sabato 28 giugno 2025

RAI: il vuoto, il nulla e il niente napoletano

by Bloggorai ©

Fin dove si espandono i confini del nulla? Quanto è capiente il vuoto? Che valore può avere e come si misura il niente?

Dopo aver letto i giornali di questa mattina, preso il caffè al bar del Circolo Trattoristi (dopo che dall’alba di oggi abbiamo combattuto aspramente con il solenoide del nostro trattore) e fatto il solito giro delle “quattro chiese” di amici, parenti e conoscenti, siamo giunti alla conclusione, ci siamo fatti persuasi, che il sole di Napoli non bacia tutti allo stesso modo.

Ieri a Napoli hanno presentato i palinsesti Rai della prossima stagione e la sintesi, seppure approssimativa e di seconda mano, è che hanno raschiato il barile seppure dove non c’è più nulla da tirare fuori. L’anno scorso un titolo significativo è stato “Rai il piano B. Napoli, alla presentazione dei palinsesti l'aria è quella della fine di un'epoca”. No, l’epoca non è ancora finita, è in pieno e disperato svolgimento.

Ieri a Napoli hanno provato a spacciare un palinsesto di minestrine ripassate in padella come un come un onorevole e dignitoso piatto di spaghetti al pomodoro, stanno vendendo il “grande ritorno”, l’evento TV dell’anno, in prima serata come quello di Roberto Benigni su RaiUno che si collegherà nientepopodimenoche da Casa Santa Marta in Vaticano. Dopo averci intrattenuto sulla Costituzione, sui Dieci Comandamenti, sul 25 aprile, sul Primo maggio, sull’Europa con o senza “riarmo”, sulla ricorrenza dell’Epifania ed ora dal Vaticano, per i prossimi anni Benigni si dovrà rivolgersi verso agli argomenti: dove nasce il Rio delle Amazzoni? È stato veramente risolto il teorema di Fermat? Quali sono i veri segreti delle Piramidi (se Angela non si offende)? L’Avvenire di oggi titola “Benigni e San Pietro più sicuri di Sanremo”.

Ieri a Napoli però sembra emersa anche la dimensione crepuscolare di questa “destra” al potere dell’ex Viale Mazzini che non è ancora alla fine ma comincia a somigliarci molto. il "discorso" politico di Rossi meriterebbe di essere riascoltato e annotato. Rossi&C sentono il fiato sul collo del prossimo 8 agosto quando entrerà in vigore il MFA e, di fatto, potrebbe mettere il nostro Paese in infrazione comunitaria e loro stessi inquilini abusivi del Palazzo Rai; Rossi&C sono caduti sotto la scure del loro stesso Governo che gli ha tagliato le risorse (ottima scusa per tagliare trasmissioni scomode, Report in primo luogo; Rossi&C sono caduti sotto la scure del loro stesso fallimento sui tanti “nuovi” prodotti che gli stavano tanto a cuore; Rossi&C sono caduti sotto il ricatto dei loro stessi partiti che tengono in ostaggio la Vigilanza Rai impedendo la ratifica del presidente ponendo in dubbio financo la legittimità degli atti finora compiuti (e che nessuno ha voglia di verificare); Rossi&C cadono sotto i macigni che rotolano addosso dal Contratto di Servizio e dal Piano Industriale che non riesce a prendere forma e sostanza. Infine, Rossi&C piombano nell’incubo dell’incertezza e devono mettere le mani avanti per non cadere indietro sul prossimo Sanremo: “Se non dovesse essere a Sanremo ... lo faremo altrove” e non si capisce se è un anatema, uno scongiuro o una minaccia verso il Comune ingrato.

La notizia del giorno però è dell’altro ieri: sul sito de La stampa è comparso un articolo, a firma Niccolò Carratelli, dove si leggeva che era stato visionato un documento interno, molto riservato, sulle linee guida del Palinsesti 2025-27. Il collega de La Stampa non è solo, anche Bloggorai ed altri lo hanno “visionato” ed è lì che abbiamo trovato la voragine, il buco nero dentro il quale sprofonda il “racconto”, il “Piano Mattei per la Rai” proposto dall’AD Rossi. Quello che è stato raccontato ieri a Napoli invece è la somma di pezze peggiori del buco. Ne parleremo dettagliatamente di questo documento di 95 pagine, votato all’unanimità a febbraio scorso, che speriamo vivamente possa essere reso pubblico. Si legge di “vulnus strutturale” … di “organizzazione per generi che non è riuscita …”, di crisi identitarie dei due canali, si ammette che il Gruppo Rai ha perduto nel day time contro il concorrente Mediaset e così via in una litania di ammissioni di colpa e di sconfitte. Dobbiamo studiarlo a fondo prima di andare avanti.

Chiudiamo con la consueta citazione dell’articolo di Giovanni Valentini pubblicato sul Fatto di Oggi con il titolo: “Tra 40 giorni la Rai diventa fuorilegge: che fa l’opposizione?”. Chiude il pezzo con lo stesso argomento della settimana precedente: “In questa incresciosa congerie, come intendono comportarsi i due rappresentanti di minoranza, eletti uno dal M5S e l’altro da AVS quando era stato già approvato il Media Freedom Act? Ritengono che basti astenersi sui nuovi-vecchi palinsesti della restaurazione? Vogliono continuare a fare la guardia al bidone, rischiando di diventare complici del degrado Rai? O non farebbero meglio, piuttosto, a dimettersi prima che il regolamento europeo metta in mora tutto il vertice?”. Valentini, forse, non è il solo, non da ora e non è l’unico che se lo chiede.

Per quanto riguarda invece la domanda che si pone sull’opposizione, ci permettiamo di suggerire una risposta: non può fare rigorosamente nulla anzitutto perché è impossibile in modo assoluto che possa avvenire qualcosa se non prima di un anno almeno, ad essere ottimisti (a proposito, sono iniziate le audizioni in VIII Commissione Senato e, udite udite, chi hanno convocato per primi? Il sindacato dei giornalisti di “destra”) e poi se, all’interno dell’opposizione, prima non avvengono “fatti” significativi e rilevanti. Il solo ed unico “fatto” rilevante e significativo è sgombrare il campo da nodi cruciali e fondamentali sulla riforma Rai: il primo tra questi è il canone. Come si può tracciare un percorso di riforma comune se da un lato c’è una proposta di abolirlo completamente (quella del M5S) e dall’altro “nonsisabenecosa” ovvero il PD che si presenta con due anime dove una vorrebbe pure abolirlo (in tutto o in parte, vedi il vicesegretario Boccia e la sua famosa dichiarazione all’Ansa “Non penso sia più tollerabile un canone, al tempo della società digitale, interamente assorbito dalla Rai”) e un’altra che vorrebbe al contrario rafforzarlo. Graziano, capogruppo PD in Vigilanza Rai, pensaci tu!!!

bloggorai@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento