martedì 14 giugno 2022

La Rai prossima ventura: intervento di Riccardo Laganà

Foto di Arek Socha da Pixabay

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Intendiamoci e parliamoci in modo semplice e chiaro per tutti: dibattere sul futuro della Rai e del Servizio Pubblico radiotelevisivo è materia assai complessa. Grosso modo gli interessati, gli interlocutori, appartengono a due mondi complementari: anzitutto quello dei teleradiospettascoltatori e quello anzitutto della politica, degli specialisti, dei ricercatori. Due mondi che spesso e volentieri non si sono parlati e forse non si conoscono proprio. Esempio n. 1: chi sa qualcosa su come si pagherà il canone nel 2023 e cosa potrà significare per le casse di Viale Mazzini e per le tasche degli italiani? Non è solo un tema concettuale perché mette a dura prova il rapporto già molto complicato tra cittadini e Azienda. Con il nuovo metodo si prospetta il ritorno a una dose massiccia di evasione calcolata, a spanne, circa 340 mln di Euro. La politica a questo proposito tace e quando parla sarebbe meglio tacesse (vedi la Fedeli in Vigilanza). Come pensa di intervenire? Per quanto abbiamo già scritto da tempo e per quanto abbiamo potuto sapere, questo governo già traballante di suo non ha la forza e la capacità progettuale di pensare ad un possibile soluzione e, bene che vada, rinvierà tutto al prossimo Parlamento. E gli attuali amministratori Rai, Fuortes e Soldi, se ne sono ben guardati dall’affrontare il problema … tanto, male che vada, sarà una grana che cadrà in testa ai prossimi che verranno. Come pensano di supportare un Piano Industriale che non ha alcuna certezza delle risorse sulle quali contare? Esempio n.2: le proposte di riforma della governance. Sono oltre 7 quelle presentate in Commissione Lavori Pubblici del Senato e non c’è alcuna speranza che possano essere riunificate e affrontate in questa legislatura. Il nuovo Parlamento, la nuova destra che verosimilmente vincerà le elezioni quale Servizio Pubblio avrà in mente? Quello della “sinistra” (???) ne avremo modo di parlarne. Ci si avvicina sempre più ai genitori di tutte le battaglie del Servizio Pubblico: il rinnovo della Concessione tra 4 anni e la sua possibile “messa all’asta”.

Allora, per farla breve, i due mondi non dialogano tra loro: il grande pubblico, cioè coloro che pagano il canone e coloro che invece dovrebbero proporre e ricambiare con un’offerta di servizio pubblico radiotelevisivo adeguata, credibile, convincente e universale parlano lingue differenti e forse gravitano su galassie distinte e distanti.

Bloggorai ci ha provato a sollevare il dibattito e chi ci conosce sa che già una prima volta abbiamo sostenuto la promozione di Visioni2030. Dopo è iniziata questa piccola ma significativa esperienza che ora, purtroppo, deve prendere atto che non ha più molto spazio di interlocuzione. Sono tutti spariti, intanati, ritirati e rassegnati. Ma la partita non è finita: nei giorni scorsi abbiamo proposto 4 semplici domande sul futuro della Rai e qualcosa si è mosso e qualcuno ha provato a rispondere.  

Riceviamo e volentieri pubblichiamo integralmente quanto ci ha scritto Riccardo Laganà, Consigliere di amministrazione eletto dai dipendenti Rai:

“Caro BloggoRai, seguo con interesse e ammirazione la costanza e passione con cui soffi sul fuoco sacro del tema del Servizio Pubblico multimediale.

Tre le polemiche a volte strumentali, a volte determinate da scelte gestionali sbagliate si finisce con il ragionare del menù del giorno invece che studiare la rotta per il servizio pubblico prossimo venturo.

Il pensiero corto per normative imposte e per la dipendenza di partiti e interessi di pochi, ruba il posto al pensiero lungo sulla qualità del prodotto e su una nuova offerta che renda di nuovo necessario il servizio pubblico per il nostro paese.

E’ quindi rassicurante sostituire la desolante rassegna stampa sui temi RAI alla lettura delle tue considerazioni che si sforzano di traguardare più in alto e superare la linea immaginaria di una folla rumoreggiante che discute dell’oggi, senza ricordare il passato, rinunciando a immaginare il futuro.

Le parti istituzionali in causa stanno scrivendo il contratto di servizio, tra gli attori protagonisti non ci sono ancora gli utenti, il terzo settore, le associazioni. Alle tue domande si può e si dovrebbe discuterne attraverso un dibattito pubblico per risolvere la vertenza Servizio Pubblico, non tra mura mute di austeri palazzi ma in una nuova agorà X.0 dove si rimetta al centro uno dei valori universali come i servizi pubblici radiotelevisivi. Sono temi che dovranno tornare centrali per un nuovo patto di cittadinanza tra concessionaria del servizio pubblico e una nuova generazione di cittadini consapevoli, responsabili e capaci di uscire in modo sostenibile dalle crisi presenti e future”.

Grazie Riccardo, anzitutto per aver colto lo spirito centrale della nostra proposta: la necessità inderogabile di un dibattito pubblico, aperto e molteplice dove tutti possano esprimere la loro opinione. Raccogliamo l’invito e ci proveremo ancora una volta. La sola condizione che è necessario considerare è che se qualcosa si dovrà fare è rilevante che avvenga presto e magari, come piace ripetere a molti, fare proprio come ha fatto la BBC: essere la Rai a promuovere, ospitare e organizzare.

Bloggorai@gmail.com  

1 commento:

  1. Assolutamente d'accordo soprattutto sulla conclusione di BloggoRai: deve essere la Rai a mobilitarsi per salvarsi, invece di aspettare che lo faccia la politica o qualcun altro.

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