pare ora che si mettono paura per una legge europea che chissà quando e come potrà mai essere applicata?” ci ha scritto lapidario uno di loroCome dargli torto.

Questo il famoso bicchiere mezzo vuoto e poi c’è quello mezzo pieno.

Già … e allora che facciamo? Ci arrendiamo senza combattere? Bloggorai se avesse adottato la filosofia dello sconforto avrebbe chiuso bottega da un pezzo e non avrebbe certo resistito quasi 6 anni. Vediamo la sintesi: il prossimo Cda Rai, quale e quando che esso sia, sarà quello che gestirà almeno due passaggi di assoluto rilievo strategico. Il primo potrebbe essere la vendita di una parte di RAI Way e il secondo, ben più rilevante, l’avvio della trattativa per il rinnovo della Concessione prevista per il 2027, cioè dietro l’angolo.

Sempre dai lettori è venuta una proposta interessante: “La mozione parlamentare, posto e non concesso che possa essere approvata, da sola non è sufficiente ed è necessaria una nuova Legga in grado di superare la 220. Dunque, è verosimile che si andrà a nominare il nuovo Cda con il vecchio modello anche se non è per nulla chiaro quando potrà avvenire. Bloggorai ha proposto “candidiamoci tutti” e poi visto che certamente nessuno al mondo si prenderà la briga nemmeno di leggere i CV come successo la volta precedente si può poi ricorrere al Giudice ordinario (una specie di “class action”) che, a sua volta, potrà rimettere il problema alla Corte Costituzionale. Certo, se ne riparla tra anni. Però gli si mette una bella manciata di sabbia nello sporco ingranaggio”. Idea suggestiva e interessante, degna degli ultimi giapponesi che segna e fotografa esattamente la situazione: non si vede volontà politica, da nessuna parte, per avviare un processo di riforma che possa avere uno straccio di credibilità.

Il tempo gioca a nostro favore. Se prevale la logica dell’inciucio e degli accordi sottobanco, la Rai è battuta ora per allora e iniziamo a sbaraccare. Cercheranno di fare presto, subito, chiudere le trattative sui nomi che girano (con il rischio che si possa intravedere anche un sostanziale cambio di equilibrio: la maggioranza ha i numeri per fare 3 a 1 e asso piglia tutto) e poi si vedrà. Attenzione la logica dell’inciucio e della nomina precostituita tra le segreterie vale per tutti, compreso PD e M5S: oggi si rilegge il nome di Ruotolo, come ieri quello della Melandri e prima ancora quello della Valerio (Chiara chi ???) e il M5S vorrebbe ricandidare di Majo. Ad applicare il MFA ci sarà sempre tempo, con calma, nei prossimi anni.

Se invece le trattative si complicano e qualcuno si mette di traverso, si apre la speranza che sui tempi lunghi che inevitabilmente ci saranno si possa proporre o avviare un altro percorso. Oggi, comunque, è importante capire quali sono le reali intenzioni specificamente della Meloni (per Lega e FI ci sono altri ragionamenti)  ma è più importante capire che intenzioni hanno le opposizioni tutte. Al momento, nessuna. Non hanno un progetto, un’idea, uno straccio di proposizione. Salvo poi ripetere uno stanco ritornello sull’autonomia della RAI. C’è da credere allo sconforto e alla disillusione: “Con questi dirigenti, non vinceremo mai …”.

Una possibilità però ci sarebbe e l’abbiamo pure scritta: PD e M5S propongano di applicare subito i criteri “trasparenti, oggettivi, non discriminatori” per selezionare pubblicamente i propri candidati per poi proporli al voto del Parlamento. Si può fare!

bloggorai@gmail.com

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